Sebbene non
sia legalmente vietata, come spiegato
nell'apposito
paragrafo, la pratica della
pasturazione artificiale sarebbe da evitare
in ambito fotografico perché i
rischi per gli animali
possono essere elevati e vi è anche il
rischio di incorrere in sanzioni nel caso si
sfori nel disturbo o maltrattamento animale,
vietati per legge.
Le specie più
comunemente alimentate artificialmente sono
i Passeriformi; questa è l'unica tecnica,
che se correttamente gestita, può essere
praticata dai fotografi naturalisti; l'uso
di mangiatoie artificiali per aiutare gli
uccelli in inverno è pubblicizzato da tutte
le associazioni per protezione degli
animali, nazionali e internazionali.
In linea
generale alimentare animali selvatici,
qualsiasi sia lo scopo (aiutarli,
fotografarli etc) è eticamente scorretto e
potenzialmente dannoso se fatto in modo
errato, soprattutto per alcune specie
"critiche" come il Lupo o l'Orso, ma questa
regola vale anche per tutti gli altri.
Gli
attrattivi olfattivi, utilizzati
principalmente nel fototrappolaggio, pur non
essendo illegali, sarebbero da evitare, il
loro uso costante e su vasta scala può
influenzare il comportamento degli animali.
-Usare cibi
adatti e naturali, specifici per gli animali
-Igienizzare
posatoi, mangiatoie e le altre strutture
-Non
esagerare mai con le quantità di cibo e non
attrarre grandi numeri di animali
-Alimentare
solo in inverno
-In alcune
situazioni (Passeriformi) una volta iniziata
l'alimentazione artificiale invernale non va
più interrotta
-Per altre
specie invece l'alimentazione deve essere
discontinua e con piccole quantità di cibo,
così da non creare troppa abitudine ed
evitare che gli individui smettano di
procacciarsi il cibo spontaneamente
-Evitare il
contatto diretto con gli animali, non
abituarli alla presenza umana
-Evitare di
attirare animali con cibo artificiale in
zone pericolose (zone aperti alla caccia,
vicino a strade e case, luoghi frequentati
etc).
-In
generale alimentare animali selvatici anche
non a scopo fotografico è assolutamente da
evitare per gli stessi problemi citati in
precedenza (pericolo di essere uccisi perchè
confidenti con l'uomo, cibi non adatti che
provocano patologie, certe specie possono
attaccare l'uomo, i cuccioli possono
apprendere comportamenti di confidenza con
l'uomo etc).
L'alimentazione artificiale della fauna
selvatica è una pratica comune e viene adottata per
tanti motivi (caccia, conservazione, turismo,
fotografia, etc.); l’alimentazione artificiale degli
Uccelli (solitamente Passeriformi) è consigliata dalle
principali associazioni protezionistiche in molti Paesi
è una prassi comune e molto diffusa (USA, UK etc.). In
alcuni manuali è consigliata anche l’alimentazione
artificiale per rapaci notturni e diurni, ad esempio
in questo articolo del Barn Owl
Trust.
Come già
specificato per altre tecniche anche l'alimentazione
artificiale della fauna così come l'uso di attrattivi
artificiali può avere effetti potenzialmente negativi
sugli animali e andrebbe evitata, sebbene non sia
legalmente vietata. Come verrà spiegato più
dettagliatamente in questo capitolo, infatti, i rischi
per la fauna dovuti alla pasturazione o all'uso di
attrattivi, sono numerosi ed è necessario quindi porre
la massima attenzione in ciò che si fa, conoscere i
rischi e la biologia delle specie per operare nel modo
più corretto possibile.
A scopi di conservazione
l'alimentazione artificiale porta quasi sempre a dei
lati positivi sulle popolazioni animali per esempio un
incremento della produttività, della sopravvivenza, del
tasso di involo etc. Numerosissimi studi sulla
letteratura scientifica affrontano questi argomenti, ad
esempio:
Wellicome, 1997:
alimentazione artificiale sulle Civette delle tane ha
portato ad un aumento del tasso d’involo dei giovani.
