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Come registrare i versi degli animali

 

Le tecnologie moderne consentono con maggiore facilità rispetto a tanti anni fa di registrare con elevati standard qualitativi le vocalizzazioni degli animali; la registrazione delle vocalizzazioni può essere utile per molti motivi:

-in ambito scientifico, per i ricercatori, registrare i canti aiuta a studiarli dettagliatamente attraverso gli appositi softwares di bioacustica così da poterne misurare con precisione i parametri (range di frequenze, forma d’onda etc); con tali dati è possibile eseguire analisi statistiche e quindi confrontare le vocalizzazioni, discriminare le differenze tra individui diversi, sottospecie, specie etc.

-per gli appassionati la registrazione delle vocalizzazioni è utile sia per costruirsi un archivio personale sia, soprattutto, per identificare le vocalizzazioni sconosciute, avendo la possibilità di ascoltarle e riascoltarle o inviarle a specialisti.

Ovviamente per ottenere registrazioni di buona qualità è consigliabile dotarsi di attrezzature di un certo livello e dunque mettere in conto una spesa elevata. Si possono usare i microfoni integrati delle fotocamere o videocamere o anche degli smartphone ma ovviamente non renderanno tanto bene quanto i microfoni direzionali appositi; allo stesso modo si può registrare l’audio su uno smartphone, su una fotocamera o videocamera o su un lettore mp3 ma solo i registratori digitali professionali (che costano qualche centinaio di euro) offrono capacità di registrazione audio in alta qualità

 

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Microfoni

Il microfono è l’elemento principale di ogni registrazione, da esso infatti dipenderà la qualità del suono registrato; un microfono non fa altro che captare le onde sonore e trasformare l’energia acustica di queste onde in un segnale elettrico che verrà poi digitalizzato sul registratore. Proprio sul microfono, dunque, è bene non andare troppo al risparmio.

Esistono due tipi principali di microfoni in base alla tipologia di trasduttore:

a) Microfoni dinamici: non hanno bisogno di alimentazione ma sono meno sensibili

b) Microfoni a condensatore: sono più sensibili, possono captare un range maggiore di frequenze, ma richiedono un’alimentazione. Spesso l’alimentazione è a basso voltaggio e il microfono può alimentarsi attraverso il jack audio stesso ma normalmente i più potenti e professionali microfoni a condensatore hanno bisogno di voltaggi elevati e dunque necessitano di batterie apposite.

Sono diversi i parametri che caratterizzano un microfono e le sue prestazioni oltre alla tipologia di trasduttore per esempio:

-Efficienza e sensibilità: è la caratteristica più importante, e determina la differenza tra microfoni di buona qualità e microfoni di scarsa qualità; un microfono di buona qualità avrà una elevata sensibilità e direzionalità consentendo di registrare suoni anche molto distanti.

-Range di frequenze: ogni microfono è in grado di percepire un range di frequenze ben preciso, per fortuna i microfoni moderni hanno range molto ampi e riescono a coprire tutte le esigenze per la registrazione di animali; ovviamente per registrare infrasuoni o ultrasoni sarà necessario usare microfoni appositi e ben diversi dai normali microfoni direzionali.

-Pattern polare (o direzionalità): solitamente rappresentato da un grafico che mostra la sensibilità del microfono rispetto alle frequenze e all’angolo di incidenza del suono. La direzionalità, solitamente, aumenta all’aumentare delle frequenze (cioè al diminuire della lunghezza d’onda). Dal punto di vista della direzionalità vi sono tre pattern principali: i microfoni omnidirezionali, quelli bidirezionali e quelli unidirezionali (detti anche semplicemente “direzionali”).  Il pattern direzionale è detto “cardioide” e i microfoni direzionali sono detti, in base al loro diverso grado di direzionalità, super-cardioidi, ultra-cardioidi o iper-cardioidi.

 

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I microfoni più utili per le registrazioni in natura come è facile immaginare sono quelli direzionali, cioè in grado di registrare suoni provenienti da una particolare direzione eliminando o riducendo il più possibile tutto il resto dei rumori ambientali (disturbo) incluso il vento.

