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Manuale online di Bird-gardening: i nidi artificiali, offriamo una casa agli ospiti del giardino

 

 

 

Introduzione 

Mentre in inverno il modo migliore per  aiutare gli uccelli nei nostri giardini è fornire loro del cibo nutriente in apposite mangiatoie artificiali, in primavera si può ricorrere invece ai nidi artificiali. Come indicato nel precedente articolo è importante dismettere l'alimentazione artificiale degli uccelli selvatici con l'arrivo della primavera sia perché a partire da questo momento essi troveranno cibo abbondante in natura sia perché il cibo artificiale e molto nutriente fornito nelle mangiatoie invernali non sarebbe adatto ad allevare la prole e anzi può risultare molto dannoso. Se anche nel periodo primaverile vogliamo avere un giardino frequentato da avifauna possiamo installare dei nidi artificiali per attirare diverse specie. Purtroppo gli edifici moderni offrono poca possibilità di nidificare a molte specie di uccelli che fanno fatica a trovare nicchie idonee per la costruzione del loro nido per esempio Cinciarelle, Cinciallegre, Codirossi, Pigliamosche, Passeri, Rondini, Balestrucci, Rondoni etc.  

 

Utilità dei nidi artificiali

Installare nidi artificiali, costruiti in casa o acquistati presso gli appositi negozi (anche online) può essere di grandissimo aiuto per numerose specie di Uccelli soprattutto in ambienti dove scarseggiano siti adatti alla nidificazione; inoltre, molte delle specie che utilizzano più comunemente i nidi artificiali, ad esempio i Passeriformi, sono insettivori e dunque forniscono in cambio un ottimo servizio di controllo biologico degli insetti; diversi studi, per esempio, hanno evidenziato che una coppia di Cinciallegre, nel periodo di allevamento della prole, preda circa 10.000 insetti (con una media di 800 imbeccate al giorno); specie altrettanto utili e bisognose di cavità artificiali per rifugiarsi o riprodursi sono anche i Chirotteri (Pipistrelli) per i quali esistono appositi rifugi artificiali detti Bat-Box.

 

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Esempio di Bat Box per Pipistrelli (acquista online)

 

Animali che usano i nidi artificiali

I nidi artificiali principalmente sostituiscono le cavità naturali o artificiali dove molte specie di uccelli nidificano; le specie che adoperano questi nidi artificiali dunque sono quelle che nidificano in cavità come cince, codirossi per esempio; esistono anche nidi artificiali per specie che nidificano sugli alberi ma sono meno diffusi.

Anche i Mammiferi possono essere supportati creando per loro rifugi artificiali: per esempio sono utilissime le bat-box per i pipistrelli e le casette per i ricci.

Elenco sintetico delle specie di uccelli che possono usare i nidi artificiali:

-Cinciarella

-Cinciallegra

-Cincia mora

-Cincia bigia

-Cincia dal ciuffo

-Codirosso

-Codirosso spazzacamino

-Ballerina bianca

-Pettirosso

-Picchio muratore

-Rampichino

-Scricciolo

-Merlo acquaiolo

-Storni

-Passeri

-Rondine

-Balestruccio

-Rondoni

-Upupa

-Martin pescatore

-Ghiandaia marina

-Barbagianni

-Allocco

-Assiolo

-Civetta

-Gufo comune

-Falco pescatore

-Gheppio

-Falco pellegrino

-Grillaio

-Falco cuculo

-Cicogna bianca

 

-Riccio

-Chirotteri

-Gliridi (Ghiro, Moscardino etc)

 

 

Costruire un nido artificiale

I nidi artificiali possono essere costruiti in casa se si ha un minimo di attrezzatura e manualità; in caso contrario possono essere acquistati già pronti da diversi negozi anche online e a prezzi molto interessanti.

 

Sintesi 

Il modello di nido artificiale più utilizzato dai piccoli passeriformi insettivori (Cincie, Codirossi) è quello chiuso con foro d'entrata circolare; come si diceva i nidi artificiali possono essere acquistati da appositi negozi oppure costruiti in casa; in quest'ultimo caso si utilizza del legno multistrato da 2 cm di spessore e si assembla una "casetta" con un tetto spiovente e con le seguenti dimensioni: tetto 25x15 cm, parte anteriore e posteriore 20x15 cm, fondo 11x11 cm, lati 11x25-20 cm e foro d'entrata di 3 cm di diametro posto a 15 cm di altezza rispetto alla base del nido; sulla base è bene praticare 5-6 fori da 3 mm per il drenaggio dell'acqua in caso di infiltrazioni durante i forti temporali; infine, per una maggiore impermeabilità e tenuta negli anni è bene passare due mani di impregnante all'acqua e lasciare asciugare molto bene il legno prima di posizionare il nido per gli ospiti. Infine il tetto dovrebbe essere apribile attraverso due cerniere così da facilitare le operazioni di controllo e pulizia dei nidi. I passeriformi costruiscono un loro nido con fili d'erba e imbottitura morbida interna realizzata con peli di animali, piume e altro materiale soffice all'interno del nido artificiale, dunque non sarà necessario fornire del materiale all'interno. I nidi artificiali vanno posizionati ad almeno 2-3 metri di altezza e se possibile vanno leggermente inclinati in avanti così da ridurre la possibilità di entrata di pioggia attraverso il buco durante i forti temporali.

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Materiali

Il materiale più comunemente utilizzato per la costruzione dei nidi artificiali è il legno. Si possono usare diverse tipologie di legno, maggiore è la qualità (e anche il costo) del materiale utilizzato, tanto più lunga sarà la durata di un nido in ambiente esterno.

I nidi per installazione in ambienti protetti o interni come ad esempio i box per barbagianni installati dentro le stanze di un vecchio casolare, possono essere realizzati con materiali più economici perché non essendo sottoposti alle intemperie resisteranno di più.

Legni molto robusti sono quelli di quercia o faggio o frassino ma sono di difficile reperibilità e costosi oltre che molto duri da lavorare.

Per costruire nidi artificiali è consigliabile usare legno di abete o multistrato di pino marino; queste tipologie di legno sono più facili da reperire e da lavorare e hanno buona resistenza e durabilità nel tempo soprattutto se trattati adeguatamente e periodicamente per manutenzione.

Spessore: 1 cm per nidi piccoli, 2 cm per la maggior parte degli altri nidi.

  

Nidi in cemento

Sono stati testati diversi tipi di materiali per la costruzione dei nidi artificiali tra cui anche la plastica. Il materiale, oltre al legno, che si è dimostrato migliore di tutti è il cemento (spesso mescolato ad argilla espansa o a segatura, per alleggerire il peso). I nidi realizzati in cemento hanno diversi vantaggi:

-per prima cosa hanno una durata nel tempo quasi illimitata

-sono più igienici e facili da pulire

-isolano meglio mantenendo una migliore temperatura interna rispetto al legno

-sono difficilmente attaccabili da quei predatori che possono allargare i buchi nei nidi di legno ad esempio gli Scoiattoli, i Gliridi, il Picchio rosso maggiore.  

Sono difficili da costruire in casa perché è necessario usare degli stampi, ma sono venduti da diverse aziende sia italiane che estere. Il loro costo non è propriamente economico ma considerata la loro lunghissima durata nel tempo. 

 

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Assemblaggio

Per fissare i vari pezzi  si possono usare i chiodi ma per una migliore tenuta preferisco le viti autofilettanti di lunghezza e diametro proporzionali allo spessore del legno utilizzato; le viti infatti forniscono una migliore “presa” sul legno rispetto ai chiodi, che possono perdere di tenuta col passare del tempo e gli sbalzi termici (caldo/freddo).

 

Trattamenti

Per incrementare la resistenza agli agenti atmosferici è importante passare due mani di impregnante all’acqua sulle tavole di legno prima di assemblarle; l’impregnante va passato su tutti i lati e anche lungo lo spessore. L’impregnante all’acqua se ben asciutto non provoca alcun fastidio agli uccelli. È bene scegliere un impregnante di colore scuro così da rendere i nidi più mimetici e meno visibili.

 

Sportello per il controllo

Sui nidi va previsto uno sportellino che consenta non solo il controllo ma anche la pulizia. Gli sportelli possono essere anche laterali ma è preferibile sempre, su ogni tipo di nido a parte quelli già aperti o semi-aperti, collocare lo sportello nella parte superiore, dunque sfruttare il tetto, reso apribile tramite una cerniera, come sportello; l’apertura superiore offre diversi vantaggi: per prima cosa permette un accesso completo al nido per la pulizia e rimozione del materiale, non rovina il nido che gli uccelli hanno costruito come succederebbe con uno sportello laterale e soprattutto se il sistema di chiusura dovesse cedere il tetto rimane comunque chiuso per la forza di gravità.

