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Manuale di fotografia agli animali: avvicinare gli animali 1) Fotografia vagante

 

 

 

Airone cenerino, ardea cinerea, gray heron, graureiher, garza real, heron cendre

 

Introduzione alla fotografia naturalistica vagante

Questa è la tecnica di base che usano tutti i fotografi naturalisti, almeno all’inizio della loro esperienza.

Come abbiamo già detto le tecniche possono essere integrate e quindi anche nella fotografia vagante spesso ci si ferma per fare dei piccoli appostamenti e/o si possono usare richiami acustici.

Girando soprattutto a piedi può capitare di spaventare gli animali perché ci si muove allo scoperto ma questo non vuol dire che la fotografia vagante non sia una buona tecnica.

Il vantaggio della fotografia vagante rispetto ad altre tecniche è che si ha la possibilità di esplorare e cercare situazioni, cosa che non avviene in tutte le altre tecniche che invece sono statiche. La fotografia vagante è quindi un ibrido tra tecnica di ricerca e fotografia vera e propria. Per esempio può capitare che in una sessione di fotografia vagante in collina si possa individuare una buona situazione come un posatoio frequentato da un rapace, o la zona di caccia di una coppia di Averle o una nidificazione, situazioni che poi potranno essere sfruttate in sessioni successive non vaganti con tecniche più statiche.

Esistono diverse tecniche di fotografia vagante:

1) Fotografia vagante diurna

2) Fotografia vagante notturna

3) Fotografia naturalistica urbana

 

Aspetti etici e legali

-rispettare le proprietà private

-non inseguire i soggetti per es gufi di palude etc

-non disturbare situazioni delicate

-non entrare in zone delicate

-rispettare i divieti

Maggiori approfondimenti sono riportati nell'apposita sezione sugli aspetti etici e legali della fotografia naturalistica.

 

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A) Fotografia vagante a piedi

Tra i diversi tipi di fotografia vagante è quello che offre meno risultati proprio perché muovendosi a piedi e quindi allo scoperto si rischia di spaventare di più la fauna.

Per questo tipo di fotografia possono essere sicuramente utili teleobiettivi spinti (super-tele) proprio perché spesso le distanze di fuga dei soggetti saranno elevate.

Indubbiamente è comodo vestirsi in modo mimetico per risultare meno visibili; la sola mimetizzazione però non risolve completamente il problema, il movimento infatti è un altro fattore che spaventa la fauna durante gli spostamenti. Sapersi muovere rispettando alcune semplici regole è dunque importante: muoversi “a tratti” soffermandosi per qualche minuto magari in posizione non troppo visibile (per esempio acquattandosi alla vegetazione) e rimanere immobili è molto d’aiuto per consentire anche di ascoltare in silenzio e osservare con calma (anche col binocolo!) ciò che abbiamo davanti a noi prima di procedere ulteriormente e rischiare di spaventare i soggetti. Muoversi in modo silenzioso ed evitare di chiacchierare se si è in due è un altro consiglio molto utile nella fotografia vagante  a piedi.

 

oca selvatica, anser anser,  greylag graugans, ansar comun, Oie cendrée

 

Dove andare?

Qualsiasi posto dove si possa camminare liberamente (non proprietà private o aree con divieto) può andar bene per la fotografia vagante: prati e campi incolti, boschi, radure, zone umide etc. Anche i parchi urbani, come vedremo dopo, offrono ottime possibilità fotografiche per la fotografia naturalistica vagante.

 

Attrezzatura

Abbigliamento mimetico: come si è già detto girando a piedi si è molto esposti ed è facile provocare la fuga dei soggetti prima di riuscire a vederli o a scattare, per questo è utile muoversi lentamente e fare spesso delle pause sfruttando la vegetazione. Un buon abbigliamento mimetico, dal cappello fino alle scarpe in questi casi è quanto mai utile; anche avere a disposizione una rete mimetica per brevi appostamenti è un’ottima soluzione.

Monopiede: utilizzare un treppiedi in una uscita vagante a piedi risulta molto scomodo ma se vogliamo avere un supporto per riposarci dal peso del teleobiettivo o avere inquadrature più stabili un buon monopiede è la scelta migliore

Amplificatore audio: molto spesso sarà sufficiente usare solo la cassa integrata dello smartphone se vorremo richiamare qualche soggetto con i richiami, ma anche una piccola cassa acustica bluetooth può essere comoda, se non altro per poterla posizionare e controllare a distanza (tenere la fonte del richiamo distante, come vedremo successivamente nel capitolo apposito, è fondamentale per avere buoni risultati).