I microfoni direzionali più utili sono:

1) Microfoni a condensatore

Sono microfoni direzionali super- o ultra-cardioidi detti “shotgun” a causa della loro forma molto allungata che somiglia alla canna di un fucile. Hanno costi elevati se si vogliono le massime prestazioni ma sono molto più comodi da utilizzare sul campo.

2) Microfoni a parabola

Questo sistema è costituito da un microfono piccolo e omnidirezionale abbinato a una parabola (solitamente di plastica). La parabola ha la capacità di raccogliere molto meglio i suoni provenienti da una precisa direzione dove è puntata, grazie alle sue ampie dimensioni che funzionano come un padiglione auricolare, e convogliarli sul punto di fuoco dove è puntato il microfono. Un microfono a parabola dunque è in grado di registrare con buona qualità e isolamento dal disturbo dei suoni fino anche a 50 o più metri di distanza (ovviamente la qualità della registrazione dipende dal microfono omnidirezionale abbinato alla parabola), è come se fosse un teleobiettivo fotografico in grado di “avvicinare” il soggetto di circa 10 volte, dunque un suono a 50 metri verrebbe registrato come se fosse a soli 5 metri di distanza.

L’efficacia di un microfono a parabola è data dal diametro della parabola stessa in funzione della lunghezza d’onda del suono che si sta registrando; la parabola amplifica meglio le frequenze alte, mentre su quelle più basse non ha la stessa efficienza. La sua capacità di amplificazione del suono e la sua direttività aumentano proporzionalmente con l’aumentare del rapporto tra diametro della parabola e lunghezza d’onda del suono che si sta registrando; per lunghezze d’onda maggiori del diametro della parabola, la risposta e principalmente quella del microfono stesso abbinato alla parabola; all’aumentare della frequenza, man mano che la lunghezza d’onda si riduce rispetto al diametro della parabola, aumenta l’amplificazione e la direzionalità. Per esempio, affinché una parabola riesca ad amplificare bene suoni a 100 Hz, dovrebbe avere un diametro maggiore di 3 metri. Poiché i diametri più utilizzati per le parabole vanno dai 45 al massimo ai 90 cm, la loro efficienza come amplificazione e direzionalità andrà dai 750 ai 375 Hz. I suoni registrati da un microfono con parabola possono essere lasciati così senza ulteriori modifiche e solo un orecchio ben allenato potrebbe accorgersi che le frequenze più alte sono più amplificate; oppure possono essere modificati via softwares per “equalizzare” le frequenze attenuando le alte e riportando il segnale a una certa naturalità. Sul web esistono molte guide per costruire un microfono parabolico, ad esempio questa pagina (in inglese) o questo interessante pdf in italiano.

Qual è la scelta migliore? Entrambe queste tipologie di microfoni hanno vantaggi e svantaggi: i microfoni a condensatore “shotgun” hanno una portata in termini di distanza di registrazione più limitata a meno che non si scelgano modelli super-professionali (che costano alcune migliaia di euro), mentre un microfono a parabola consente di avere risultati uguali ma spendendo cifre ben inferiori. Lo svantaggio dei microfoni a parabola è che essi offrono buone prestazioni se la parabola è grande almeno 50-60 cm e dunque sono più scomodi da trasportare e da utilizzare sul campo.

 

 

Protezioni dal vento

I microfoni vengono solitamente già forniti con una copertura spugnosa che serve a eliminare il disturbo dovuto al vento ma questa spugna è sufficiente solo in caso di una lieve brezza. Se il vento è superiore esiste un altro sistema che è detto “dead-cat” o “gatto morto” si tratta di un cappuccio di pelo solitamente di coniglio o finto che grazie alla sua struttura riesce ad eliminare maggiormente il rumore del vento sebbene non faccia miracoli in caso di vento molto forte.