 

Fori di drenaggio

Sul fondo nel nido vanno praticati col trapano dei piccoli fori di drenaggio; è sufficiente fare una decina di fori di 2-3 mm di diametro. Questi fori risultano fondamentali in caso di forti perturbazioni piovose per evitare che si possa accumulare acqua dentro il nido.

 

Entrata

Nei modelli di nido a box chiuso vanno praticati dei fori per l’entrata degli uccelli. Generalmente la forma migliore per l’entrata è quella circolare; per praticare i fori circolari si usano le apposite tazze da legno per il trapano

Se volete praticare il foro a mano basta fare un foro e inserire la lama di un seghetto per tagliare un foro rotondo.

Nella maggioranza dei nidi il foro d’entrata deve essere posto ad una certa altezza per proteggere meglio gli occupanti dai fattori atmosferici, considerando anche il fatto che i passeriformi portano molto materiale dentro al nido artificiale che ne rialza il fondo di vari centimetri. Solo in alcuni tipi di nido per esempio quelli per rondoni, il foro va praticato vicino alla base.

 

Posatoi

Gli uccelli sono molto agili nel volo e non hanno bisogno di posatoi sul nido per facilitarne l’entrata anzi questi posatoi potrebbero addirittura essere controproducenti facilitando l’attività dei predatori. Non consiglio quindi di posizionare posatoi vicino all’entrata del nido o su altri punti del nido stesso.

 

Fondo

I passeriformi costruiscono un loro nido all’interno dei nidi artificiali, usando erbe, piume, peli di mammiferi e altri materiali, dunque non sarà necessario porre nessun materiale dentro il nido; altre specie invece non costruiscono alcun nido per esempio l’Upupa  e i rapaci notturni dunque nei loro nidi sarà necessario porre un fondo di 3-4 cm di terriccio e/o humus con cortecce marce, foglie, sassolini etc. Poiché però anche piccoli nidi da passeriformi possono essere occupati da diverse specie, sarà sempre utile mettere un fondo di terriccio su tutti i nidi.

 

Sistemi di fissaggio

I nidi possono essere fissati su diversi tipi di strutture, naturali o artificiali come muri, paletti o alberi. Sui nidi si fissa nella parte posteriore una tavola più sottile che sporga sopra e sotto il nido, questa servirà per il fissaggio; se i nidi sono molto grossi si possono usare anche degli angolari in metallo di proporzioni adeguate alla dimensione e peso del nido. Per il fissaggio su strutture artificiali è bene usare delle viti con tasselli che ne possano assicurare la migliore tenuta. Sugli alberi si possono usare viti o chiodi ma preferisco evitare questi sistemi perché potrebbero danneggiare le piante; per il montaggio sugli alberi preferisco usare delle cinghie in nylon abbastanza larghe (circa 2-3 cm).  Per il fissaggio si può usare anche filo zincato e appositi occhielli, in questo caso  è bene passare un tubo di gomma (ad esempio quella da irrigazione) sul filo zincato. In ogni caso, cinghie o filo zincato non vanno stretti troppo sul tronco perché potrebbero danneggiare l’albero durante la crescita; il nido va piuttosto “appeso” passando la cinghia o il filo zincato nella parte superiore, e “bloccato” sul tronco passando un’altra cinghia o filo zincato nella parte inferiore  ma senza stringere eccessivamente; inoltre, ad ogni manutenzione annuale, se l’albero è in crescita, è bene allargare il sistema di fissaggio per adattarlo alle nuove dimensioni del tronco.

 

 

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Le dimensioni sono importanti?

Gli uccelli che usano nidi artificiali non staranno a misurare e controllare come avete costruito il nido per decidere se utilizzarlo o meno; le misure riportate in questo manuale o nei vari testi specifici sono solo dei riferimenti generali, non devono per forza essere rispettate al millimetro e la stessa cosa varia per la forma del nido, la sua posizione, l’altezza etc. Gli uccelli si adattano molto a ciò che trovano e possono usare una grande varietà di nidi artificiali. Ad esempio i nidi artificiali per Gheppio o per Civetta o per Allocco possono avere dimensioni e forme molto variabili, possono essere lunghi e stretti, oppure più larghi, o sviluppati più orizzontalmente o più verticalmente ma verranno comunque occupati. È ovvio che non si deve esagerare troppo con le dimensioni, ad esempio un Gheppio non occuperà mai un nido semi-aperto troppo piccolo o una cinciallegra non userà mai un box chiuso troppo grande. I parametri che più di tutti influenzano la probabilità di occupazione di un nido sono i seguenti:

-Dimensioni: come si è detto prima se le dimensioni si discostano troppo da quelle adatte per la specie il nido non verrà occupato.

-Foro d’entrata: le misure non sono molto restrittive, c’è un certo margine di elasticità ma se il buco è eccessivamente piccolo rispetto alle dimensioni della specie gli adulti avranno difficoltà a entrare nel nido e se le dimensioni sono troppo grandi rispetto alle esigenze della specie gli adulti non utilizzeranno quel nido perché un’entrata troppo grande può facilitare i predatori.

-Materiale sul fondo: mentre i Passeriformi costruiscono un nido a base di materiale vegetale, peli piume e altro materiale morbido all’interno dei nidi artificiali, altre specie come i rapaci notturni e diurni o l’upupa non costruiscono alcun nido e depongono le uova direttamente sul fondo del nido artificiale; per queste specie è dunque fondamentale che nel fondo del nido sia presente uno strato di terriccio; in assenza di questo “fondo” è probabile che queste specie non utilizzeranno il nido artificiale.

 

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Cinciarella all'entrata del nido artificiale.

 

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Nidiata di Cinciarella all'interno del nido artificiale

 

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Nidiata di Cinciallegra all'interno del nido artificiale.

 

 

Tipologie di nidi artificiali

1) A box chiuso verticale

2) A box semi-aperto

3) A tronchetto

4) A fessura (rampichino)

5) A box chiuso orizzontale

6) A box aperto

7) A coppa chiuso

8) A capanna a terra (anatidi)

9) A piattaforma con bordi

10) A coppa aperto (gufo comune etc)

11) A tunnel sotterraneo

12) A tunnel

13) A camino

 

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1) Nidi a box chiuso verticale

Piccolo: tetto: 18x20 cm; parte posteriore 18x25 cm; lati (2) 18x20-25 cm; fondo: 18x11 cm; fronte: 18x20 cm; diametro foro: 3 cm. Adatto per piccoli passeriformi: Cinciarella, Cinciallegra, Codirosso.

Medio: tetto: 31x23cm, parte posteriore: 50x23 cm, lati (2): 32x23, fondo: 20x23, fronte: 20x30 cm (spessore legno 1,5 cm)  (diametro foro: 6 cm). Adatto per Assiolo e Torcicollo.

Grande (ghiandaia marina/assiolo): tetto: 30x24,4 cm, parte posteriore 19,4x29,5 cm, lati (2): 29,5x25 cm, fronte: 29,5x19,4 cm, fondo: 20x19,4 cm (spessore legno: 25 mm) (diametro foro: 6,5 cm)

Grande alto (upupa/assiolo): tetto: 20x35 cm, parte posteriore: 45x20 cm, lati (2): 45x20 cm, fondo 15,5 x 20 cm, fronte 20x45 cm (spessore legno 2 cm) (diametro foro: 6 cm)

 

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Schema di costruzione di un nido a box chiuso piccolo (per cince e codirossi)

 

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2) Nidi a box semi-aperto

Piccolo: tetto: 15x20 m, parte posteriore: 15x20 cm, lati (2) 11x25 cm, fondo: 11x11 cm, fronte: 15x20 cm

Medio: tetto: 22x35 cm, parte posteriore: 22x32 cm, lati (2): 23x32 cm, fondo:18x23 cm, fronte: 22x25 cm.

Grande (gheppio): tetto: 66x50 cm, parte posteriore: 60x35 cm, lati (2): 36x35, fondo: 56x30 cm, parte anteriore: 60x15 cm.

 

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Nido a box semi-aperto piccolo; adatto per Pettirosso, Ballerina bianca, Pigliamosche

 

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Nido a box semi-aperto grande, adatto per Gheppio (può raramente essere usato anche da Ghiandaia marina o Allocco)

 

5) Nidi a box chiuso orizzontale

Piccolo (per rondoni): Tetto: 22x38 cm, parte posteriore 22x13 cm, lati (2): 28x13 cm, fondo: 18x28 cm, fronte: 22x13 cm

Grande (barbagianni): tetto: 90x50 cm, lati (2): 90x46 cm, parte posteriore: 46x46 cm, parte frontale: 46x46 cm, fondo: 90x50 cm.  Entrata: 10x15 cm, oppure, se circolare, diametro 10-15 cm.

