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Manuale di fotografia agli animali: avvicinare/attirare gli animali: 7) nidi artificiali e naturali

 

Come si è già detto le situazioni meno rischiose per fotografare nelle vicinanze di un sito riproduttivo sono gli ambienti urbani e antropizzati dove i soggetti sono perfettamente abituati alla presenza di persone. Ma un altro modo per creare artificialmente delle situazioni sfruttando la nidificazione è quello dei nidi artificiali. I nidi artificiali offrono diversi vantaggi, sia dal punto di vista fotografico, sia dal punto di vista del rischio di disturbo, rispetto alle nidificazioni naturali; possiamo infatti decidere noi dove e come posizionare il nido in funzione della luce e dello sfondo per esempio, ma anche ad una altezza adatta per avere una buona composizione fotografica, e possiamo già installare insieme ai nidi artificiali anche dei set fotografici, o finti set o capanni, per abituare sin dall’inizio i soggetti e dunque senza il rischio di creare stress e disturbo.

Esistono diversi modelli di nidi artificiali adatti a diverse specie di Uccelli e per la loro costruzione si rimanda agli appositi libri sui nidi artificiali; inoltre, se non avete tempo o possibilità, i nidi artificiali possono anche essere acquistati già pronti.

Giusto per fare una breve lista, ecco solo alcune delle specie che possono utilizzare i nidi artificiali

-Codirosso comune, codirosso spazzacamino

-Rondine, balestruccio

-Rondoni

-Ballerina bianca

-Pigliamosche

-Scricciolo

-Rampichino

-Cince

-Martin pescatore

-Upupa

-Ghiandaia marina

-Allocco

-Assiolo

-Civetta

-Barbagianni

-Civetta nana e civetta capogrosso

-Gufo comune

-Gheppio

-Grillaio

-Falco pellegrino

-Riccio

-Chirotteri

 

 

Le tecniche dettagliate e i modelli per la costruzione di nidi artificiali sono contenute nel manuale avanzato sulla fotografia degli animali

 

Aspetti etici e legali

Fotografare vicino ai nidi può creare disturbo ai soggetti col rischio di abbandono della nidiata per questo si deve fare molta attenzione e si può incorrere anche in sanzioni perché il disturbo ai nidi è punito da diverse leggi. Per maggiori approfondimenti si veda l'apposito capitolo nella sezione sugli aspetti etici e legali della fotografia naturalistica.

Ecco comunque le regole di base:

La riproduzione è un momento molto delicato nella vita degli animali, un disturbo in questa fase potrebbe portare facilmente all'abbandono del sito riproduttivo con relative conseguenze per le uova/nidiacei/cuccioli.

La legislazione nazionale non vieta esplicitamente di fotografare nei pressi dei siti riproduttivi (nidi e tane ad es.), ma ne vieta il disturbo (fanno eccezione alcune leggi regionali).

Sebbene non vi sia un esplicito divieto legale di fotografare presso i siti di nidificazione si consiglia di evitare questo tipo di foto in ogni caso, considerati i rischi potenziali che si possono presentare (fallimento della riproduzione/abbandono del sito e problemi legali).

Se si opera in modo corretto per annullare ogni possibilità di disturbo, sarebbe legalmente possibile fotografare presso i siti di riproduzione ma si deve sempre tener presente che i rischi possono essere elevati, soprattutto il rischio di far fallire la riproduzione e anche il rischio di incorrere in problemi legali qualora si provochi disturbo.

Perché non fotografare al nido:

1) Il rischio di disturbare la riproduzione e arrecare danni ai soggetti è elevato

2) Il rischio di disturbare è elevato e il disturbo è vietato dalla legge italiana

3) Le foto di soggetti al nido o vicino alla tana non sono mai interessanti

4) Le foto di soggetti al nido o vicino alla tana non sono accettate dalla maggioranza dei concorsi e community fotografiche

Operare in modo corretto vuol dire avere approfondita conoscenza della biologia della specie, capire i segnali di stress e disturbo, sfruttare soggetti abituati all'uomo (ad esempio in ambienti urbani o fortemente antropizzati), conoscere i momenti migliori in cui poter operare, utilizzare tecniche non invasive (camere fisse, sistemi automatizzati o a controllo remoto, attrezzature pre-installate etc).

Quando si può fotografare vicino ai siti di riproduzione:

1) Ambienti antropizzati con soggetti abituati

2) Soggetti a lunga distanza

3) Situazioni “controllate” (per es. nidi artificiali appositamente controllati) con tecniche atte a minimizzare ogni rischio di disturbo (fotografia remota, fotografia automatica etc…)

4) Sfruttare i posatoi intermedi: gli uccelli spesso quando portano le imbeccate al nido usano gli stessi posatoi per avvicinarsi; fotografare questi posatoi consente di rimanere distanti dal sito di riproduzione e non disturbare.