Newton & Marquis (1981):
incremento delle dimensioni delle covate grazie
all’alimentazione artificiale dello Sparviere
Bagyura et al., 1994: supporto alle coppie riproduttive di Falco Sacro e
Aquila imperiale asiatica
Helander, 1978; Hansen,
1987: l’alimentazione artificiale fornita alle Aquile di
mare americane ed europee ha aumentato il successo
riproduttivo delle coppie monitorate.
Centinaia di
bibliografie sui “Vulture Restaurants” come
importantissima tecnica di gestione in Europa, Asia,
Africa e Stati Uniti.
In generale effetti
positivi sono stati rilevati per numerose specie di
rapaci come l’Aquila reale e l’Aquila del Bonelli (in
Spagna), l’Astore, il Gheppio delle Mauritius e numerose
specie di rapaci notturni; in questi casi
l’alimentazione artificiale ha contribuito ad un aumento
delle popolazioni delle suddette specie, un incremento
nel numero di uova deposte, nel tasso d’involo e una
riduzione dei tassi di mortalità sia dei giovani che
degli adulti (Jones et al., 1995; Ward & Kenney, 1996;
etc).
L’alimentazione
artificiale viene utilizzata anche per molte altre
specie di animali ad esempio gli Ungulati ed i
Carnivori; negli orsi ad esempio si è osservato che gli
individui foraggiati riuscivano ad occupare anche
habitat meno idonei e la loro sopravvivenza invernale è
aumentata.
A volte l’alimentazione
artificiale è stata molto utile, come dimostrato anche
in questo caso da studi scientifici, per ridurre
l’interazione tra fauna selvatica e attività umane:
pasturando artificialmente gli Ungulati lontano dalle
strade si è ridotta la frequenza di incidenti;
pasturando artificialmente grandi carnivori come gli
Orsi lontano dai centri abitati si è ridotto il numero
di Orsi che si alimentavano in città presso i cassonetti
dell’immondizia o entrando nei giardini privati.
Ci sono comunque alcune
eccezioni, infatti non sempre l'alimentazione
artificiale ha portato a risultati positivi in termini
di conservazione; sono stati documentati casi, ad
esempio, in cui gli animali si abituavano troppo al cibo
fornito dall'uomo e ne diventavano dipendenti non
riuscendo più a procacciarsi risorse alimentari in
autonomia; anche con gli orsi i risultati non sono
sempre stati positivi e l'alimentazione artificiale in
alcune situazioni ha avuto diversi effetti collaterali
(maschi aggressivi che monopolizzavano la fonte di cibo,
trasmissione di patologie, aggressività verso i cuccioli
etc).
Il fatto che
l’alimentazione artificiale a scopo di conservazione e
gestione sia spesso utile non vuol dire che chiunque
possa alimentare fauna selvatica; per progetti di
conservazione servono permessi speciali e una mole di
conoscenze scientifiche e questi, dunque, devono essere
condotti solo da personale specializzato.
Nessuna legge vieta di
pasturare fauna selvatica (la legge sulla caccia 157/92
vieta la pasturazione di fauna selvatica ma si riferisce
solo all'ambito venatorio)
L’unico divieto legale
attualmente è relativo ai carnai, si tratta di un
divieto a scopo sanitario (anche se ultimamente l’Unione
Europea ha dato delle deroghe per gli avvoltoi),
si tratta del regolamento
1069/2009 ex (CE) n. 1774/2002.
Un carnaio è considerato
tale e quindi vietato solo se si parla di una grande
massa di carne, carcasse di animali di allevamento o di
ungulati selvatici o grandi quantitativi di scarti.