 

6) Nidi a box aperto

Per merlo acquaiolo: scatola quadrata da 20x20 cm e 20 cm di altezza

Per falco pellegrino: tetto: 80x90 cm, fondo: 45x90 cm, parte posteriore: 75x90cm, lati (2): 45x75 cm, parte frontale: 90x22 cm, terrazza anteriore: 90x30 cm

 

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Nido a box aperto di grandi dimensioni per Falco pellegrino (Falco peregrinus)

 

11) Nidi a tunnel sotterraneo

Grande: Tetto: 18x20 cm, parte posteriore: 18x11 cm; lati (2): 16x11 cm, fondo: 18x20 cm, fronte: 18x11 cm, tetto e fondo del tunnel (2): 50x10,5, lati del tunnel (2): 60x6,5 cm

Piccolo: Tetto: 14x15 cm, parte posteriore: 14x8 cm, lati (2): 11x8 cm, fondo: 14x15 cm, fronte: 14x8 cm, tetto e fondo del tunnel (2): 40x9 cm, lati del tunnel (2): 40x5 cm

 

12) Nidi a tunnel

Per civetta: Tetto lato 1: 85x23 cm, tetto lato2: 85x21 cm, fondo lato1: 80x18cm, fondo lato2: 80x16 cm, parte frontale esterna: 14x14 cm, parte frontale interna: 14x14 cm, parte posteriore: 14x14 cm.

Il nido può anche essere posizionato in modo che abbia forma frontale “a rombo”; il fondo va riempito con un buono strato di ghiaia sottile o sabbia di fiume in modo che crei una “base” sufficientemente ampia. Può essere fissato su grossi rami sia sopra che appeso sotto. Il nido ha una doppia parete frontale che crea una piccola camera anteriore dove i fori di entrata sono fuori asse, questo confonde i predatore e rende loro più difficile penetrare nel nido; nella parte frontale esterna per esempio il foro d’entrata può essere fatto in alto mentre nella parte frontale interna il foro si può fare nella parte bassa.

 

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Nido a tunnel per Civetta posizionato su albero

 

13) Nidi a camino

Grande (per allocco): tetto 30x30 cm, parte posteriore: 22x80 cm, lati(2): 26x80 cm, parte frontale: 22x60 cm, fondo: 22x22 cm.

 

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Nido a camino per Allocco (Strix aluco)

 

 

 

 

Tabella nidi artificiali per ciascuna specie: 

Specie

Tipo di nido

Altezza interna

Dimensioni della base interna

Foro d’entrata

Posizione

Pigliamosche

9 o 2 piccolo

10 cm

10x15 cm

 

2-3 m

Cinciarella

1 piccolo

19 cm

7,5x12,5 cm

3,2 cm

2-3 m

Cinciallegra

1 piccolo

20 cm

10x15 cm

3,5-4 cm

2-3 m

Cincia dal ciuffo

1 piccolo

19 cm

7,5x12,5 cm

3,2 cm

2-3 m

Cincia mora

1 piccolo

19 cm

7,5x12,5 cm

3,2 cm

2-3 m

Cincia bigia

1 piccolo

19 cm

7,5x12,5 cm

3,2 cm

2-3 m

Picchio muratore

1 piccolo, 3 piccolo

20 cm

7,5x12,5 cm

3,2-3,5 cm

4-5 m

Rampichino

4

 

 

2,5 cm

2-3 m

Scricciolo

2 piccolo, 6

15 cm

10x15 cm

 

3-4 m

Merlo acquaiolo

6

 

18x18 cm

7x7 cm o più

1-2 m

Ballerina bianca

2 piccolo o medio

15 cm

 

11x12 cm

1-3 m

Pettirosso

2 piccolo

 

 

 

3-4 m

Codirosso

1 piccolo

10 cm

10x15 cm

4 cm

2-3 m

Codirosso spazzacamino

2 piccolo

 

 

 

2-4 m

Merlo

6, 9

19 cm

25x30 cm

 

1-2 m

Storno

1 medio, grande

25-30 cm

12,5 x 17,5

5 cm

2-3 m

Rondine

7

 

 

 

2-3  m

Balestruccio

7

 

 

 

2-3 m

Passeri

1 piccolo

20 cm

10x15 cm

3,5 cm

3-4 m

Rondoni

5

 

 

3,5 x 6,5 cm

Oltre 5 m

Martin pescatore

11 piccolo

 

 

6-6,5 cm

1-2 m

Torcicollo

1 medio, grande

 

 

5-6 cm

2-3 m

Upupa

1 grande alto, 2 grande

45 cm

20x 23 cm

6 cm

2-3 m

Ghiandaia marina

1 grande

 

 

6,5-7,5

Da 5 m in su

Barbagianni

5 grande

 

 

10-15 cm

2-10 m

Allocco

13 grande

50 cm

20x30

15 cm

3-5 m

Assiolo

1 medio o grande, 2 medio o grande

25-30 cm

10x15

5-6 cm

3-4 m

Civetta

12

 

 

7 cm

3-4 m

Civetta capogrosso

1 grande

 

 

6,5-8 cm

Da 5 m in su

Civetta nana

1 medio

 

 

4,5-5 cm

Da 5 m in su

Gufo comune

10

 

 

 

4-6 m

Falco cuculo

10

 

 

 

4-6 m

Gheppio

2 grande

 

 

 

5-10 m

Falco pellegrino

6 molto grande

 

 

 

20-30 m

 

 

 

 

 

 

 

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Posizionamento dei nidi artificiali

Per avere le maggiori probabilità di occupazione di un nido artificiale vi è una regola fondamentale: i nidi artificiali sono utili e vengono occupati in quegli ambienti dove le specie non hanno disponibilità di siti di nidificazione adatti. Ad esempio, installare nidi artificiali per cince o codirosso e altri piccoli passeriformi in un vecchio casolare con i muretti a secco già pieni di cavità risulterebbe praticamente inutile così come installare un nido artificiale per allocchi in un vecchio castagneto che è già ricco di cavità naturali. Invece installare nidi artificiali per cince e altri piccoli passeriformi in piena campagna agricola, dove sono assenti alberi o strutture artificiali con cavità o in un boschetto giovane, dove, anche in questo caso, gli alberi dai tronchi ancora troppo piccoli non presentano cavità scavate dai picchi, può offrire ottime possibilità di nidificazione per gli uccelli e aumentare così la probabilità di occupazione dei nidi artificiali.

 

Habitat

Per ogni determinata specie i nidi artificiali vanno installati nell’habitat idoneo dove quella specie può vivere e dove, secondo la regola detta prima, può avere difficoltà a trovare siti adatti alla nidificazione. Inutile installare ad esempio dei nidi per allocco in ambienti habitat dove la specie non è presente, ad esempio in aperta campagna, così come è inutile installare un nido da barbagianni dentro un bosco.

 

Altezza 

Anche l’altezza a cui posizionare i nidi deve rispettare le abitudini delle varie specie; in genere gli uccelli sono molto adattabili, questo è vero, ma soprattutto in certe specie l’altezza è importante. Per comodità in genere installo i nidi artificiali sempre all’altezza minore, questo facilita le operazioni logistiche di posizionamento dei nidi, controllo e manutenzione. A volte si pensa che una maggiore altezza possa proteggere maggiormente i nidi dai predatori ma come si vedrà nel paragrafo dedicato, i predatori possono agire senza problemi anche su nidi posizionati molto alti: una faina, ad esempio, può tranquillamente arrampicarsi anche sul tetto di una casa o su un albero fino a 8-10 metri d’altezza.  In genere per la maggioranza delle specie, dai piccoli Passeriformi ai rapaci notturni i nidi possono essere installati a circa 2-3 metri di altezza; sono pochi i casi in cui i nidi vanno installati ad altezze maggiori per esempio per i rondoni, il gheppio e il falco pellegrino.

 

Orientamento e posizione 

Se i nidi sono a box chiuso offrono già una buona protezione e possono essere installati in ogni tipo di posizione; nidi aperti o semi aperti come ad esempio quello per lo scricciolo, il pettirosso o la ballerina bianca vanno installati in posizioni ben nascoste e protette, in mezzo alla vegetazione.

In linea generale il foro d’entrata e il nido stesso va posizionato con un orientamenti a sud/est o sud/ovest; questi quadranti offrono il miglior equilibrio in termini di temperatura. In linea generale è importante evitare di posizionare i nidi verso sud nelle località a clima caldo ed evitare di posizionare i nidi verso nord nelle zone con clima freddo.

I nidi pur essendo ben costruiti e protetti e quindi abbastanza impermeabili e pur avendo un tetto spiovente andrebbero comunque montati in posizione leggermente inclinata verso il basso in modo tale da evitare che in caso di pioggia forte e vento questa possa entrare dentro il nido attraverso il foro d’entrata.

 

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Come inclinare un nido artificiale

 

 

Predatori

Sono diverse le specie animali che possono arrecare problemi a uccelli in nidificazione, uccidendo gli adulti e/o predando le uova e/o i pulli. Prima di descrivere alcuni metodi per cercare di ridurre i rischi di predazione vediamo quali sono le specie animali che possono danneggiare una nidificazione.