 

 

 

Registrazioni ambientali (“Soundscapes”)

A volte, oltre alla registrazione specifica di vocalizzazioni con microfoni direzionali, può essere utile e stimolante registrare i “paesaggi sonori” (“Soundscapes”) cioè effettuare registrazioni ambientali. Gli ambienti naturali si caratterizzano, infatti, non solo per l’habitat, le specie vegetali, l’altitudine etc ma anche per i suoni caratteristici che vi sono presenti, suoni che possono essere generati da fenomeni naturali come il vento, un ruscello, le onde e anche dagli animali che vi vivono. Tutti questi rumori creano delle “biofonie” che sono caratteristiche di ogni ecosistema; e se ci si trova in ecosistemi antropizzati anche i suoni di origine antropica fanno parte del paesaggio sonoro. Per registrare un paesaggio sonoro si utilizzano microfoni omni-direzionali oppure del tipo XY; i microfoni XY sono un abbinamento di due microfoni parzialmente direzionali orientati in maniera opposta e registrano i suoni provenienti da tutte le direzioni in modo stereo, con un volume simile, sono presenti in molti tipi di registratori digitali.

 

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Registratori digitali

L’audio può essere registrato in vari modi; se si usa un microfono direzionale esterno è possibile collegarlo a una fotocamera (che abbia un jack audio-in e le funzioni video), a una videocamera, a uno smartphone o ad un registratore digitale.

Fotocamere-Videocamere

Molti modelli di fotocamere sono in grado di registrare anche video e di conseguenza l’audio; non tutti i modelli però sono dotati di jack audio-in per collegare microfoni esterni; alcuni modelli hanno solo il jack di entrata audio ma non hanno il jack audio-out per collegare delle cuffie, che come si è detto sono fondamentali. Le videocamere sono più specializzate nella registrazione di video e quasi tutti i modelli (tranne quelli piccoli/palmari più economici) hanno i jack di entrata e uscita audio per collegare microfono esterno e cuffie. Fotocamere e videocamere sono utili se oltre alle registrazioni audio si vuole documentare con un video la specie, altrimenti è scomodo usare una fotocamera o videocamere per registrare solo l’audio, i files occuperebbero più spazio e inoltre una volta a casa è necessario estrarre il file audio dal video con appositi software.

Smartphone

I moderni Smartphone ormai hanno così tante funzioni che stanno sostituendo numerosissime attrezzature. Se non si vuole acquistare un registratore digitale apposito si può sfruttare il proprio Smartphone. Se dotato di jack audio da 3,5’’ si può collegare allo Smartphone, attraverso un apposito cavo sdoppiatore, sia un microfono esterno che le cuffie per monitorare la registrazione audio; esistono numerose app, anche gratuite, che trasformano gli smartphone in buoni registratori digitali.

App Android: ASR Voice Recorder (registra anche in formato Wav)

App iPhone: Voice Recorder HD

Sdoppiatore jack audio

Si può anche trasformare uno smartphone, ad esempio un vecchio un vecchio modello che non si utilizza più, in una trappola bioacustica installando apposite app come ad esempio Automatic Audio Recorder, o Auto Recorder (per Android).

 

Registratori digitali

L’uso di appositi registratori digitali è solitamente la soluzione più efficiente e utilizzata per le registrazioni delle vocalizzazioni. Ne esistono molti modelli, da quelli più economici a quelli più costosi e professionali. Ovviamente i modelli più costosi offrono le prestazioni migliori sia intermini di qualità audio che di funzionalità integrate. I registratori digitali hanno solitamente uno o due microfoni omnidirezionali integrati ma è ovviamente importante che abbiano sia un jack audio-in per collegare un microfono esterno sia un jack audio-out per collegare le cuffie. 

 

 

I migliori registratori digitali: consigli per gli acquisti

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Tra i prodotti più consigliati vi sono sicuramente i vari modelli della Tascam e gli Zoom serie H, hanno prezzi elevati rispetto ad altri prodotti ma offrono prestazioni eccellenti oltre che una grande quantità di funzioni.

Un ottimo prodotto è lo Zoom H2n, dotato di registrazione in wav, autorecording, pre-recording e tante altre funzioni.