Piccole quantità di
carne (topi surgelati, ratti, quaglie) non sono
considerati nel regolamento veterinario e consigli sul
loro utilizzo in mangiatoie per rapaci si trovano anche
in opuscoli divulgativi di diverse associazioni
protezionistiche nazionali e internazionali.
Come per altre tecniche
fotografiche però, operare in modo sprovveduto e senza
le necessarie competenze può portare all’illegalità;
danneggiare animali selvatici a causa di cattive
pratiche di alimentazione artificiale può essere punito
per legge perchè
considerato maltrattamento (art 544 ter del
codice penale e legge 20 luglio 2004, 189).
Quindi pasturare la
fauna selvatica non è illegale ma può avere molte
controindicazioni e risultare una tecnica rischiosa e
pericolosa.
Ci sono anche molti studi scientifici che
dimostrano che l'alimentazione artificiale può avere
conseguenze negative sulla fauna selvatica, a
prescindere dallo scopo (fotografia, turismo,
conservazione etc).
Inoltre le eventuali problematiche
conseguenti all'alimentazione artificiale vanno sempre
valutate in base alle specie perché possono essere molto
variabili; ad esempio le conseguenze possono essere meno
gravi alimentando dei Passeriformi e più gravi
alimentando dei Mammiferi (come nel caso di Lupi o
Orsi).
Quali tipi di problemi
può dare l’alimentazione artificiale di fauna? Vediamoli
nei paragrafi successivi:
1) Aspetti sanitari
Gli esempi in
letteratura scientifica sono numerosissimi, riguardano
soprattutto i Mammiferi, ma non solo. Numerosissimi sono
i casi di problemi sanitari legati all’alimentazione
artificiale di Ungulati (tubercolosi bovina, brucellosi,
congiuntiviti etc.) e Carnivori; ci sono però numerosi
studi relativi anche ad altre specie per esempio la
diffusione di salmonellosi, la Tricomoniasi, il Pox
virus e micotossine tra i passeriformi alimentati nelle
mangiatoie artificiali.
Fondamentalmente i
problemi sanitari che si possono avere
nell’alimentazione artificiale della fauna sono di 2
tipi:
a) Origine degli
alimenti Cibi sbagliati o dannosi
Se i cibi utilizzati non
sono sanitariamente controllati essi possono risultare
dannosi per gli animali provocando malattie o
avvelenamenti ad esempio utilizzando carcasse di
provenienza ignota, o animali uccisi da cacciatori che
possono contenere pallini di piombo all’interno.
Usare cibi non adatti,
contenenti sostanze (per es conservanti, coloranti etc)
che sugli umani non hanno effetti ma possono essere
dannose per i selvatici, oppure alimenti che forniscono
scarso valore nutrizionale sono tutti aspetti
dell’alimentazione artificiale che possono portare a
patologie e fino alla morte dei selvatici.
b) Concentrazioni
anomale e innaturali di animali:
Spesso, ma non sempre,
quando si alimenta artificialmente la fauna, si ha come
conseguenza una densità più elevata di soggetti rispetto
alle condizioni naturali. queste possono facilitare la
diffusione di patogeni a causa dell’alta concentrazione
di soggetti presso i siti di alimentazione.
L’igiene stessa delle
eventuali strutture o punti dove viene somministrato il
cibo deve essere gestito in maniera accurata. La
trasmissione di patogeni presso i siti di alimentazione
artificiale può avvenire a prescindere dal cibo
utilizzato; animali portatori di determinati patogeni o
già ammalati si trovano a contatto molto stretto con gli
altri soggetti e, inoltre, due o più soggetti possono
alimentarsi sulla stessa mangiatoia o sullo stesso cibo
facilitando così la trasmissione dei patogeni.