Scoiattolo

Il nostro Scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris), è un predatore di nidi, posti anche a grande altezza, si alimenta sia delle uova che dei pulli. Può entrare anche in nidi a box chiuso allargando il buco con i suoi potenti denti incisivi. Qualche anno fa abbiamo assistito tramite una webcam in diretta alla predazione di 3 pulli di gufo comune su un nido di corvide da parte di uno scoiattolo rosso. Anche l’alloctono Scoiattolo grigio (Sciurus carolinesis) è un feroce predatore di nidi e può fare più danni dello scoiattolo rosso.

Ghiro

Anche il Ghiro, roditore più piccolo degli scoiattoli, preda spesso i nidi degli uccelli per alimentarsi di uova o pulli. Essendo più piccolo può accedere facilmente anche nei nidi chiusi con piccoli fori d’entrata, e dove non riesce può allargare con i denti il foro d’entrata. In minima parte anche gli altri Gliridi come il moscardino o il quercino possono predare i nidi.

Ratti

I Ratti sono pericolosi predatori di nidi, soprattutto il ratto nero (Rattus rattus) è un agilissimo arrampicatore e dunque anche nidi posti in alto sia su alberi che su strutture artificiali sono in pericolo in sua presenza.

Mustelidi

Sono famelici predatori non solo di animali adulti ma anche di uova e nidiacei; abbiamo, ad esempio, osservato con le videotrappole numerose nidiate di allocchi (su nidi naturali, cavità in castagni) dove i pulli sono stati predati dalla Faina (Martes foina), questo grosso mustelide è infatti in grado di arrampicarsi sugli alberi fino a oltre 10 metri di altezza senza alcun problema. Anche la sua stretta cugina la Martora (Martes martes) non è da meno anche come capacità arboricole. La Puzzola (Mustela putorius) è un grande predatore di adulti, uova e pulli, può arrampicarsi sugli alberi fino a qualche metro di altezza ma non arriva alle stesse capacità arboricole di Faina e Martora. Donnola (Mustela nivalis) ed Ermellino (Mustela erminea) sono piccoli mustelidi ma non per questo meno famelici in quanto a predazione di nidi ma hanno meno capacità di arrampicarsi.

Gatti domestici

Sono il pericolo principale per la maggior parte dei nidi artificiali soprattutto in ambiente urbano/antropizzato. Non predano le uova all’interno dei nidi, nella maggior parte dei casi si appostano catturando gli adulti o i pulli appena usciti e in qualche caso infilando una zampa all’interno delle cassette nido possono catturare anche i pulli all’interno del nido.

Picchi

Il Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), soprattutto nel periodo di allevamento della prole, integra la sua dieta insettivora predando i pulli di altri uccelli; grazie al suo potente becco è infatti in grado di allargare rapidamente e facilmente i fori di entrata più piccoli per penetrare dentro i nidi e predare la nidiata.

Corvidi

Sono ghiotti di uova ma possono predare anche i pulli nei nidi; i più pericolosi sono la Gazza, la Ghiandaia e la Cornacchia grigia. Riescono a predare anche uova di rapaci diurni (come il Falco pellegrino o il Lanario) e di rapaci notturni come l’Allocco. Non sono per fortuna in grado di allargare i buchi d’entrata dei nidi e dunque possono danneggiare le nidiate soprattutto nei nidi aperti o semi-aperti.  

Serpenti

Diverse specie di serpenti possono penetrare nei nidi per alimentarsi delle uova o anche dei pulli, la specie più diffusa è il biacco (Hierophis viridiflavus) ed è la specie che più comunemente può attaccare i nidi artificiali e anche se non sembrerebbe è un abile arrampicatore, può quindi predare anche nidi posti a una certa altezza sia su strutture artificiali che naturali. Molto più capace di arrampicarsi è il Saettone (Elaphe longissima) sebbene meno comune del Biacco.

 

Ridurre i rischi di predazione nei nidi artificiali

Esistono diversi metodi, purtroppo non miracolosi, per limitare i rischi di predazione dei nidi artificiali; partiamo dalle regole di base:

-Posizionare il nido in modo corretto consente già di limitare i rischi; come si è già detto gli uccelli sono molto agili anche nel volo e non hanno bisogno di posatoi comodi per accedere al foro d’entrata, dunque evitare di fissare posatoi sul nido e vicino al foro d’entrata e collocare il nido lontano da rami che possano facilitare l’azione di un predatore; l’accesso al foro d’entrata deve essere raggiungibile solo in volo. È quindi utile ripulire eventuali rami intorno al nido e qualsiasi appiglio che i predatori possono usare per raggiungere l’entrata.

-Se un nido viene predato è importante spostarlo in un'altra location per la successiva stagione riproduttiva.

-Se si hanno troppi casi di predazione è bene preferire nidi in cemento ai nidi di legno.

 

Altri metodi per ridurre i rischi di predazione si basano su aspetti costruttivi dei nidi o accessori che possano impedire l’avvicinamento dei predatori:

-Per evitare che il picchio rosso possa predare i pulli si mette una lamina di metallo intorno al foro d’entrata così da renderlo “blindato” e a prova di becco di picchio.

-Se il nido è posizionato su un palo o su un albero con tronco non troppo grande si possono usare dei dissuasori come i coni o le piastre in lamiera intorno al tronco che possono ridurre la probabilità che un predatore terrestre possa arrampicarsi fino al nido

-E’ possibile proteggere ulteriormente un nido da predatori come i mustelidi o i gatti che possono infilare la zampa nel foro d’entrata collocando un tubo di plastica sul foro, con il suo stesso diametro, che sporga di un paio di cm sia all’interno che all’esterno del nido

-Il tetto stesso, inclinato (spiovente) e sporgente ai lati o frontalmente, è un aiuto per rendere difficile l’attività di predatori come gatti e mustelidi

 

 

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Numero e densità dei nidi 

Il numero di nidi da installare in una determinata area dipende da molti fattori come ad esempio:

-le specie a cui sono dedicati i nidi artificiali (territorialità, dimensione dei territori, gregarietà)

-la dimensione dell’area

-la qualità dell’habitat e disponibilità di cibo

-la presenza di siti naturali per quelle specie e/o di altre coppie già pre-esistenti

 

Solitamente si posizionano nidi artificiali per specie che si sa essere presenti nell’area ma molto spesso, se si ha una buona conoscenza ornitologica e un buon intuito, si possono installare nidi per specie che “potenzialmente” potrebbero vivere in una data area ma sono attualmente assenti proprio per mancanza di siti di nidificazione. Da questo punto di vista è dunque importantissimo, come già sottolineato, conoscere l’ecologia delle specie e le loro preferenze di habitat. Se per esempio in una data aera non si è mai osservata la presenza dell’Upupa ciò potrebbe essere dovuto al fatto che quella zona probabilmente non offre una situazione alimentare ideale per questa specie, ad esempio con terreno troppo duro e/o vegetazione troppo alta; installare cassette da upupa dunque difficilmente porterebbe a dei risultati. Viceversa, in un’area di campagna agricola, dove non si è mai osservato il Barbagianni, probabilmente a causa della mancanza di nicchie di nidificazione adatte per questa specie, potrebbe essere utile installare delle cassette nido per questa specie, considerando che l’habitat è idoneo e l’area offre sicuramente buone fonti alimentari (micromammiferi); in questo caso la specie è assente solo perché non trova nicchie di nidificazione idonee.

Le specie a cui sono dedicati i nidi possono influenzare per diversi motivi il numero di nidi e la loro densità:

-Specie di piccole dimensioni come i piccoli Passeriformi, pur essendo territoriali, hanno territori relativamente piccoli, e tanto più piccoli quanto maggiore è l’abbondanza di cibo nell’area considerata. Due coppie di cinciallegra, per esempio, può nidificare a 50 metri di distanza senza problemi.

-Specie di grandi dimensioni hanno territori più grandi e quindi la spaziatura tra i nidi dovrà essere maggiore, ad esempio nel caso della Ghiandaia marina o del Martin pescatore.

-Specie gregarie come le rondini, i balestrucci, i passeri, gli storni, possono nidificare a brevissima distanza e dunque richiedono l’installazione di diversi nidi artificiali molto ravvicinati.

-Tolleranza: alcune specie pur non essendo gregarie sono molto tolleranti, per esempio l’Upupa; nel giardino di un amico, ormai da anni, nidificano ben 4 coppie di upupa in nidi artificiali posizionati a circa 50 metri uno dall’altro. Ho avuto modo di documentare situazioni simili anche con gli Assioli.

