Manuale di fotografia naturalistica
Gli
obiettivi
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Come abbiamo visto in
precedenza, un super-teleobiettivo non è strettamente
necessario, anche per fotografare fauna in Italia, dove
le distanze di fuga sono solitamente maggiori rispetto
ad altri paesi europei o extra-europei, anche con un
teleobiettivo da 400 mm o poco più si possono
raggiungere ottimi risultati. Possono però verificarsi
delle situazioni in cui avere molti più millimetri può
essere molto utile per esempio nel caso di animali
estremamente elusivi o quando si fotografa nei pressi di
siti di nidificazione e si deve assolutamente evitare il
disturbo quindi posizionarsi a distanze di sicurezza.
Oltre ai super-teleobiettivi esistono altre soluzioni,
più economiche, per avere tanti millimetri e saranno
analizzate di seguito.
Prima di continuare però è
importante illustrare un concetto molto importante
relativo alle foto a lunga distanza e valido per ogni
tipo di attrezzatura: l'aria non contiene solo dei gas
ma anche delle molecole d'acqua allo stato gassoso
(vapore acqueo), questa umidità dell'aria può cambiare
da posto a posto e da momento a momento in base alle
condizioni climatiche, e soprattutto è raro trovare
situazioni di aria molto secca, dunque il contenuto di
umidità dell'aria è sempre piuttosto alto, da un 40-50%
fino all'80-90% o più; le molecole d'acqua presenti
nell'aria, attraverso una serie di fenomeni fisici
(diffrazione) nella pratica possono far perdere di
nitidezza alle foto; se si scatta a brevi distanze
(pochi metri o al massimo 10-20 metri) raramente si può
notare l'effetto dell'umidità dell'aria sulla nitidezza
della foto, ma se la distanza è maggiore (per esempio
100 o più metri) la colonna d'aria tra il fotografo e il
soggetto sarà anch'essa molto ampia e dunque anche la
quantità di vapore acqueo che si frapporrà tra il
fotografo e il soggetto provocando l'effetto descritto
di perdita di dettaglio e "impastamento" della foto.
1) Videocamere palmari e
Fotocamere Bridge SuperZoom
Ormai sembra che la sfida
ai megapixel sia terminata soprattutto nelle fotocamere
compatte e Bridge mentre da qualche anno a questa parte
è iniziata la sfida ai millimetri di focale; diverse
case produttrici rinomate (Canon, Nikon, Fuji etc)
infatti hanno messo sul mercato delle fotocamere
(principalmente Bridge ma anche compatte) dotate di
zoom
integrato che arriva a lunghezze focali molto spinte.
Nonostante il vantaggio di
uno zoom che in modalità tele raggiunge moltissimi
millimetri queste fotocamere superzoom hanno però
qualche limite:
1) Per arrivare a forti
ingrandimenti queste fotocamere hanno piccoli sensori e
come si sa i piccoli sensori sono molto meno sensibili
alla luce e hanno una scarsa tenuta agli iso. Le
fotocamere superzoom sono quindi adatte solo in
situazione di luce ottima
2) Sebbene i megapixel non
siano elevati, solitamente i modelli attuali di
fotocamere superzoom hanno circa 16 mpx, sarebbero
necessarie lenti con un ottimo potere risolvente e
quindi molto costose, non presenti in queste fotocamere
3) Questo è il problema
principale: fotografare o filmare a lunga distanza
presenta un impedimento di tipo fisico: lo strato d'aria
tra il sensore e il soggetto posto, per esempio, a 100
metri contiene non solo aria ma anche gocce di vapore
(umidità) che influenzano la qualità finale dello scatto
"impastandolo"; l'unica situazione in cui a lunga
distanza si possono fare foto perfettamente nitida è in
presenza di aria completamente secca e fredda, per
esempio quando c'è vento da nord (tipo tramontana).
Dunque anche se queste
fotocamere magari non hanno ottiche all'altezza, in ogni
caso la qualità finale verrebbe compromessa comunque
dalla distanza.
2) Teleobiettivi
catadiottrici
Gli obiettivi detti
catadiottrici sono caratterizzati da una lunghezza
focale elevata ma una dimensione più contenuta rispetto
ad un obiettivo tradizionale, ad esempio un 400 mm
catadiottrico è molto più corto di un 400 mm
tradizionale (che appunto è lungo circa 400 mm); questo
grazie a degli specchi inseriti all'interno
dell'obiettivo catadiottrico che riflettendo la luce più
volte fino al sensore consentono di ottenere lunghezze
focali anche spinte mantenendo però dimensioni contenute
dell'obiettivo stesso. Generalmente i catadiottrici sono
obiettivi vintage, non sono più stati prodotti negli
ultimi decenni e hanno prezzi anche molto economici.