Sono numerosi gli studi
in letteratura che dimostrano una maggiore diffusione di
patogeni nelle mangiatoie artificiali, ad esempio Hartup
& al. (1998) hanno concluso in uno studio sulle
mangiatoie artificiali che queste facilitano la
diffusione della congiuntivite micoplasmica a causa
dell’elevata concentrazione di uccelli che rende più
probabile la trasmissione ma anche a causa del fatto che
il microrganismo patogeno rimane più protetto
all’interno delle mangiatoie sopravvivendo alle
intemperie.
2) Disabituazione ad
alimentarsi autonomamente
Una delle maggiori
critiche alle tecniche di alimentazione artificiale
della fauna è basata sul concetto che gli animali
abituati ad avere cibo sempre disponibile possano
disabituarsi ad alimentarsi da soli. Questo aspetto è
ancora da chiarire e sono necessari studi scientifici
mirati, nella maggioranza dei casi l’alimentazione
artificiale non causa dipendenze (ad es. Brittingham, &
Temple, 1992) ma sono comunque noti dei casi di animali
che, troppo abituati al cibo artificiale, avevano
difficoltà a procacciarsi il cibo autonomamente. Questo
succede soprattutto quando:
-l’alimentazione è
continua e abbondante
- gli esemplari
coinvolti sono giovani soprattutto se a una specie con
tecniche di foraggiamento molto "specialiste" e complesse che vanno
apprese in giovane età altrimenti non verranno più
apprese.
-nei mammiferi, i
cuccioli possono imparare dagli adulti a loro volta
abituati, ad alimentarsi sul cibo fornito
artificialmente.
3) Rischio di predazione
Concentrare molti
soggetti artificialmente, come può avvenire
somministrando cibo, può incrementare il rischio di
predazione; questo, ad esempio, accade tipicamente nelle
classiche mangiatoie per Passeriformi dove gli
Sparvieri, soprattutto, imparano facilmente a sfruttare
la situazione per cacciare più facilmente.
4) Incidenti
Anche i casi di
mortalità provocata indirettamente dall’alimentazione
artificiale sono noti in letteratura scientifica; in
alcuni casi, con fonti di cibo posizionate erroneamente
vicino alle strade si è avuto un incremento di incidenti
stradali; sono noti anche numerosissimi casi di
“incidenti” dovuti ad elementi artificiali presenti
nelle mangiatoie (chiodi sporgenti, cavi etc) e le
retine stesse che contengono le palle di grasso e
arachidi vendute commercialmente a volte provocano la
morte o il ferimento di soggetti che possono facilmente
rimanervi impigliati; nel caso delle mangiatoie
artificiali per Passeriformi sono frequenti anche i casi
di impatti con le vetrate delle abitazioni vicine.
5) Confidenza
Altra conseguenza
dell’alimentazione artificiale, soprattutto con i
Mammiferi (Volpi ad esempio) ma anche con alcune specie
di Uccelli (ad esempio piccoli Passeriformi nelle
mangiatoie ma anche Anatidi nei parchi urbani) è la
perdita di diffidenza nei confronti degli esseri umani;
questo a sua volta può provocare problemi ai soggetti,
sono infatti frequenti i casi di maltrattamento degli
animali troppo confidenti da parte di ragazzini o
adulti. Inoltre spesso i soggetti abituati ad
alimentazione artificiale tendono a frequentare aree più
antropizzate, anche perché hanno meno paura degli umani
(questo accade, anche in questo caso, soprattutto con i
Mammiferi), e i rischi collegati a questo comportamento
sono numerosi (incidenti stradali, interazione con
animali domestici, ingestione di cibi non adatti etc.).
6) Influenzare la
dinamica delle popolazioni
Quando gli animali si
concentrano in un’area a causa dell’alimentazione
artificiale possono verificarsi dei cambiamenti nelle
loro dinamiche naturali ad esempio i loro spostamenti
giornalieri o stagionali possono essere modificati, la
densità “artificiale” dei soggetti vicino alla fonte di
cibo artificiale può creare competizione tra gli
individui, con relativi rischi di aggressività e lotte
che possono portare a ferite o morte dei soggetti.