-Specie di dimensioni maggiori, soprattutto se sono predatori, ad esempio i rapaci notturni o diurni richiedono una maggiore spaziatura tra i loro nidi perché hanno territori molto più ampi. È il caso per esempio del Gheppio, Falco pellegrino, Allocco, Barbagianni etc. Anche in questo caso la distanza tra coppie riproduttive comunque dipende dall’idoneità dell’habitat e quindi dall’abbondanza di prede. In ambiente urbano per esempio non è raro trovare coppie di falchi pellegrini a distanza di soli 2 km una dall’altra.

Si possono distinguere due strategie per l’installazione di molteplici nidi artificiali:

a) Installare pochi nidi e aumentare di anno in anno il loro numero fino a raggiungere una buona percentuale di occupazione

b) Installare molti nidi artificiali e negli anni successivi eliminare man mano quelli non occupati per spostarli in altre zone.

In genere io preferisco la seconda strategia, sebbene più costosa. Il motivo principale è che pur conoscendo l’ecologia e le abitudini e preferenze delle specie non siamo in grado di capire esattamente tutti i parametri in base ai quali una coppia sceglie un nido, offrire dunque diversi nidi nella stessa zona aumenta le probabilità di occupazione di un nido perché darà la possibilità agli uccelli di scegliere quello che preferiscono di più sulla base di parametri che spesso noi stessi non possiamo prevedere. Questa strategia si può applicare sia per i piccoli Passeriformi, sia per le specie gregarie e anche per le specie di maggiori dimensioni e rapaci notturni o diurni. In un giardino privato di 1 ettaro per esempio si possono installare 5-6 nidi per passeriformi, in punti diversi, con orientamenti di versi, altezze diverse e magari un po’ differenziati come tipologia (un paio di box chiusi piccoli, un paio di box chiusi medi e un paio di box semi-aperti piccoli). Allo stesso modo in un bosco dove si vorrebbe aiutare gli allocchi si possono installare 3-4 nidi per ogni punto così da dare maggiore possibilità di scelta a ogni singola coppia; stesso discorso vale per il Gheppio, il Falco pellegrino e tutti gli altri rapaci ma anche per Martin pescatore, Upupa e Ghiandaia marina.

 

 

Quando posizionare i nidi artificiali

Per le specie stanziali (per es. Cinciarella, Cinciallegra) sarebbe meglio montare i nidi già in inverno perché queste specie iniziano a riprodursi molto presto, già a fine marzo/primi di aprile possono costruire il nido; mentre per specie migratrici come Codirosso, Pigliamosche ma anche Rondini e Rondoni, Upupa, Assiolo etc i nidi possono essere installati anche nel mese di febbraio/marzo; queste specie infatti impiegheranno più tempo per iniziare il ciclo riproduttivo e solitamente deporranno la prima covata in aprile o anche maggio. I rapaci come gli allocchi possono già essere in corteggiamento in gennaio dunque i nidi artificiali per questa specie andrebbero collocati con ulteriore anticipo, per esempio già in settembre/ottobre.

 

 

Controllo dei nidi artificiali

Il periodo della riproduzione è molto delicato per tutti gli animali e avvicinarsi ai nidi per controllarli frequentemente è pericoloso oltre che inutile e spesso controproducente soprattutto se la stagione riproduttiva è ancora all’inizio, gli uccelli potrebbero infatti spaventarsi dall’eccessiva presenza umana vicino al nido e non utilizzarlo.

 

Come fare allora?

La cosa migliore, soprattutto nei nidi di Passeriformi è quella di appostarsi a distanza e osservare le attività intorno al nido. I Passeriformi sono molto attivi, nella prima fase del periodo riproduttivo trasportano materiali per costruire il nido interno, durante la cova spesso la femmina esce per sgranchirsi e alimentarsi oppure il maschio entra nel nido a portare un’imbeccata per la femmina e durante il periodo dell’allevamento dei pulli i genitori entrano ed escono dal nido con frequenza molto elevata (5-10 minuti circa). Per altri tipi di nido dove magari l’attività osservabile esternamente è più ridotta oppure è notturna, come nel caso dei rapaci notturni, si può fare un controllo singolo e veloce dentro il nido cercando però di prevedere con la massima sicurezza il momento giusto in cui farlo, studiando la biologia della specie; per esempio, il momento in cui preferisco controllare i nidi per gli allocchi è Aprile, alcune coppie depongono già a marzo,  altre possono deporre dopo, se effettuo il controllo nella prima settimana di aprile sono sicuro che ormai tutte le coppie avranno deposto le uova e quindi posso andare a colpo sicuro; in questo caso, inoltre, trattandosi di un animale notturno il controllo va fatto alla sera, poco dopo l’imbrunire, così da evitare di spaventare e provocare la fuga della femmina in cova durante il giorno quando il nido può essere più esposto a predatori come i Corvidi.

 

Webcam e fototrappole: sistemi non invasivi

Un buon modo per controllare i nidi, divertirsi a osservare le attività degli adulti e assistere a tutte le fasi della riproduzione senza disturbare, è quello di utilizzare delle webcam o telecamere di sorveglianza che possano trasmettere in diretta le immagini al vostro computer a casa o alla tv; questi sistemi sono validi se i nidi sono abbastanza vicini alla vostra abitazione; nel caso di nidi distanti, invece, si possono usare le fototrappole, queste non trasmettono in diretta ma filmano, attraverso un sensore di movimento, tutte le volte che ci sono movimenti degli adulti nel nido o nelle sue vicinanze.

 

Approfondimento:

Se non si vuole portare con se una scala in situazioni di controllo di nidi artificiali posizionati in alto si può usare una telecamera endoscopica collegata a una prolunga telescopica. Le telecamere endoscopiche ormai si acquistano a poco prezzo su Amazon, si collegano direttamente allo smartphone e sono disponibili sia in versione con cavo che via wi-fi.

 

  

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Quanto bisogna aspettare?

Quando si posiziona un nido artificiale, soprattutto se si è alla prima esperienza, si è speso impazienti di vederlo occupato. I Passeriformi in genere occupano abbastanza facilmente i nidi artificiali soprattutto in ambienti dove vi è scarsità di cavità naturali. Sicuramente se al posto di un solo nido ne piazzate di più, ad esempio da 3 a 5 in un giardino anche piccolo, la probabilità di occupazione già nel primo anno è elevata. In linea generale la certezza per capire se un nido è valido o è inutile e andrebbe spostato la si può avere solo dopo 3-4 anni, sia per gli uccelli Passeriformi che per le altre specie (Coraciformi, rapaci notturni, rapaci diurni etc).

 

Nidi particolari

In commercio esistono molte tipologie di nidi artificiali, molti di questi a forma di casette, automobili etc.. hanno solo una funzione estetica e non sono utili per gli uccelli, anzi, possono pure essere pericolosi qualora fossero occupati. Diffidate da questo tipo di nidi e usate solo nidi in legno o cemento appositamente realizzati per lo scopo della nidificazione oppure costruite voi stessi i nidi in legno seguendo le istruzioni specifiche.

 

Nidi e mangiatoie

Vedo spesso foto di mangiatoie con annessi nidi artificiali; questo abbinamento non serve a niente e soprattutto può essere controproducente da un punto di vista igienico. Sicuramente se nelle vicinanze delle mangiatoie ci sono dei nidi artificiali può essere cosa utile perché già durante l’inverno gli uccelli si abitueranno alla presenza dei nidi e magari inizieranno già a esplorarli per poi usarli in primavera. Collocare invece un nido artificiale insieme alle mangiatoie non aumenta le probabilità di occupazione e può provocare problemi sanitari a causa dei numerosi uccelli che frequentano la mangiatoia e che possono trasportare parassiti e sporcano il nido con le loro deiezioni. 

 

Manutenzione e igiene dei nidi artificiali

In inverno (novembre/dicembre) quando la stagione riproduttiva sarà terminata è utile pulire e manutenzionare i nidi artificiali;  anche se i nidi sono costruiti con cura e usando materiali di qualità una manutenzione  è sempre necessaria se possibile una volta l’anno, se si hanno molti nidi da gestire andrebbe comunque fatta almeno una volta ogni 2 anni. Il controllo dei nidi non va fatto solo per la manutenzione ma anche per la gestione igienica, soprattutto nei nidi di Passeriformi che sono soliti trasportare molto materiale organico per costruire un nido e questo materiale è un covo per molti insetti tra cui diverse specie di parassiti; per questo motivo sarebbe utile ogni anno svuotare i nidi dei Passeriformi (che comunque ogni anno ricostruiscono i nidi da zero) e sanificarli usando insetticidi biologici non dannosi per gli uccelli (facilmente reperibili presso i negozi di animali); questa pulizia andrebbe fatta anche nei nidi di uccelli che non portano materiale perché comunque sul substrato si accumula sporcizia, resti di cibo e anche insetti indesiderati e parassiti; solitamente gli inverni rigidi provocano una sanificazione naturale dei nidi ma ormai sono sempre più rari e molte specie di uccelli spesso cambiano i siti di nidificazione di anno in anno soprattutto se l’inverno non è stato sufficientemente freddo; per questo motivo la sanificazione dei nidi andrebbe fatta ogni anno e su ogni nido di qualsiasi specie; si può usare uno spray acaricida come il Foractil.