Per iniziare, se non si vuole spendere troppo, il Mibao è un'ottima soluzione; registratore digitale ricco di funzioni tra cui anche l'auto-recording che lo trasforma in un'ottima "trappola bioacustica"

 

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Caratteristiche di un registratore digitale

-Frequenza di campionamento (Hz)

La frequenza di campionamento indica con quante misurazioni (campionamenti) al secondo viene misurato l’audio e memorizzato e si esprime in Hz (cioè numero di misurazioni al secondo). Aumentando la frequenza di campionamento si hanno più informazioni reali e si ricostruisce un’immagine molto più accurata del segnale audio, dunque si ha migliore qualità sonora.

Le frequenze di campionamento più utilizzate vanno dai 44,1 kHz (quella dei CD audio) fino a 192 kHz. Ovviamente una frequenza elevata come ad esempio 96 kHz o, ancora meglio, 192 kHz, restituiscono qualità audio migliore.

Elevate frequenze di campionamento però hanno qualche svantaggio: richiede attrezzature di qualità con processori più potenti e crea files audio di dimensioni maggiori che dunque occupano più spazio in memoria. Si consideri che già la qualità audio da “CD” a 49 kHz è molto buona, come punto di partenza.

 

-Profondità in Bit

Dei bit si è già parlato nella sezione fotografica dei questo sito. Ma facciamo un ripasso veloce: bit è una abbreviazione dei termini “binary digit” e rappresenta una singola unità di codice binario che può avere un valore di 1 o 0; più bit si utilizzano maggiore è il numero di loro combinazioni che si possono ottenere ad esempio 4 bit danno origine a 16 combinazioni.

Nel mondo digitale i bit vengono usati per codificare informazioni ed ognuno di questi bit è assegnato uno specifico valore.

Come abbiamo detto, per esempio a 4 bit possono essere associati 16 valori possibili perché sono possibili 16 combinazioni, allo stesso modo a 8 bit possono esser associati 256 valori, a 16 bit 16.536 valori e a 24 bit 16.777.215 valori.

Nel caso dell’audio digitale a ogni valore di bit è associata un’ampiezza specifica dell’onda audio, si parla dunque di profondità di bit; maggiore è la profondità di bit, maggiore sarà la differenza tra il volume più alto e più basso e dunque più ampia sarà la gamma dinamica (o range dinamico) della registrazione.

 

-Range dinamico

Il range dinamico nel mondo dell’audio digitale è simile al range dinamico nella fotografia; nell’audio è lo spazio tra il volume più alto e quello più basso di una registrazione mentre nella fotografia (dove è anche detto “latitudine di posa”) è lo spazio tra l’intensità luminosa massima e quella minima misurabili in una immagine.

Nel mondo audio il range dinamico si misura in decibel (dB). Come regaola generale per ogni bit in più il range dinamico aumenta di 6dB per esempio un aumento di 4 bit porta ad un range dinamico di 24 db in più, 8 bit portano 48 dB, 16 bit ne portano 96 e 24 bit portano 144 dB.

Un maggior range dinamico consente, come nelle foto, una migliore elaborazione del file audio con l’applicazione di diverse tipologie di filtri (ad esempio pulizia del rumore etc.) e in generale porta ad un minore rumore di fondo.

 

-Risposta in frequenza (“Frequency response”)

Per risposta in frequenza di un registratore si intende sia in un microfono che in un registratore digitale come essi riescono a percepire e registrare una gamma di frequenze.

-Rumore interno

Detto “self-noise” è un importante parametro quando si fanno registrazioni naturalistiche. Normalmente viene espresso in dB; un buon sistema di registrazione dovrebbe avere un rumore interno nel range tra i 5 e i 10 dB; viene influenzato anche dal microfono, che può avere già un rumore nterno anche di 22-25 dB se di scarsa qualità e dunque non adatto a registrazioni naturalistiche.

 

-Formato di registrazione

Per mantenere tutte le informazioni acustiche e sfruttare al massimo il range dinamico è necessario usare formati di file audio non compressi. Il più conosciuto è il wav.

Dunque un buon registratore digitale dovrebbe dare la possibilità di scegliere tra vari formati tra cui i formati non compressi; un po’ come accade nelle fotocamere digitali quando, per sfruttare al massimo la gamma dinamica del sensore, si sceglie di scattare nel formato raw.