L’alimentazione artificiale di predatori può ridurre la
pressione predatoria sulle prede naturali e quindi
sbilanciare gli equilibri naturali di una comunità
oppure può attrarre altri predatori nell’area. Anche in
questo caso ci sono diversi studi in letteratura
sull’argomento, per esempio Fersterer et Al. (2001)
hanno valutato come le stazioni di alimentazione
artificiale per gli orsi possano influenzarne i
movimenti nel tempo, aumentandone la concentrazione
vicino ai siti di alimentazione e incrementando la
dimensione della popolazione.
7) Problemi dovuti al
periodo errato
Alimentare fauna
selvatica può avere conseguenze negative se fatto nei
periodi sbagliati. Nel caso delle mangiatoie per
Passeriformi, come spesso viene consigliato, è infatti
sbagliato continuare a fornire cibo in Primavera,
soprattutto continuando ad utilizzare i cibi invernali
che sono molto grassi e non adatti alla bella stagione.
Allo stesso modo, per esempio, alimentare nel periodo
riproduttivo con cibi artificiali, che poi verrebbero
utilizzati dagli adulti per imbeccare la prole, può
produrre gravi conseguenze sulla crescita dei pulli.
Inoltre, come si è già detto, alimentare artificialmente
nei periodi in cui io giovani, sia di Mammiferi che di
Uccelli sono alle prime esperienze potrebbe indurli a
disabituarsi o non imparare ad alimentarsi
autonomamente.
8) Altri rischi
Animali pasturati
artificialmente potrebbero diventare facili prede per
cacciatori, bracconieri o malintenzionati.
Anche se non riguarda la
fauna italiana, un altro grosso problema che si può
verificare alimentando artificialmente i selvatici è
l’aumento di aggressività di certi animali nei confronti
dell’uomo, di cui non hanno più paura; i casi in
letteratura sono numerosissimi e riguardano varie specie
di canidi, primati, cetacei, squali ma anche uccelli
come varie specie di pappagalli, casuari etc.
Spesso, principalmente nel fototrappolaggio, si
utilizzano degli attrattivi olfattivi; non si fornisce
dunque del cibo, con tutte le conseguenze già analizzate
in precedenza, ma un odore che attrae temporaneamente il
soggetto. Anche in questo caso però è da considerare che
l'attrattivo olfattivo modifica il comportamento
naturale della specie e, sebbene legalmente non sia
vietato, non se ne consiglia l'uso per una questione
etica; un attrattivo olfattivo infatti può attrarre
l'animale in un punto dove non sarebbe passato
spontaneamente, può modificare i suoi percorsi, può
anche allontanare la specie da determinati posti, può
fornire informazioni errate (come nel caso di attrattivi
a base ormonale)spaventando l'animale e provocandone
l'allontanamento da quel posto. Ben diverso è il caso in
cui gli attrattivi olfattivi vengono utilizzati da
ricercatori a scopo scientifico e con i necessari
permessi.
I vari aspetti negativi
collegati con l’alimentazione artificiale della fauna
analizzati nel capitolo precedente si riferiscono, nella
maggior parte dei casi, a delle situazioni particolari
ad esempio attività a lungo termine o che coinvolgono
grandi numeri di animali; molta della bibliografia
scientifica disponibile sull’argomento fa riferimento
soprattutto agli effetti negativi dell’alimentazione
artificiale su popolazioni di ungulati o di carnivori.
In generale ciò che distingue l’alimentazione
artificiale a scopo fotografico privato da altre
tipologie di alimentazione artificiale è la scala: nel
caso del fotografo amatoriale la scala a cui avviene il
fenomeno è in genere molto piccola e gran parte degli
effetti negativi descritti in letteratura difficilmente
si verificheranno.