Dunque sono obiettivi leggeri, di piccole dimensioni ed
economici ma hanno qualche svantaggio:
-Non sempre sono di
altissima qualità
-Non hanno autofocus o
stabilizzazione
-Spesso hanno diaframma
fisso (per es un catadiottrico 500 mm f/8 non ha un
diaframma controllabile quindi non è possibile impostare
diaframmi più chiusi per es f/11) questo può dare
problemi nell'esposizione in caso di scene molto
illuminate
-Sono delicati: proprio
per la presenza di specchi al loro interno è meglio non
sbatterli troppo perchè si potrebbero causare degli
spostamenti degli specchi.
Alcuni esempi di obiettivi
catadiottrici:
VBestLife 500 mm F 6.3
Samyang 650-1300 mm F 8-16
Walimex Pro 800 mm f/8
Danubia 500 mm F 6.3
3) Digiscoping
La tecnica del Digiscoping
è nata con l'arrivo nel 2000 delle prime
fotocamere
compatte; i loro piccoli sensori consentono infatti di
intercettare tutta la luce sull'oculare di un
cannocchiale così permettendo di scattare foto nitide
sfruttando il potere di ingrandimento di queste ottiche.
Usando degli
adattatori, che possono essere costruiti in
casa o acquistati, è quindi possibile collegare una
fotocamera compatta ad un
cannocchiale per scattare a
lunghe e lunghissime distanze. Inoltre negli ultimi anni
l'arrivo delle
Mirrorless 4:3 ha migliorato
ulteriormente le prestazioni fotografiche nel
digiscoping; le Mirrorless hanno qualità fotografica
spesso superiore alle compatte e grazie ai loro piccoli
sensori 4:3 sono perfettamente adattabili, con appositi
adattatori, ai cannocchiali. L'ingrandimento finale che
si può ottenere con un apparato per Digiscoping deriva
dalla moltiplicazione del fattore di ingrandimento della
fotocamera per gli ingrandimenti del cannocchiale: i
cannocchiali in genere hanno oculari con ingrandimenti
variabili (zoom) da 20x a 60x dunque se per esempio una
fotocamera compatta ha uno zoom integrato di 24-150 mm
corrispondenti, gli ingrandimenti ottenibili vanno da
24x20=480 mm fino a 150x60= 9000 mm, cioè da 10
ingrandimenti totali fino a 180 ingrandimenti totali;
ovviamente spingendo al massimo l'ingrandimento del
cannocchiale (e in parte anche quello della fotocamera)
la qualità degrada enormemente e la luce diminuisce,
dunque raramente si usa un sistema Digiscoping al
massimo degli ingrandimenti possibili; le vie di mezzo
sono sempre le migliori, dunque sul cannocchiale si
lascia generalmente lo zoom al minimo, quindi 20x mentre
sulla fotocamera si imposta al massimo uno zoom
intermedio per esempio 50 o 100 mm, si lavora così con
ingrandimenti che vanno dai 1000 mm ai 2000 mm potendosi
spingere anche fino ai 3-4000 mm senza perdere troppa
qualità. Poichè gli
Smartphone di ultima
generazione hanno raggiunto buoni livelli di qualità
fotografica è possibile sfruttarli grazie ad
appositi adattatori Digiscoping
per Smartphone così da avere un'attrezzatura
ancora più leggera; si ricordi però che gli Smartphone
adatti per il Digiscoping devono avere una lente da 50
mm così da non creare vignettatura. Come è facile pensare per ottenere la migliore
qualità è bene usare cannocchiali di fascia alta, che
abbiano trattamenti speciali nelle loro lenti per la
maggiore nitidezza possibile per esempio la tecnologia
APO della Leica o la tecnologia alla Fluorite dei
cannocchiali Zeiss o la tecnologia HD dei cannocchiali
Swarowski, dunque parliamo di ottiche con prezzi che
vanno dalle 1000 alle 2000 euro, ma gli ultimi modelli
più avanzati arrivano a superare le 3000 euro di costo.
Da un punto di vista economico dunque il Digiscoping è
più conveniente se si possiede già un cannocchiale di
buona qualità.
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Lupo
fotografato in digiscoping da una distanza
di circa 500 metri. A questa distanza il
lupo non è minimamente disturbato dalla
presenza del fotografo pur avendolo già
“percepito” rimane tranquillo grazie
all’elevata distanza. |
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Tipico esempio
degli ingrandimenti ottenibili con la
tecnica del Digiscoping: nella foto grande
la distanza reale del soggetto, nel riquadro
invece si vede l’ingrandimento ottenibile
abbinando la fotocamera compatta al
cannocchiale.
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Il limite principale di
questa tecnica è la luce; le fotocamere compatte o le
Mirrorless 4:3 hanno sensori piuttosto piccoli che
quindi non reggono iso alti e a questo si somma che i
forti ingrandimenti finali a cui si arriva riducono
ancora di più la luce in arrivo sull'oculare del
cannocchiale; il Digiscoping è quindi adatto solo a
condizioni di luce ottimali. Inoltre a causa dei forti
ingrandimenti raggiunti bisogna sempre lavorare sul
treppiedi e spesso prendere misure per evitare ogni
minimo movimento o vibrazione del sistema; da questo
punto di vista il Digiscoping è adatto solo per foto
statiche e non per foto d'azione.
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