Esistono anche dei formati audio compressi, il più conosciuto è l’mp3; questi possono essere utili, ad esempio, per pubblicare i files audio su internet o per passarli ad amici o colleghi ma non sono adatti per la registrazione dell’audio originale quando si è sul campo. I formati compressi utilizzano appositi algoritmi per eliminare dati non importanti e ridurre fino a 10 volte la dimensione del file originale; i dati eliminati non sono casuali ma sono scelti con determinati criteri in modo tale da non influenzare la qualità dell’audio finale; un file compresso, come avviene anche per le foto in jpg, non può essere elaborato perché ha perso molte delle informazioni acustiche originali. La qualità dei file compressi dipende anche dal bitrate, file con bitrate elevati hanno qualità migliore per es 128 kbit/s che è il giusto compromesso per la maggioranza delle persone.

 

Quali sono dunque le caratteristiche di un buon registratore digitale?

-Preamplificazione: i modelli di buona qualità sono dotati di preamplificatore integrato che consente di amplificare senza distorcere i suoni in entrata anche se a potenza molto bassa. Può essere utile in alcune situazioni ma senza esagerare sul livello di pre-amplificazione altrimenti si rischia di distorcere troppo il suono o di amplificare eccessivamente anche il disturbo

-Frequenza di campionamento: un buon registratore digitale dovrebbe avere una buon range di frequenza di campionamento così da essere in grado di registrare tutta la banda di frequenze che il microfono riesce a percepire.

-Gamma dinamica: una gamma dinamica elevata abbinata all’uso di formati audio non compressi consente di ottenere registrazioni “grezze” che possono essere elaborate e migliorate successivamente con  gli appositi softwares per ripulire il disturbo o filtrare frequenze indesiderate senza perdita di qualità

-Formato audio non compresso: è importante che il registratore digitale consenta di registrare, oltre che in formato compresso mp3, anche in un formato audio non compresso per avere la migliore qualità di registrazione, tipicamente il Wav a 16 o 24 bit.

-Entrata e uscita audio: sono fondamentali per collegare un microfono esterno e le cuffie

-Filtro high-pass (low cut): non è per forza necessario e se presente non va utilizzato

-Registrazione automatica: può essere molto utile per registrare automaticamente una vocalizzazione senza sprecare spazio inutile o fare lunghe registrazioni continue. Questa funzione può essere utilizzata sia col registratore collegato al microfono direzionale, puntandolo verso la direzione dove si prevede che possa cantare un soggetto, sia nascondendo il registratore stesso con il suo microfono integrato in un punto vicinissimo al posatoio dove un determinato soggetto canta così da trasformarlo in una trappola bioacustica.

-Pre-recording: come si è già detto in precedenza questa funzione consente di non perdere il primo pezzo di una vocalizzazione.

-Connessione wireless: può essere via bluetooth o wifi ed è utile per effettuare registrazioni a distanza.

 

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Settaggi

 

Microfono

Sul microfono, se disponibile questa funzione, bisognerà settare la sensibilità al massimo ed eventualmente anche la “direzionalità” (in alcuni microfoni è regolabile, per la registrazione dei canti va impostata su direzionalità massima). Molto spesso nei microfoni è presente anche un filtro passa-alto (“High-pass”) che potrebbe essere utile per eliminare i rumori di fondo ma sconsiglio di attivarlo perché questo tipo di filtri (così come anche i filtri passa-basso “low-pass”) possono rovinare la registrazione tagliando delle frequenze che ci possono interessare; è più utile registrare senza uso di filtri ed eventualmente, come sarà spiegato successivamente, usare filtri passa-alto o passa-basso sul software di elaborazione audio a casa.

 

Registratore o fotocamera/videocamera

-Settare il registratore alla sensibilità maggiore

-Settare il livello di registrazione più alto

-Come si è già detto per i microfoni non impostare mai i filtri passa-alto e/o passa-basso per l’eliminazione del disturbo, è molto meglio, eventualmente, applicare questi filtri successivamente in post-produzione.

-Disattivare, se presente, il controllo automatico del guadagno (AGC), questo automatismo infatti modifica il volume di registrazione quando vi sono improvvisi picchi o abbassamenti del volume.