Da quanto detto fino ad
ora risulta quindi che alimentare animali selvatici non
sia vietato per legge ma è fondamentale seguire e
rispettare delle linee guida, anche se per la fotografia
naturalistica ci si riferisce a situazioni su piccola
scala, per eliminare o ridurre al minimo qualsiasi
rischio di conseguenze dannose per la fauna e che
verranno illustrate successivamente.
Dal punto di vista etico
è difficile trarre delle conclusioni e il dibattito
rimane aperto; se da un lato potrebbe sembrare non
eticamente corretto alimentare fauna selvatica a scopo
ricreazionale o lucrativo (nel caso di capanni o
workshop a pagamento) bisogna anche considerare il
risvolto della medaglia: se l’alimentazione artificiale
viene fornita in modo corretto e principalmente in
inverno, su piccola scala, gli animali stessi ne
traggono vantaggio, il cibo fornito artificialmente
infatti li aiuta a superare l’inverno e riduce la
mortalità, come succede, per esempio, con le mangiatoie
per i piccoli Passeriformi.
In linea generale si
sconsiglia di adottare tecniche di pasturazione e
alimentazione artificiale della fauna selvatica se non
si conosce a fondo l’argomento e anche solo limitarsi
alle mangiatoie per Passeriformi richiede conoscenza
adeguata delle tecniche per evitare di danneggiare gli
animali.
Regole di base
per un corretto utilizzo delle tecniche di
alimentazione artificiale
Premessa
Le tecniche di
alimentazione artificiale della fauna sono
comunemente utilizzate dai fotografi per
diverse specie. L'alimentazione artificiale
durante il periodo invernale è anche
consigliata dalle principali associazioni di
protezione degli animali nazionali e
internazionali (Lipu, WWF, BirdLife etc). Ma
a causa delle conseguenze, anche gravi, che
un errato modo operativo può avere si
sconsiglia l'uso di pasturare
artificialmente la maggior parte delle
specie ad esclusione dei piccoli
Passeriformi e simili (picchi, scoiattoli).
1) Usare cibi
adatti
-utilizzare solo
cibo naturale o
cibo specifico per animali
(come i vari pastoni per insettivori,
impasti di strutto e arachidi per mangiatoie etc).
-utilizzare
alimenti adatti alla specie target
-Nel caso di
carnivori utilizzare solo carne non
elaborata quindi evitare insaccati, salumi,
wurstel etc (esistono appositi rivenditori
di cibo surgelato per rapaci come quaglie,
topi, ratti etc).
-Controllare sempre
della provenienza sanitariamente sicura dei
cibi che si utilizzano.
-Non utilizzare
animali trovati morti per le strade perché
potrebbero portare patogeni
-Non utilizzare
animali trovati morti in giro (potrebbero
contenere pallini da caccia che sono
altamente velenosi o potrebbero essere morti
per malattia).
-Non usare pane o
biscotti secchi, questi alimenti danno agli
uccelli un senso di sazietà ma non
forniscono sufficiente energia per superare
le fredde notti invernali, portandoli
facilmente alla morte.
-Non usare prede
vive, in Italia questo è illegale (Art. 544
ter del Codice Penale); l’unica eccezione è
per gli invertebrati (camole o tarme della
farina/miele, lombrichi, blatte, caimani etc).
2) Igiene
-Utilizzare
supporti per il cibo che siano facilmente
pulibili.
-Se si fissa il
cibo su posatoi in legno, cambiare i posatoi
periodicamente con altri nuovi
-Pulire e
disinfettare periodicamente i supporti per
il cibo e le mangiatoie
-Non concentrare
troppo cibo e soprattutto troppe tipologie
di cibi diversi in un unico punto
-Rimuovere
periodicamente il cibo rimasto ed andato a
male.
-Cambiare spesso la
posizione dove si fornisce cibo artificiale
-Conservare
correttamente il cibo che viene poi fornito
ai selvatici. Ad esempio i cibi a base di
semi vanno conservati in luoghi asciutti e
privi di umidità, impedendo l’accesso ai
topi ed altri roditori; la carne congelata
non deve essere tenuta oltre i 3 mesi nel
congelatore.