Il controllo invernale dei nidi va eseguito anche per la manutenzione fisica dei nidi; è utile controllare se tutte le componenti del nido sono ancora integre e ben stabili, se presentano spaccature, se il nido stesso è ancora saldamente fissato, se la cerniera del tetto si è arrugginita etc. Anche l’impregnante che protegge esternamente i nidi dalla pioggia andrebbe rinnovato con una mano data direttamente sul campo ogni anno. Per questo è importante durante i controlli portarsi un po’ di attrezzatura:

-Martello e chiodi

-Viti autofilettanti  e cacciaviti o avvitatore a batteria (in alternativa a martello e chiodi)

-Impregnante all’acqua e pennello

-Cerniere di riserva

-Pezzi di ricambio dei nidi oppure nidi di riserva nuovi, da sostituire direttamente in caso di bisogno

-Insetticida per uccelli

Bisogna però porre molta attenzione durante i controlli per la manutenzione, alcuni animali potrebbero usare i nidi per l’ibernazione per esempio il Ghiro e il Moscardino; in questo caso è bene non disturbarli e abbandonare subito il posto. Anche i Rampichini possono decidere di usare i nidi artificiali come roost notturni (dormitori notturni) durante l’inverno dunque durante i controlli è bene essere sempre cauti e se il nido è occupato non disturbare e allontanarsi subito.

 

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Nidi artificiali per le diverse specie di Uccelli e altri animali

 

Passeriformi

Sono i principali utilizzatori di nidi artificiali ma solo le specie che nidificano in cavità possono sfruttarli, le altre specie che costruiscono nidi nella vegetazione invece, solitamente, non usano i nidi artificiali (ad esempio i Silvidi come la Capinera, la Sterpazzola o i Fringillidi come il Cardellino, il Verdone, il Fringuello etc). Un breve elenco delle principali specie di piccoli passeriformi che possono avvantaggiarsi grazie ai nidi artificiali è presentato nei paragrafi successivi.

 

Pettirosso

Usa le cassette nido di rado, soprattutto in collina, infatti durante il periodo riproduttivo i Pettirossi si spostano a maggiore altitudine e abbandonano la pianura. Preferisce le cassette semi-aperte.

 

Codirosso comune

I codirossi, migratori africani, arrivano come le rondini in primavera nel nostro territorio per riprodursi e ripartire per l’africa in settembre. Sono tra i più comuni utilizzatori delle cassette nido insieme alle cince e come loro preferisce le cassette nido a box chiuso di dimensioni piccole ma può nidificare anche in box chiusi medi o addirittura grandi (per es il modello da upupa).

 

Codirosso spazzacamino

Questa specie a differenza del Codirosso comune non è un migratore, vive tutto l’anno in Italia; come il pettirosso preferisce le cassette a box semi-aperto di piccola dimensione.

 

Scricciolo

Pur essendo un tipico abitante dei boschi non è raro che lo scricciolo si adatti anche ai giardini e vi possa nidificare; in questi casi può adoperare anche le cassette nido, il modello a box semi-aperto è il migliore.

 

Ballerina bianca

In natura questo elegante uccello sfrutta spesso manufatti per la costruzione del suo nido, da fessure a livello del terreno fino ai tetti delle abitazioni. Può utilizzare nidi artificiali del tipo a box semi-aperto di dimensione piccola o media.

 

Pigliamosche

Come il Codirosso comune anche il Pigliamosche è un migratore, arriva in primavera dall’Africa per riprodursi nel nostro territorio; nidifica in cavità e se disponibili può usare le cassette nido, preferendo il modello a box piccolo semi-aperto.

 

Cinciallegra

La Cinciallegra è la specie di cincia più comune insieme alla Cinciarella e sicuramente è la specie che più di tutti gli altri uccelli utilizza i nidi artificiali. Se posizionate un nido artificiale a box piccolo chiuso in giardino è molto probabile che venga utilizzato da una coppia di Cinciallegre.

 

Cinciarella

Più piccola della precedente, anche la Cinciarella è comune in molti tipi di habitat anche urbani e antropizzati. Utilizza ben volentieri i nidi artificiali, preferendo sempre i box piccoli chiusi.

 

Cincia bigia

Anche se non comunissima come le due precedenti specie di cince, la Cincia bigia può utilizzare nidi artificiali a box piccolo chiuso.

 

Cincia mora

È la cincia più piccola d’Europa e come le altre cince può utilizzare per nidificare le cassette nido artificiali, in particolare quelle a box piccolo chiuso.

 

Cincia dal ciuffo

Specie tipica di boschi montani, non si trova se non raramente i ncaso di inverni molto rigidi a livelli collinari o di pianura. Nidifica nei boschi di Conifere e può utilizzare nidi artificiali a box piccolo chiuso.

 

 

Picchio muratore

Specie comune nei boschi ma anche nei parchi urbani e nei giardini, è stanziale, vive in Italia tutto l’anno e, in natura, sfrutta le cavità scavate dai veri Picchi per nidificare ma rimpicciolisce l’entrata usando del fango, per questo è chiamato “muratore”. Se disponibili può utilizzare anche nidi artificiali a box piccolo chiuso ma può usare anche i box chiusi medi o anche grandi dove provvederà a rimpiccolire il buco d’entrata con il fango.

 

Rampichino

Anche il Rampichino è un tipico abitante dei boschi e dei parchi urbani, più difficilmente vive nei giardini a meno che non siano presenti dei grandi alberi. In natura nidifica sfruttando fessure tra le cortecce degli alberi e può usare anche nidi artificiali con una forma appositamente progettata (“ a fessura”); può usare i nidi artificiali anche in inverno come dormitorio notturno.

 

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Passeri

Le diverse specie di passeri (Passera domestica, Passera d’Italia, Passera mattugia, Passera sarda) fino a qualche decennio fa tra gli uccelli più comuni in ambienti urbani e agricoli, possono usare i nidi artificiali in assenza di altre cavità dove costruire il loro nido. Possono usare le cassette a box piccolo chiuso o nidi specifici appositamente costruiti per i passeri.

 

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Rondine e Balestruccio

A causa della modernizzazione delle stalle e degli edifici anche le Rondini e i loro cugini Balestrucci trovano sempre più difficoltà nella nidificazione. Le Rondini stanno scomparendo anche da ambienti ricchi di cibo come gli allevamenti di bestiame a causa delle moderne stalle che con le loro pareti in cemento liscio impediscono alle rondini di costruire i nidi. In questi casi il posizionamento di semplici piattaforme in legno dove le rondini possano costruire i loro nidi possono essere di grandissimo aiuto. Esistono anche nidi artificiali per Rondini e Balestrucci a forma di semicoppa per le rondini e a forma di coppa arrotondata con foro di accesso superiore per i Balestrucci, e che stimolano maggiormente queste specie a nidificare.

 

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Altre specie di Uccelli

Upupa

Bellissimo uccello migratore, arriva in Italia dall’Africa in primavera per riprodursi; frequenta diverse tipologie di habitat sia in pianura che in collina; si alimenta sul terreno grazie al suo lungo becco che gli consente di estrarre larve di insetti da sottoterra, la presenza di campi con erba rada è dunque un parametro importante per la sua presenza ma anche il sito di nidificazione può essere un fattore limitante; l’upupa infatti nidifica all’interno di cavità naturali o artificiali, per esempio nidi di picchio abbandonati, cavità naturali nei tronchi o fessure su vecchi muri a secco. I nidi artificiali sono dunque molto utili per questa specie; il modello più adatto è il box chiuso medio di forma allungata; questo tipo di nido può essere occupato anche dall’Assiolo e dal Torcicollo ma anche da Storno, Codirosso e Cinciallegra. L’Upupa non costruisce alcun nido per questo è importante che all’interno del box artificiale sia presente un fondo di terriccio, humus, cortecce, foglie. A volte l’Upupa utilizza come nido fessure poste molto in basso sul terreno dunque i nidi artificiali per Upupa possono essere montati anche ad altezze relativamente basse (1-2 metri da terra).

 

Ghiandaia marina

Un altro stupendo componente dell’ordine dei Coraciformi, anche la Ghiandaia marina è un migratore primaverile che arriva in Italia dall’Africa in primavera per riprodursi. Dal punto di vista alimentare è molto più adattabile rispetto all’Upupa e come questa sfrutta cavità naturali o artificiali per la riproduzione ad esempio cavità naturali sui tronchi, vecchi nidi di Picchi, fessure nei muretti a secco etc. E anche in questo caso l’installazione di nidi artificiali può essere di grande aiuto per questa specie. Il nido preferito è il box semi-aperto o chiuso di dimensione medio-grande.