E' bene ricordare comunque che nella maggioranza dei casi le foto presso i siti di nidificazione non risultano gradevoli, hanno uno scarsissimo valore fotografico e non vengono accettate dalla maggioranza dei concorsi fotografici e community fotografiche.

Alcune specie particolarmente sensibili, invece, non vanno MAI fotografate nei pressi dei siti di riproduzione, è questo il caso di molte specie di Mammiferi (Lupo, Orso, Volpe, Mustelidi, Istrice etc) e di molte specie di rapaci particolarmente rari e/o protetti (Falco pellegrino, Lanario, Aquila reale, Aquila del Bonelli etc).

 

 

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Posizionamento

Come si diceva, i nidi vanno posizionati sia in funzione delle esigenze specie specifiche sia in funzione delle nostre esigenze fotografiche.

Nel  posizionamento dei nidi si deve rispettare l’habitat e le abitudini di ogni specie, senza dimenticare l’esposizione del nido e le varie precauzioni anti-predatore. Non si può posizionare per esempio un nido per civetta dentro un bosco, che non è un habitat tipico per questa specie, così come è inutile posizionare un nido per Allocco in pianura.

I nidi vanno posizionati a fine estate, almeno per alcune specie che iniziano presto il ciclo riproduttivo come gli Allocchi; per altre specie si possono posizionare in inverno (per esempio per i Passeriformi stanziali) e si può arrivare anche a posizionare nidi fino a Marzo (per i migratori); in linea generale però, per stare sul sicuro, è sempre meglio posizionare i nidi prima possibile dunque tra settembre e ottobre.

Non è detto che una coppia occupi subito il nido artificiale, a volte può capitare che un nido venga occupato anche dopo 3-4 anni. L’importante, come già detto, è posizionare i nidi con larghissimo anticipo rispetto all’inizio della stagione riproduttiva per una data specie così da dar tempo ai soggetti di scoprire la presenza del nido, abituarsi ad esso ed eventualmente sceglierlo come sito per la nidificazione.

Una regola generale, ma molto utile, per il posizionamento dei nidi è quella di scegliere un habitat idoneo alla specie ma privo di siti di nidificazione utili; se per esempio installiamo una cassetta nido per Allocco in un bosco dove sappiamo che la specie è presente, probabilmente non avremo alcun risultato perché gli Allocchi in quel posto avranno già il loro nido magari in una cavità naturale di un albero e difficilmente sceglieranno di usare il nido artificiale; allo stesso modo è quasi inutile installare un nido artificiale per civetta in una casolare dove sappiamo essere presente la specie, perché quasi sicuramente quelle civette hanno già un loro nido in una qualche cavità del casolare. Bisogna dunque trovare degli habitat idonei alle esigenze specie specifiche ma dove siano assenti siti o cavità idonei. È più facile per esempio che una coppia di civette occupi un nido artificiale posizionato su un albero nel bel mezzo della campagna o che una coppia di allocchi scelga un nido piazzato in un piccolo boschetto dove non ci sono grandi alberi che possano già offrire cavità naturali.

 

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A livello fotografico è importante considerare una serie di fattori quando si installano i nidi artificiali a scopo fotografico:

 

-Altezza

L’altezza è molto importante ai fini di attirare la specie per cui è stato collocato il nido anche se rispetto a quanto scritto nei testi sui nidi artificiali spesso anche altezze inferiori consentono di avere buoni risultati e di facilitare le attività fotografiche, anche solo per il fatto di evitare scatti con una composizione troppo dal basso verso l’alto. Per esempio anche montare un nido per codirosso o cinciallegra o cinciarella a soli 1,5 metri di altezza, ma prendendo tutte le precauzioni per impedire l’accesso ad eventuali predatori, faciliterà molto le operazioni di scatto e consentirà un’ottima composizione. Allo stesso modo un nido per allocco o assiolo può dare ottimi risultati anche se posizionato a soli 2 metri di altezza, in questo modo è più facile ottenere buone foto e si riduce e si semplifica il lavoro di organizzazione dello scatto dunque riducendo il rischio di disturbo.

 

-Sfondo

Molto spesso la tipologia principale di foto che si fanno sfruttando i nidi artificiali sono le foto degli adulti in volo quando arrivano al nido con le imbeccate. Bisogna dunque progettare l’installazione dei nidi artificiali in funzione di questo, facendo in modo che la traiettoria di entrata in volo verso il nido sia libera e distante dallo sfondo;  questo rappresentato ad esempio da una siepe o un albero, deve trovarsi sufficientemente distante in modo tale che esso venga perfettamente sfuocato negli scatti.

 

-Luce

Poiché dunque si scatterà sempre con tempi veloci, il nido dovrà essere posizionato in modo tale da avere una buona luce per gli scatti in volo, almeno in alcune ore durante la giornata. È importante che la luce solare non arrivi castamente al nido per troppe ore perché potrebbe arrecare dei danni alla nidiata e gli adulti stessi potrebbero non scegliere un nido troppo esposto al sole per nidificare. Per questo è sufficiente che il nido sia illuminato dal sole anche solo 2 ore al giorno, che sono più che sufficienti per fare foto.