-Settare il formato di registrazione su mono, perché sia i microfoni direzionali che quelli parabolici sono sempre mono (tranne alcuni microfoni parabolici). Se si usa la modalità stereo su un microfono mono la traccia verrà doppia senza fornire alcuna utilità e anzi occupando più spazio in memoria.

-In molti registratori digitali che hanno microfoni incorporati c’è l’opzione per selezionare l’uso di un microfono esterno che serve a disattivare i microfoni integrati e registrare solo dal jack di audio-in dove è collegato il microfono esterno.

-Pre-recording: è una funzione molto interessante presente su alcuni registratori digitali; consente di iniziare la registrazione 2 o più secondi prima, dalla pressione sul tasto “rec”. In poche parole il registratore è sempre attivo e tiene in una memoria temporanea (buffer) alcuni secondi di registrazione in ciclo continuo; quando si sente un canto e si attiva la registrazione il registrazione utilizzerà i secondi di registrazione che ha già nella memoria temporanea che sono precedenti al momento in cui si preme il tasto rec. Questo consentirà di non perdere parti preziose delle registrazioni.  

 

Trappole bioacustiche e registrazioni remote

Alcuni modelli di registratori digitali hanno la funzione "comando vocale" che attiva la registrazione solo quando il volume del suono supera un certo picco (la sensibilità è regolabile) trasformando così questi registratori digitali in vere e proprie "trappole acustiche"; possono ad esempio essere lasciati nel bosco nella vicinanza di un albero o un posatoio, e registreranno automaticamente i suoni tutte le volte che qualche uccello andrà a cantare nelle loro vicinanze.

Altri registratori digitali sono dotati di connettività wireless (blutetooth o wifi) e consentono dunque di attivare la registrazione o cambiare i parametri di registrazione a distanza, sebbene le distanze non siano mai molto alte, ma nell’ordine di una decina di metri (nel caso del bluetooth) o poche decine di metri (nel caso del wi-fi). Possono risultare molto utili per registrare vocalizzazioni senza usare microfoni direzionali, comandando la registrazione a distanza dopo aver collocato il registratore con microfono integrato con un microfono esterno nelle vicinanze del cespuglio o del posatoio dove solitamente quel soggetto va a cantare.

Esempi di buoni registratori digitali dotati di autorecording sono il Tascam dr22Wl o lo Zoom H2n. Per iniziare, se non si vuole spendere troppo, il Mibao è un'ottima soluzione; registratore digitale ricco di funzioni tra cui anche l'auto-recording che lo trasforma in un'ottima "trappola bioacustica"

 

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Cuffie

Le cuffie sono sempre utilissime quando si fanno registrazioni; servono per controllare il perfetto funzionamento delle attrezzature, che i jack siano inseriti correttamente, che non vi siano fruscìì e che le impostazioni siano corrette. Soprattutto con le parabole le cuffie sono fondamentali perché i microfoni parabolici hanno una direzionalità così precisa che devono essere perfettamente orientate verso la fonte del suono e dunque poter sentire chiaramente in diretta ciò che la parabola sta registrando è utilissimo per puntarla in modo corretto.

Gli auricolari intraurali (o “in-ear”), quelli tipicamente usati con gli smartphone per intenderci, non sono particolarmente consigliati, pur essendo piccoli e facilmente trasportabili essi infatti non consentono di isolare bene dall’ambiente esterno rendendo più difficile comprendere se si sta direzionando correttamente il microfono; inoltre questi auricolari non consentono di riprodurre correttamente tutte le frequenze soprattutto quelle basse (ad esempio i rumori di fondo). Per registrare in modo corretto sono dunque molto più consigliabili le cuffie. Le cuffie che coprono completamente il padiglione auricolari dette sovra-aurali (o “over-ear”) sono molto migliori, isolano completamente dai rumori esterni, hanno un maggiore range di frequenze e consentono di capire perfettamente ciò che stiamo registrando; sono un po’ più scomode da trasportare perché hanno dimensioni maggiori ma ne esistono molti modelli wireless, che eliminano l’ingombro di fili rendendo più facile muoversi sul campo.