 

Martin pescatore

È l’unica specie dell’ordine Coraciformi che non migra ma è stanziale e vive tutto l’anno nei nostri territori. Ovunque ci sia un bacino d’acqua con del pesce il Martin pescatore è presente. In natura nidifica scavando delle gallerie lunghe fino a un metro nei terrapieni sabbiosi nei pressi di fiumi, ruscelli o altri bacini dove la specie vive. Non sempre il Martin pescatore ha la fortuna di trovare il punto giusto dove scavare la galleria nido e per questo motivo i nidi artificiali possono essere di grande aiuto per facilitarne la riproduzione. Il nido artificiale per il Martin pescatore è piuttosto complesso da costruire e di difficile reperimento in commercio; va posizionato su argini o terrapieni sottoterra in modo tale che simuli una galleria; l’importante è che non sia proprio sulla sponda per evitare che si possa allagare in caso di piene o innalzamenti del livello dell’acqua e deve essere realizzato con materiali di prima qualità o meglio ancora in cemento poiché essendo posizionato sotto terra è soggetto a forte umidità che potrebbe degradare rapidamente il legno scadente.

 

Rondoni 

Tipicamente i Rondoni nidificano nelle fessure degli edifici ad esempio sotto le tegole ma le moderne abitazioni sono sempre più sterili e non presentano più fessure come le abitazioni di un tempo; per questo motivo è importante installare cassette nido apposite così da favorire la nidificazione di questi importantissimi uccelli. La cassetta nido più adatta per i rondoni è il box chiuso orizzontale e con fessura d’entrata bassa; un singolo box può essere suddiviso in 2 o 3 camere per favorire dunque la riproduzione di 2-3 coppie contemporaneamente (il rondone è una specie gregaria). È importante che all’interno sia presente una finta coppa in legno o in cemento che faciliti per il rondone la costruzione del suo nido. Le cassette nido per Rondoni possono essere utilizzate sia dal Rondone comune, la specie più abbondante, sia anche dal Rondone pallido e dal rondone alpino o maggiore.  

 

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Nidi artificiali per rapaci notturni

Barbagianni 

Uno dei principali motivi di calo delle popolazioni di Barbagianni soprattutto in Pianura Padana è proprio la difficoltà per questa specie di trovare siti di nidificazione adatti; da sempre il Barbagianni ha convissuto con l’uomo sfruttando le sue strutture artificiali per riprodursi e avvantaggiandosi dalle enormi popolazioni di micromammiferi roditori che si sono create con l’agricoltura (e svolgendo anche un importante ruolo nel controllo biologico dei roditori); in inglese infatti il nome del Barbagianni è Barn Owl cioè gufo delle stalle. È tipicamente una specie legata ad ambienti agricoli di pianura anche se si può trovare con densità più basse pure in collina. Sfrutta per la nidificazione i sottotetti o grandi cavità all’interno di casolari o stalle; pur essendo di poco più grande rispetto a una Civetta, il Barbagianni è molto esigente in termini di siti di nidificazione; mentre la Civetta si adatta a nidificare in cavità molto piccole addirittura anche sotto una tegola, il Barbagianni esige spazi più grandi; tali spazi però stanno venendo sempre più meno a causa della ristrutturazione delle vecchie case, la modernizzazione delle stalle che ormai sono realizzate come capannoni industriali, il crollo dei vecchi casolari; l’assenza di siti di nidificazione adatti, dunque, sta riducendo moltissimo le popolazioni di questo splendido rapace notturno in molte zone, soprattutto in Pianura Padana. I nidi artificiali dunque sono fondamentali per aiutare una ripresa della popolazione di Barbagianni in queste aree. Sono stati sperimentati e testati molti tipi di nidi artificiali per Barbagianni, l’importante è che siano di dimensioni adeguate; una delle tipologie di nido artificiale che ha prodotto i risultati migliori è il box chiuso grande sia verticale che orizzontale, con foro di entrata di 10-15 cm di diametro; queste cassette nido artificiali possono essere installate sia all’esterno delle strutture come stalle, granai, case, casolari ma anche all’interno di stanze nel caso di casolari o altre strutture abbandonate e anche su grossi alberi in mezzo alla campagna.

Nesting success and productivity of the Common Barn-owl Tyto alba: results from a nest box installation and long-term breeding monitoring program in Southern Hungary

 

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Nido artificiale per Barbagianni (Tyto alba), schema di costruzione

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Nido artificiale per Barbagianni (verticale)

 

Allocco 

Rapace notturno molto comune in ambienti boschivi, dunque principalmente in collina, ma lo si può trovare anche in città in presenza di parchi urbani con grandi alberi maturi; la possibilità di trovare cavità naturali negli alberi dove riprodursi infatti è un fattore critico per la presenza di questa specie sebbene si possa adattare anche a nidificare in nicchie artificiali (sono segnalati casi di riproduzione sul pavimento di casolari abbandonati, case in costruzione o anche sopra le balle di fieno nei fienili). I nidi artificiali a camino sono molto utilizzati da questo rapace notturno soprattutto in quelle situazioni in cui l’ambiente è idoneo, ricco di prede ma vi è carenza di nicchie idonee. Il fondo dei nidi deve avere 3-4 cm di terriccio e materiale del sottobosco (foglie, pezzi di corteccia etc). L’allocco può utilizzare i nidi artificiali anche come dormitorio diurno durante la stagione invernale.

 

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Nido artificiale per Allocco (Strix aluco) "a camino", schema di costruzione

 

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Nido artificiale orizzontale occupato da una coppia di Allocchi (Strix aluco)

 

Assiolo 

L’unico rapace notturno migratore primaverile che abbiamo in Europa, nonostante le sue piccole dimensioni. Gli Assioli si adattano a ogni tipo di ambiente, sia in pianura che in collina ma anche in città, parchi urbani, giardini etc e non hanno grandi difficoltà a trovare siti per la riproduzione perché solitamente sfruttano i nidi abbandonati dai Picchi. L’installazione di cassette nido artificiali può comunque aiutare il loro insediamento in zone nuove ove non siano presenti buchi di Picchio. Il modello più adeguato è il box chiuso medio o grande con foro di entrata di almeno 6 cm; ho avuto nidificazioni di assiolo anche in vecchi nidi a box chiuso piccoli usati dalle cince con buco piccolo ma allargato dal picchio rosso maggiore. Se il cibo è abbondante, pur essendo una specie territoriale come tutti i rapaci notturni, è possibile avere nidificazioni di Assioli molto ravvicinate, ad esempio nidi occupati a poche decine di metri di distanza uno dall’altro.  Come per tutti i rapaci notturni è importante porre sul fondo dei nidi artificiali per Assiolo una base di 3-4 cm di terriccio e/o materiale del sottobosco (foglie, pezzi di corteccia etc).

 

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Nido artificiale a box chiuso, molto usurato, inizialmente occupato da Cinciallegra ma il Picchio rosso maggiore ha allargato il foro per predare i pulli delle cince e nell'anno successivo è stato occupato dall'Assiolo grazie al buco più ampio.

 

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Nido artificiale per Assiolo (Otus scops) a cui è stata applicata una corteccia frontale per renderlo più naturale

 

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Civetta 

Come l’Assiolo anche la Civetta, rapace di piccole dimensioni, nidifica sfruttando cavità naturali (nidi di Picchi) ma soprattutto artificiali e si adatta in spazi anche molto piccoli, per esempio sotto una tegola. In genere questa specie non ha alcuna difficoltà a trovare nicchie adatte per la riproduzione e per questo motivo non ha necessità di nidi artificiali e, anzi, la probabilità di occupazione di un nido artificiale da parte della civetta è piuttosto bassa solitamente. Il nido più adatto è il modello a tunnel, che simula la tipologia di nicchia per il nido preferita da questo piccolo rapace notturno. È importante porre del terriccio o sabbietta di fiume nel fondo del nido.

 

 

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Nido artificiale a tunnel per Civetta (Athene noctua)

 

Gufo comune 

In natura il Gufo comune sfrutta i vecchi nidi di Corvidi, principalmente Gazza e Cornacchia grigia, per deporre le sue uova; può essere “aiutato” qualora negli alberi in una determinata zona non siano presenti nidi di Corvidi, installando dei nidi artificiali a coppa, aperti; per realizzare questo tipo di nidi si possono intrecciare a mano dei rametti simulando un nido di corvide oppure si possono usare dei cestelli già pronti per esempio quelli in vimini o quelli in plastica (in quest’ultimo caso però è bene inserire all’interno comunque dei rami a simulare un nido di corvide).

 

Civetta nana

Questo minuscolo rapace notturno nidifica regolarmente nelle Alpi e utilizza cavità naturali, solitamente buchi di Picchi per la riproduzione; può usare cassette nido artificiali soprattutto in quegli ambienti dove i nidi di Picchi scarseggiano; molto valide ono le cassette nido piccole o medie, che può usare anche in inverno come dormitorio diurno.