 

 

Come si pratica

Come si è già detto nella fotografia vagante è utile integrare diverse tecniche fotografiche. Ci si muove piano e lentamente, costeggiando la vegetazione e fermandosi continuamente per osservare e cercare soggetti. Queste soste saranno dunque come dei piccoli appostamenti temporanei. Durante le soste si può anche usare la tecnica del richiamo artificiale per far avvicinare qualche soggetto. È bene sempre impostare la fotocamera in priorità di apertura così da avere bene o male una foto ben esposta in ogni situazione, non sappiamo infatti se scatteremo verso un posatoio ben illuminato o a un silvide in ombra o a un rapace in volo in controluce e poiché lo scatto è spesso improvviso è bene non farsi cogliere impreparati; poi ovviamente si può modificare l’esposizione in ogni moment usando la compensazione dell’esposizione dall’apposito pulsante presente su ogni fotocamera. Poiché può capitare di eseguire anche scatti d’azione a uccelli in volo o mammiferi in corsa (che saranno i soggetti che vedremo più frequentemente poiché saranno spaventati dalla nostra presenza) è anche bene tenere gli iso piuttosto alti così da mantenere tempi di scatto rapidi e adatti, appunto, alle foto d’azione.

 

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B) Fotografia vagante in auto

È meno impattante della fotografia vagante a piedi. L’automobile è un ottimo nascondiglio perché ormai tutta la fauna è abituata alla presenza di auto ferme o in movimento ovunque

Ricerca ed esplorazione ad ampio spettro: l’auto consente movimenti su spazi maggiori dunque la possibilità di esplorare e cercare nuove situazioni fotografiche interessanti aumenta notevolmente.

Leggi di Murphy: purtroppo sono sempre da tenere in considerazione, soprattutto quando si fotografa dall’auto. Classicamente, visto un bel soggetto mentre si è in movimento, per esempio un gheppio appollaiato a bordo strada ci si avvicina lentamente ma appena ci si ferma il soggetto fugge; altre volte si ha il tempo appena di alzare la fotocamera e puntare ma nel momento stesso in cui si sta premendo il pulsante di scatto… il soggetto fugge. Questi sono solo alcune delle classiche situazioni sfortunate che possono capitare nella fotografia vagante in auto e, purtroppo, non esistono molte soluzioni.

Tecnica integrata: anche nella fotografia vagante in auto è possibile adottare tecniche integrate, non si rimarrà sempre in auto a vagare cercando soggetti ma ci si fermerà spesso per osservare e ascoltare con attenzione, fare brevi appostamenti, utilizzare richiami e anche posatoi posizionati appositamente.

Attenzione alle strade private, divieti di accesso etc: così come nella fotografia vagante a piedi, soprattutto in quella in auto è importante rispettare le proprietà private ed i divieti di accesso per non incorrere in sanzioni.

 

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Attrezzatura

Come per la fotografia vagante non sarà necessaria una attrezzatura particolarmente complessa. Si porteranno la fotocamera con teleobiettivo, un amplificatore audio, una rete mimetica per brevi appostamenti (e in questo caso anche un treppiedi e uno sgabello o sedia pieghevole) e quando si scatta direttamente dall'auto saranno utili dei supporti da auto.

Usare i supertele per scattare da dentro la macchina può risultare scomodo a causa delle loro dimensioni molto ingombranti; da questo punto di vista è più comodo utilizzare teleobiettivi più piccoli come i 100-400, o i 150-600, oppure piccoli teleobiettivi fissi come  il 300 F4, il 400 F5,6.

 

Supporti da auto

Esistono diversi accessori, fatti in casa ma acquistabili anche commercialmente che consentono di avere un appoggio ben fermo per scattare dal finestrino dell’auto; il classico “bean-bag” (sacco di fagioli) è il più famoso e conosciuto ma non risolve completamente i problemi che si presentano tipicamente quando si scatta dall’auto perché comunque una volta avvistato un soggetto e dopo essersi avvicinati bisogna prendere la fotocamera e posizionarla sul Bean-Bag ma questo movimento spesso fa fuggire il soggetto. Una soluzione molto più efficace (ma costosa) è il “Geko”, un sistema di supporto per fotocamere e teleobiettivi o super-tele da sportello, che consente di avere la fotocamera sempre pronta allo scatto; essendo un supporto molto stabile è anche perfetto per chi fa video.