-non utilizzare
grandi quantità di cibo che possono
accumularsi; razionare il cibo in modo tale
che venga consumato tutto in 1-2 giorni al
massimo
3) Quantità
-Non attrarre
grandi numeri di soggetti, questo a scopo
fotografico è anche controproducente. Le
quantità di cibo fornito dovrebbero sempre
essere ridotte al minimo, quanto basta per
attrarre un solo soggetto o pochi esemplari,
in base alla specie (tecnica del “Low
Density Feeding”; Sorensen et al., 2014).
Questo previene molti problemi dal punto di
vista sanitario e non solo (evita
aggressività tra i soggetti, riduce la
probabilità di predazione dei soggetti etc).
-A parte alcune
eccezioni (Passeriformi nelle mangiatoie
classiche) è importante non fornire
eccessive quantità di cibo agli animali,
così da non abituarli troppo al cibo
artificiale e costringerli comunque a
procacciarsi il resto del cibo
autonomamente. Se ad esempio si sta
pasturando una Poiana, basta usare solo
un’ala di pollo ogni 2-3 giorni così da
costringere il rapace a cacciare
autonomamente e non abituarsi troppo al cibo
fornito artificialmente.
4) Frequenza e
periodi
-L’alimentazione
artificiale andrebbe utilizzata solo durante
l’inverno, a prescindere dalla specie;
questo vale sia per i piccoli passeriformi
delle mangiatoie sia per i rapaci, notturni
o diurni, sia per i Mammiferi; alimentare
artificialmente in altri periodi potrebbe
portare dei problemi per esempio: una
supplementazione artificiale di cibo
prolungata può disabituare gli adulti a
procacciarsi il cibo da soli, il cibo
fornito artificialmente d’inverno non è
adatto ai periodi più caldi (per esempio nel
caso di grasso, strutto, arachidi
tipicamente utilizzati per i Passeriformi, i
quali, anche se granivori, in
primavera/estate consumano grandi quantità
di insetti), gli adulti potrebbero usare il
cibo artificiale per alimentare i pulli o i
giovani e questo può avere conseguenze
negative per esempio per la loro crescita, i
giovani potrebbero abituarsi ad alimentarsi
sulle fonti artificiali di cibo e non
apprendere le necessarie tecniche per
procacciarsi il cibo autonomamente.
-Anche nei periodi
in cui si alimenta artificialmente, a parte
alcune eccezioni (ad esempio i piccoli
passeriformi nelle classiche mangiatoie in
giardino), non bisognerebbe fornire cibo in
modo troppo costante proprio per non
abituare troppo i soggetti ad avere cibo
facile. Come si diceva ci sono delle
eccezioni ad esempio i Passeriformi
solitamente alimentati con le classiche
mangiatoie in inverno; in questo caso è
importante mantenere la fornitura di cibo
costante e quotidianamente.
-Non alimentare gli
animali selvatici dalle proprie mani per
evitare di rendere i soggetti troppo
confidenti con l’uomo. Quando si usa la
tecnica dell’alimentazione artificiale non
si deve dar modo ai soggetti di associare il
cibo con l’essere umano e per questo motivo
bisogna posizionare il cibo quando i
soggetti non sono presenti e rimanere sempre
nascosti nei capanni.
5) Strutture e
localizzazione
-Usare strutture
adeguate per evitare qualsiasi tipo di
incidente (retine o fili che possono far
impigliare gli uccelli, fil di ferro o
chiodi/viti acuminati che possono ferire gli
animali etc).
-Evitare di
pasturare animali in luoghi antropizzati,
vicino ad abitazioni e strade. Preferire
sempre location molto distanti da qualsiasi
attività umana e in zone con dove la caccia
è vietata. Nel caso di mangiatoie per
passeriformi evitare di porle vicino a
finestre o vetrate di altro genere e in caso
utilizzare gli appositi adesivi per ridurre
la probabilità di impatto sulle vetrate.