 

Civetta capogrosso

Strigiforme tipico delle foreste di conifere tra i 1200 e i 1700 metri di quota  si riproduce in cavità naturali sfruttando i nidi dei Picchi (soprattutto del Picchio nero). I modelli più adatti sono i nidi a box chiuso di dimensione media o meglio ancora grande.

 

Allocco degli Urali

Attualmente presente solo in poche zone del Friuli-Venezia Giulia questa specie può trarre molti vantaggi dai nidi artificiali soprattutto in presenza di boschi giovani dove gli alberi sono ancora troppo piccoli per presentare cavità adatte alla nidificazione. Il nido artificiale più adatto è il box chiuso di grande dimensioni.

 

Nidi artificiali per rapaci diurni

 

Gheppio 

Questo piccolo falco è molto comune e si può trovare in molte tipologie di ambienti; sfrutta molte tipologie di siti per la nidificazione, da fessure naturali sulla roccia o artificiali a nicchie su edifici, ma anche nidi di corvidi abbandonati; se presenti usa volentieri le cassette nido artificiali che possono essere un ottimo strumento per incrementarne le popolazioni se la disponibilità di cibo è abbondante. Anche come tipologia di cassette è una specie molto adattabile, tipicamente la forma migliore è il box semi-aperto di dimensione grande ma può usare anche nidi aperti a piattaforma o nidi a box chiuso grande. Le cassette nido da gheppio a box semi-aperto possono essere utilizzate anche da altre specie quali la Taccola, la Cornacchia grigia e il Gufo comune.

 

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Nido artificiale per Gheppio (Falco tinnunculus), schema di costruzione

 

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Costruzione di nido artificiale per Gheppio

 

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Falco pellegrino 

In natura il pellegrino nidifica tipicamente nelle pareti rocciose e nelle falesie sul mare ma può usare anche cassette nido artificiali; già diversi decenni fa negli Stati Uniti durante il progetto di reintroduzione di questa specie operato dal Peregrine Fund furono installati numerosi nidi artificiali per Falco pellegrino in ambiente urbano con ottimi risultati. Il pellegrino è un falco molto adattabile, può vivere in tutti gli ambienti e l’unico fattore limitante per la sua presenza è proprio il sito per la nidificazione; i nidi artificiali sono dunque un ottimo strumento per fare in modo che nuove coppie occupino nuovi territori. Il tipico nido da falco pellegrino è a box grande aperto frontalmente; questi nidi devono essere installati però a notevole altezza, dai 20 metri in su (sono conosciute nidificazioni di Falco pellegrino in edifici fino a 110 metri di altezza).

 

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Nido artificiale per Falco pellegrino (Falco peregrinus), schema di costruzione

 

 

Cassette nido per Mammiferi

 

Bat-box per Pipistrelli 

Specie di grandissima importanza ecologica e per questo particolarmente protette dalla legge. Consumano enormi quantità di insetti e dunque sono molto utili per l’uomo. Purtroppo molte specie sono in declino e le cause di declino sono molteplici, dall’uso degli insetticidi alla perdita di habitat. Cassette nido artificiali per pipistrelli, dette “bat-box” sono molto utili sia per le specie così dette “antropofile” cioè che vivono in ambienti urbani e antropizzati che per le specie di bosco. La forma delle bat-box simula le fessure naturali o artificiali dove i pipistrelli si rifugiano solitamente; in generale sono piatte e con fessura di entrata posta inferiormente.

Le bat-box sono particolarmente utili in quegli ambienti dove vi è carenza di nicchie naturali o artificiali idonee ma dove l’habitat sarebbe valido per i chirotteri; installare bat-box in situazioni del genere non solo è di grande aiuto per i chirotteri ma aumenta molto le probabilità di occupazione, un po’ come avviene con i nidi artificiali per gli uccelli.

Le bat-box vanno posizionate in modo tale che siano raggiungibili in volo senza ostacoli nella traiettoria di volo verso l’entrata. L’altezza ideale è di 4-5 metri dal suolo sia su alberi che sui muri delle abitazione; andrebbero collocate più bat-box o almeno un paio con esposizioni diverse, sia verso nord per l’uso estivo sia vero sud per l’uso in inverno. I pipistrelli possono impiegare molto tempo prima di occupare le bat-box, in media almeno 1-2 anni ma spesso di più! Per questo motivo è bene usare cassette realizzate con materiali di prim’ordine e ben trattate contro gli agenti atmosferici perché devono resistere per molti anni. Se la cassetta è abitata si potrà capire dalla presenza degli escrementi di pipistrelli a terra; il controllo delle cassette per pipistrelli si può fare da terra usando una torcia per illuminare la fessura inferiore della bat-box. Sono numerose le specie che possono utilizzare le bat-box, ad esempio i Vespertili, i Rinolofidi (Ferro di cavallo maggiore e minore per es), il Serotino comune, la Nottola, gli Orecchioni e il Pipistrello nano e albolimbato.  

Se non siete esperti nel fai da te o non avete tempo potete acquistare a prezzi molto bassi le Bat Box direttamente su Amazon, scegliendo tra i numerosi modelli presenti.

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Bat-box per pipistrelli, schema di costruzione

 

Casette per Riccio 

Il riccio è un mammifero insettivoro molto comune nei parchi urbani e anche nei giardini privati dove svolge un ruolo molto utile contro animali fastidiosi degli orti come chiocciole e lumache di chi è ghiotto (può uccidere e mangiare anche le vipere). Normalmente svernano andando in letargo sotto le cataste di legna dove la temperatura è più mite anche nelle giornate fredde ma può essere aiutato con delle apposite casette per ricci; queste possono essere costruite in casa o comprate già pronte. Come per i nidi degli uccelli e le bat-box se si vuole massimizzare la probabilità di occupazione è meglio posizionare più casette in vari punti del giardino così da offrire maggior possibilità di scelta. Le casette possono essere usate dai ricci durante la bella stagione, anche per la riproduzione e soprattutto in inverno per il letargo, per questo motivo è importante collocarle in modo adeguato e in una posizione ben protetta e non disturbata; le sole pareti in legno della casetta, anche se ben costruita, non isolano a sufficienza da un punto di visto termico e ciò può provocare dei problemi ai ricci in letargo, per questo motivo è importante “coprire” la casetta o con della terra a formare una sorta di collinetta con uno spesso strato di terra che ha funzione isolante (almeno 20-3 cm) oppure con della legna, creando una vera a propria legnaia sopra e ai lati in modo tale che migliori l’isolamento termico. All’interno è bene posizionare una buona quantità di paglia e/o foglie e/o erba secca, con cui il riccio si creerà un piccolo nido.

Se non siete esperti nel fai da te o non avete tempo potete acquistare a prezzi molto bassi le cassette per Riccio direttamente su Amazon, scegliendo tra i numerosi modelli presenti.

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Casetta per Riccio (Erinaceus europaeus), schema di costruzione

 

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Nidi per Insetti

Anche alcune specie di insetti, particolarmente utili sia per l'uomo che per gli ecosistemi, possono trarre vantaggi dai rifugi artificiali realizzati appositamente. Si pensi ad esempio che le api selvatiche e i bombi hanno molta difficoltà a trovare siti adatti alla nidificazione. Sono numerosissimi i modelli di casette/rifugi artificiali per insetti disponibili oggi sul mercato, possono essere semplicemente costruiti in casa con pochi materiali oppure si possono acquistare già fatti su Amazon scegliendo tra numerosi modelli

 

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Casetta nido per diverse specie di Insetti (acquista su Amazon)

 

Aiutiamo gli uccelli a costruire i loro accoglienti nidi: materiale per i nidi

Il nido viene utilizzato dagli uccelli solo per la riproduzione; i passeriformi costruiscono nidi di diverse forme e dimensioni e in diversi luoghi (a terra, sull’erba, sui cespugli, sugli alberi, sulle cavità etc) ma tutti sono accomunate da un aspetto comune: l’interno del nido è ben imbottito e morbido per proteggere al meglio la prole e tenerla al caldo.

Possiamo aiutare tutti quegli uccelli che costruiscono un nido fornendo loro del materiale morbido adatto per imbottire la coppa interna; il materiale da nido può essere messo all’interno di retine a maglia larga oppure appeso a rami o fili usando delle mollette. In questo modo non solo si fornirà un aiuto agli uccelli ma ci si potrà anche divertire a osservarli quando vengono a prendere il materiale e lo portano al nido.

 

Materiale utilizzabile

-Peli di cani e gatti

-Crini di cavallo

-Piume di oca, gallina etc.

-Fili di lana e fili di cotone (meglio tagliarli in brevi pezzi di pochi cm)

-Muschio

-Fili d’erba sottili (graminacee)

-Fibre di Juta

 

 

 

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