 

-Posatoi

Un altro modo per sfruttare le nidificazioni artificiali (e, in questo caso, anche naturali) è attraverso i posatoi intermedi che gli adulti utilizzano durante il tragitto per avvicinarsi al nido. Questi possono essere posizionati appositamente e non per forza vicini al nido, così da ridurre al minimo ogni rischio di disturbo. In questo caso ci si concentrerà a scattare verso i posatoi, e non direttamente vicino al nido.

 

-Posizione del nido

È importante posizionare il nido vicino ad attività umane così che i soggetti si abituino e non percepiscano alcun disturbo in caso di attività fotografiche;   installare i nidi artificiali vicino alle abitazioni è un ottimo modo per avere soggetti abituati e non rischiare di disturbarli.

 

-Set fotografico

È altrettanto importante posizionare oltre ai nidi anche tutto il necessario per l’attività fotografica sin da subito così da fare in modo che se e quando una coppia uccelli deciderà di utilizzare il nido artificiale, essi saranno già abituati alla presenza del capanno e/o delle altre attrezzature fotografiche. Il capanno ovviamente è bene che sia fisso proprio per spaventare il meno possibile gli adulti ed eventuali altre attrezzature come il treppiedi (se si decide di usare tecniche di fotografia remota o automatica) vanno posizionate già durante l’inverno. Se ovviamente non si vuole lasciare fuori un treppiedi o altra attrezzatura si possono usare delle finte attrezzature, tecnica che verrà descritta successivamente.

 

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Tecnica fotografica

Si possono utilizzare diverse tecniche fotografiche sfruttando nidificazioni urbane o nidi artificiali appositamente collocati.

 

Foto d’azione

Classicamente la foto che più si cerca è quella d’azione, il nido offre la possibilità di intercettare la traiettoria degli adulti che arrivano con l’imbeccata e dunque scattare piuttosto facilmente foto con soggetti in volo. Questo tipo di foto si può praticare sia da un apposito capanno o nascondiglio fisso appositamente collocato preventivamente sia, ed è consigliabile, con la tecnica della fotografia remota. Come infatti verrà spiegato nell’apposito capitolo sulla fotografia remota, questa tecnica consente una migliore reattività e una migliore capacità di anticipare l’arrivo degli adulti senza considerare che rimanendo lontani dal nido si riduce ancora ulteriormente qualsiasi eventuale rischio di disturbare.

Che si scatti con un sistema remoto tramite telecomando wireless o che si scatti dal capanno è bene inquadrare la traiettoria di arrivo in volo del soggetto verso il nido ponendosi perpendicolarmente ad essa (il soggetto verrà quindi fotografato lateralmente), l’inquadratura va tenuta ampia così da evitare ogni rischio di avere il soggetto fuori inquadratura, la messa a fuoco sarà manuale sull’entrata del nido e bisognerà chiudere un po’ il diaframma così da massimizzare la profondità di campo (F11-F13) e avere più probabilità di avere il soggetto a fuoco; poiché i tempi di scatto dovranno essere rapidi e il diaframma è chiuso bisognerà bilanciare la luce con gli iso e ovviamente scattare in condizioni di buona luce.

 

Tecnica dei posatoi intermedi

In altri casi si sfruttano i posatoi intermedi che vengono utilizzati dagli adulti durante il tragitto per arrivare al nido. I posatoi possono essere appositamente collocati. Anche in questo caso si può scattare sia da un capanno o nascondiglio fisso preventivamente posizionato durante l’inverno così da abituare i soggetti, sia con la tecnica della fotografia remota o anche del fototrappolaggio.

 

Foto dentro il nido

Questo tipo di foto è la più pericolosa in termini di disturbo e andrebbe sempre evitata anche perché le foto dentro i nidi non sono mai piacevoli o interessanti e sono vietate nei concorsi fotografici e in molti gruppi di fotografia. Solo in rari casi può essere necessario documentare in foto o in video l’attività riproduttiva dentro il nido, anche per scopi di ricerca. In questi casi si usa la tecnica remota o la fotografia automatica così da evitare la presenza umana nelle vicinanze del nido e i nidi stessi vanno appositamente progettati collocando già preventivamente attraverso appositi fori sia la fotocamera sia la microtelecamera che consentirà di guardare in diretta dentro il nido e scattare nel momento giusto. Ogni attività intorno al nido o sul nido durante il periodo riproduttivo è da evitare perché potrebbe avere gravi conseguenze anche in siti di nidificazioni urbane o nidi artificiali.

 

Le tecniche dettagliate, le attrezzature, i trucchi e i segreti della fotografia tramite nidi artificiali sono spiegati nel manuale avanzato sulla fotografia degli animali

 

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