 

 

Tecnica sul campo

 

Fattori di disturbo

Le registrazioni in ambiente esterno, soprattutto in aree antropizzate ma anche nei posti più remoti possono presentare diversi problemi soprattutto a causa di alcune cause di disturbo:

-Vento: se presente crea un fruscio molto fastidioso nelle registrazioni. Si può ovviare cercando posti riparati e utilizzando le apposite protezioni anti-vento.

-Veicoli: se si è vicini a strade (ma a volte anche ben distanti) il rumore dei veicoli a motore o dei trattori per la campagna può facilmente rovinare le registrazioni. Questo rumore è un disturbo solitamente sotto i 1200 Hz, può in parte essere eliminato (meglio in post-produzione) con i filtri passa basso cercando di non rovinare la vocalizzazione originale. Anche quando ci si trova in luoghi molto isolati gli aerei posso anch’essi provocare rumore che disturba le registrazioni.

-Cani: la presenza di cani nelle case intorno è un disturbo fastidiosissimo, anche quando ci si trova in piena campagna; le loro vocalizzazioni sono acute e difficilmente si possono rimuovere con i filtri in post-produzione.

 

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Consigli:

-Registrare alla minima distanza possibile

Un po’ come nella fotografia, la qualità di una registrazione migliorerà tanto di più quanto più vicini si riesce ad arrivare al soggetto. Anche eventuali rumori di disturbo eventualmente presenti saranno meno fastidiosi se la registrazione è fatta a breve distanza dalla fonte.

-Conoscere bene il soggetto:

Anche se tante volte capiterà di registrare “casualmente” un soggetto solo perché lo si sente cantare mentre si è in giro o mentre si è appostati. Ma proprio perché la migliore qualità sonora si ottiene a breve distanza è importante sapere come trovare i soggetti e come avvicinarli. Conoscere i luoghi, gli ambienti, il periodo dell’anno, gli orari in cui sono più attive le specie è fondamentale. Nel caso degli uccelli molto spesso essi sono abitudinari, hanno dei territori ben precisi all’interno dei quali hanno posatoi preferenziali dai quali cantare; appostarsi nelle vicinanze dei posatoi o usare sistemi di registrazione remota o automatica consentirà di ottenere registrazioni a breve distanza e di ottima qualità.

-Evitare rumori ambientali:

In giornate ventose o in posti vicino a strade, attività agricole, case con cani se possibile sarebbe meglio evitare di registrare vocalizzazioni preferendo la ricerca gli stessi soggetti in situazioni meno disturbate.

-Usare sempre le cuffie durante la registrazione

È utile usare anche il Vu-meter (un grafico che mostra in diretta l’intensità del segnale audio in entrata) del registratore o sul display della fotocamera/videocamera; 

 

-Evitare urti alle attrezzature

Sebbene alcuni microfoni abbiano un supporto ammortizzato, urtare il microfono o il suo supporto produrrà fastidiosissimi rumori che rovineranno la registrazione. L’ideale è posizionare l’attrezzatura su un treppiedi per non dover reggere il tutto a mano e stare immobili durante la registrazione sebbene questo sistema sia utilizzabile solo per registrazioni da appostamento fisso. Un supporto comodo, nelle registrazioni vaganti, se si usa una parabola molto ingombrante, è il monopiede; ne esistono molti modelli per uso fotografico o video, e per un microfono a parabola sarà sufficiente un monopiede piccolo e leggero.

.Sapersi muovere

Il rumore dei nostri passi o movimenti può essere un disturbo per la registrazione, ad esempio se durante la registrazione si cammina schiacciando dell’erba secca o dei rami questi rumori possono inquinare la registrazione. Come nella fotografia naturalistica bisogna imparare a muoversi sul campo, anzi, in questo caso, bisogna imparare a non muoversi, rimanere più immobili possibile per evitare di produrre disturbi acustici.

-Appostarsi

La registrazione di vocalizzazioni in natura è paragonabile alla fotografia naturalistica come si è già detto; appostarsi rimanendo immobili, con il microfono fissato su un supporto stabile sono tutti trucchi che consentiranno di avere registrazioni di buona qualità.