Quando si è da soli si ha a disposizione il sedile del passeggero libero dunque durante la marcia vi si poggia la fotocamera con obiettivo e si è più liberi da ingombri per la guida ma si deve fare un movimento più ampio per prendere la fotocamera quando si individua un soggetto. Quando si è in due, il posto passeggero è occupato e non rimane che tenere la fotocamera sulle gambe, il che rende molto scomoda la guida oltre che pericolosa oppure si può chiedere all’amico di tenere lui entrambe le fotocamere così da guidare più comodi e in sicurezza. Anche in questo caso il Geko è molto d’aiuto perché elimina il problema di dove tenere la fotocamera anche se si è in due, permettendo una guida più sicura e meno impacciata e soprattutto evitando di fare troppi movimenti per portare la fotocamera al finestrino quando si deve scattare.

 

Dove andare?

Per girare in auto, spesso a velocità ridotta e spesso con delle soste anche improvvise in mezzo alla strada (per scattare quando si individua un soggetto) è necessario frequentare strade poco trafficate, strade di collina o di pianura dove ci sia possibilità di vedere e trovare soggetti interessanti e che allo stesso tempo consentano di guidare lentamente e fermarsi senza intralciare il traffico. Come per la fotografia vagante a piedi, anche in questo caso, è importantissimo rispettare le proprietà private e i divieti di accesso e non avventurarsi a caso dove non si può. Poiché uno dei momenti migliori per la fotografia è al mattino presto si potrà approfittare di un volume di traffico minore sulle strade rispetto ad altri orari “di punta” in cui anche le strade di campagna possono essere più trafficate.

 

poiana comune, buteo buteo, rato nero, Mäusebussard, Buse variable

 

Come si pratica

Come si è già detto uno dei momenti migliori per questo tipo di fotografia è la mattina presto quando sta albeggiando, la luce è molto migliore e le strade sono ancora libere dal traffico. Se si è da soli è bene viaggiare tenendo il sole sempre dal lato destro, così da scattare con la luce a favore. Se si è in due la situazione si complica perché difficilmente si riuscirà a scattare entrambi verso la stessa direzione e soprattutto si avrà la luce favorevole da un lato e controluce dall’altro lato; in questo caso la soluzione è alternare le direzioni di marcia così da alternarsi nelle possibilità fotografiche più o meno alla pari.

Come si è già detto si scatterà spesso direttamente dall’auto, quando si incontra un soggetto vicino a bordo strada; ci si avvicina lentamente cercando di non fermarsi bruscamente, si tira fuori la fotocamera e si scatta; molto spesso il soggetto fuggirà, questo è normale, ma a volte si avrà il tempo di scattare e portare a casa qualche buona foto; come già detto a proposito delle attrezzature, un supporto da sportello estremamente stabile e sicuro come il Geko può facilitare la possibilità di scatto perché si avrà la fotocamera sempre pronta allo scatto senza perdere tempo e senza fare movimenti che possano spaventare il soggetto.

Come nella fotografia vagante a piedi è possibile anche nella fotografia vagante in auto integrare diverse tecniche. Ci si potrà fermare per delle soste in cui dall’auto o anche scendendo si potrà osservare con calma l’ambiente circostante e ascoltare per individuare situazioni o soggetti interessanti; in queste soste si può anche usare la tecnica dei richiami acustici (descritta successivamente) per richiamare specie che abbiamo visto o sentito o che sappiamo essere presenti. Le soste possono essere anche lunghe e abbinate sia a delle camminate, per esempio lungo percorsi vicini alla strada a cui non si può accedere con la macchina sia a dei brevi appostamenti con rete mimetica.

Anche in questo caso è consigliabile impostare la fotocamera in priorità di apertura e con iso piuttosto alti così da vere tempi veloci in caso di scatti d’azione, situazione tipica nella fotografia naturalistica vagante.

 

 

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