6) Specie
-Alcune specie di
animali non vanno mai pasturate come ad
esempio i Carnivori e soprattutto specie
"critiche" come Orso e Lupo; un orso o lupo
confidenti perchè alimentati dagli umani
possono diventare un grosso problema,
possono attaccare e ferire persone, creando
grosse ricadute e danni di immagine alla
specie oltre diventare un problema di
incolumità pubblica.
Qua un link per
approfondire l'argomento sugli Orsi.
-In generale per i
Mammiferi si
possono usare attrattivi olfattivi e non del
cibo; un attrattivo olfattivo consente di
incuriosire il soggetto facendolo fermare
quanto basta davanti ad una fototrappola per
ottenere una foto ed evitando così tutte le
conseguenze negative che potrebbe avere la
pasturazione artificiale con cibo ma come si
è già detto anche gli attrattivi olfattivi
possono modificare il comportamento degli
animali e il loro utilizzo non è eticamente
corretto soprattutto se fatto su larga
scala.
Check-list
sintetica
-Non alimentare
tutto l'anno
-Usare cibi e
alimenti sani e privi di patogeni
-Usare alimenti
adatti alla specie
-Non alimentare
artificialmente alcune specie o in alcune
situazioni (lupo per esempio)
-Nel caso di carnai
rispettare i regolamenti veterinari ele
legislazioni locali e dei parchi/aree
protette
-Non alimentare con
troppa abbondanza, ma solo singoli o pochi
individui
-Accertarsi della
provenienza del cibo che si usa e della sua
sicurezza veterinaria (niente animali
sparati da cacciatori, niente animali
trovati morti per motivi ignoti etc)
-Non alimentare
fauna selvatica in zone molto antropizzate
(mammiferi)
-Non alimentare in
zone dove è aperta la caccia
-Collocare i punti
di alimentazione in posizioni sicure da
predatori
-Mantenere igiene
veterinario nelle strutture usate per
alimentare gli animali
-Non utilizzare
prede vive (sono consentiti solo gli
invertebrati come camole, grilli, blatte etc)
In linea generale, a
prescindere dallo scopo fotografico, per quanto detto
sopra, dunque, non va mai pasturata la fauna selvatica
se non si hanno le necessarie competenze e non si
prendono le adeguate precauzioni. Spesso l'"istinto di
soccorso" porta le persone a fornire cibo agli animali
selvatici ma questo comportamento ha più effetti
negativi che positivi e danneggia gli animali; negli
Stati Uniti infatti è risaputo che " a fed bear is a
dead bear" cioè un orso alimentato artificialmente è un
orso morto. Vediamo alcuni dei principali motivi per cui
la fauna selvatica non va alimentata artificialmente:
1) Si interferisce con la
selezione naturale, dando possibilità di sopravvivenza a
soggetti che in realtà non sarebbero adatti (e che
possono trasmettere i loro geni "non adatti" alla
successiva prole)
2) Gli animali alimentati
artificialmente possono diventare molto confidenti nei
confronti dell'uomo ed essere più facilmente soggetti a
uccisioni, legali o illegali.
3) Spesso si fornisce
cibo ai selvatici vicino alle strade, aumentando il
rischio di incidenti stradali
4) Il cibo fornito molte
volte non è cibo adatto e fa male agli animali,
portandoli anche alla morte
5) Alimentare
artificialmente con cibo abbondante e in modo
continuo disabitua i soggetti dal procacciarsi il cibo
da soli. Nel caso dei mammiferi questo comportamento può
essere appreso anche dai cuccioli che seguono gli
adulti.
6) Gli animali confidenti
possono diventare pericolosi per l'uomo, possono
attaccare le persone con relative grafi conseguenze
(spesso poi vengono abbattuti o catturati)
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