Ovviamente quando ci si muove in natura o si vuole avvicinare la fauna saranno necessarie attrezzature specifiche, abbigliamento poco visibile, adatto alla stagione, capanni mimetici o reti mimetiche etc. Nel caso dell’abbigliamento, inoltre, in questo caso più che nella fotografia naturalistica, è importante indossare capi “silenziosi” che non producono rumore ad ogni nostro minimo movimento.

Un buon binocolo è uno strumento fondamentale, molto spesso infatti avremo bisogno di individuare prima i soggetti per poi appostarsi in attesa di attivare la registrazione quando sarà il momento giusto. In altri casi il binocolo è fondamentale per identificare la specie che ha cantato così da avere la massima certezza.

-Cellulari

A parte il fatto che un cellulare che suona o emette bip di avviso per messaggi notifiche etc può facilmente rovinare una registrazione, anche la sua vicinanza al microfono crea delle interferenze fastidiosissime. So che è difficile farlo ma nelle uscite naturalistiche mirate a registrare vocalizzazioni il cellulare dovrebbe essere tenuto totalmente spento o in modalità aereo (e non solo in modalità silenziosa)

-Fare registrazioni lunghe

A meno che non si possieda un registratore dotato di funzione “pre-recording” è sempre bene fare lunghe registrazioni e non stoppare continuamente le registrazioni; se la scheda di memoria è capiente non sia avranno problemi di spazio in memoria e tutte le parti inutili dei lunghi files audio registrati potranno essere successivamente tagliate ed eliminate a casa con gli appositi softwares di elaborazione audio. Fare registrazioni lunghe consentirà di non perdere vocalizzazioni improvvise e/o di non tagliare vocalizzazioni già iniziate quando attiviamo il pulsante di registrazione.

 

Approfondimento: Techniques for audio recording vocalizations of tropical birds

 

Bat-detectors per i Chirotteri

Un bat-detector è un rilevatore di ultrasuoni e viene utilizzato per "ascoltare" i pipistrelli (Chirotteri) che usano gli ultrasuoni per comunicare e individuare le prede. L'orecchio umano è in grado di udire suoni con frequenza compresa tra i 20 Hz e i 15-20 kHz, in funzione dell'età (oltre i 30 anni di età, per esempio, inizia a diventare difficile percepire suoni da 50 a 15.000 Hz). I chirotteri italiani in genere emettono ultrasuoni che hanno una frequenza tra gli 11-14 kHz e i 102-112 kHz. Grazie a un bat-detector si avrà la possibilità di ascoltare questi suoni che altrimenti non sono percepibili dall'orecchio umano trasformandoli in suoni udibili. Esistono 3 tipologie principali di bat-detectors:

a) A divisione di frequenza

Sono bat-detector in grado di rilevare tutte le frequenze e sono in grado di registrare e analizzare i suoni con la possibilità di ascolto in tempo reale. Grazie alla loro possibilità di rilevare tutta la gamma degli ultrasuoni senza dover essere sintonizzati su una specifica frequenza sono molto comodi da usare e consentono di individuare tutte le specie di chirotteri. Si chiamano "a divisione" perchè suddividono le frequenza (solitamente per 10) così da poterla rendere udibile. Hanno un costo intermedio.

b) Eterodinici

Questo tipo di bat-detector necessita una preselezione della frequenza su cui lavorare, a differenza della tipologia precedente. Funziona mescolando gli ultrasuoni rilevati con un segnale ultrasonico artificiale e filtrando il risultato per creare la differenza tra i due così da rendere gli ultrasuoni udibili all'orecchio umano. Sono i più economici e consigliati ai principianti.

c) A espansione temporale

Questa tipologia è la più avanzata e costosa, consentono di rilevare tuttel e frequenze contemporaneamente e consentono di registrare in formato digitale e sono in grado di riprodurre i segnali a velocità ridotta così da poter analizzare al meglio gli ultrasuoni. Inoltre i suoni registrati in formato digitale possono essere analizzati con gli appositi software di bioacustica.

 

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