Si parla di fotografia
remota quando è il fotografo ad attivare lo scatto della
fotocamera ma a distanza, dunque il fotografo non è
presente sul posto. Generalmente questo tipo di
fotografia naturalistica si pratica con l’uso di
telecomandi remoti.
La condizione necessaria
affinché si possa praticare la fotografia remota è
simile a quella della fotografia automatica: bisogna
avere un punto preciso dove può passare o posarsi un
animale o una traiettoria precisa, proprio perché il
fotografo non è presente dietro alla fotocamera e non
può quindi spostare l’inquadratura. Questo tipo di
fotografia è ideale quando si usano dei posatoi per gli
Uccelli oppure dei punti di pastura ben precisi, come ad
esempio un posatoio per rapaci notturni o diurni su un
campo, o il posatoio vicino ad una mangiatoia oppure un
ceppo di legno a terra dove abbiamo pasturato la faina.
Che differenza c’è quindi
tra fotografia automatica e fotografia remota? A
differenza della fotografia automatica nella fotografia
remota è il fotografo che sceglie e decide il momento
preciso in cui scattare mentre le fototrappole scattano
in modo casuale riprendendo spesso i soggetti in
posizioni poco piacevoli per esempio girati di spalle o
col muso a terra. Il vantaggio invece della fotografia
automatica è dovuto al fatto che i sistemi di
fototrappolaggio lavorano 24 ore su 24 e 7 giorni su 7
quindi sono adatti a soggetti a bassa frequenza o che
frequentano un determinato posto in orari molto
variabili o solo di notte, rendendo dunque più comodo
lasciare un sistema automatico piuttosto che stare
appostati tutta la notte. I sistemi automatici, inoltre,
sono molto validi per scene d’azione (fotografia
naturalistica hi-speed) dove il fotografo non potrà mai
avere un tempo di reazione così veloce da cogliere
l’animale nel momento giusto per esempio una rondine in
volo o un pipistrello in volo e così via. Le
tecniche dettagliate, le attrezzature, i trucchi e i
segreti della fotografia Hi-Speed sono spiegati nel
manuale avanzato sulla fotografia
degli animali
I vantaggi dei sistemi
remoti per la fotografia di animali sono principalmente
3:
a) Maggiore reattività:
In alcuni casi è
preferibile scattare con un telecomando invece che
direttamente con la fotocamera perché si ottiene una
maggiore reattività nelle foto d’azione ed è anche
possibile tenere gli occhi ben attenti alla scena
piuttosto che nel mirino della fotocamera. L’uso del
telecomando inoltre evita di creare vibrazioni che
possono provocare foto mosse o micromosse. Facciamo un
esempio: abbiamo collocato nel nostro giardino un nido
artificiale, questo nido viene occupato da una coppia di
codirossi; durante il periodo di allevamento dei piccoli
decidiamo di fare delle foto ai codirossi in volo quando
arrivano al nido con l’imbeccata. Piuttosto che montare
un capanno vicino al nido e puntare la traiettoria di
volo dei codirossi verso l’entra del nido con un tele
posizioniamo un semplice treppiedi con un obiettivo
(anche corto) e usiamo un telecomando; ci poniamo a
distanza di sicurezza così da non allarmare o spaventare
i codirossi e teniamo in mano il telecomando; se
scattiamo col telecomando avremo una maggiore reattività
nello scatto e avremo anche la possibilità di tenere ben
in vista tutta la scena e quindi vedere in anticipo
quando un adulto sta per arrivare al nido con
l’imbeccata; questo all’interno di un capanno e con gli
occhi sull’oculare della fotocamera sarebbe impossibile
e rischieremmo di perdere moltissime possibilità di
scatto. Inoltre, il semplice posizionamento di un
treppiedi risulta molto meno invasivo di un capanno.
b) Uso di obiettivi
corti:
Se si vuole scattare
delle foto ad animali con obiettivi grandangolari o con
obiettivi macro l’uso della fotografia remota è una
delle soluzioni migliori; infatti difficilmente un
soggetto ci consentirebbe di avvicinarci o si
avvicinerebbe così tanto a tiro di un obiettivo
grandangolare. Possiamo ad esempio posizionare una
fotocamera con obiettivo grandangolare a pochi cm dal
posatoio dove abbiamo attirato un pettirosso con una
mangiatoia e scattare a distanza tramite telecomando;
come già detto, a differenza della fotografia
automatica, in questo caso è il fotografo a decidere
quando premere il pulsante del telecomando per fare la
foto e cogliere così il soggetto nella posa migliore.
c) Minimizzazione del
disturbo:
Questo è il motivo
principale per cui spesso preferisco utilizzare la
fotografia remota piuttosto che i classici appostamenti,
a patto, come già detto, di avere un punto preciso dove
arriverà o passerà il soggetto. Posizionare infatti un
semplice treppiedi, magari non troppo grande e ben
mimetizzato, con la fotocamera sopra è molto meno
impattante che posizionare un intero capanno
fotografico. Inoltre il fotografo non sarà presente
dietro il treppiedi ma starà ben distante (in base alla
portata del telecomando) e dunque la sua presenza non
infastidirà per niente i soggetti. Quando si opera in
situazioni delicate come per esempio in prossimità di
nidi la tecnica della fotografia remota è fondamentale.
d) Scatti notturni
Un’ultima situazione in
cui la fotografia remota è molto d’aiuto è la fotografia
notturna; in questo caso si parla di fotografia notturna
statica e non vagante, dunque facendo uso di set
appositamente preparati. Il caso più semplice è la
tecnica del posatoio: posizionare un posatoio nel bel
mezzo di un campo incolto sicuramente attirerà dei
rapaci sia diurni che notturni. Mentre per i rapaci
diurni si potrebbe utilizzare il classico appostamento
(ma anche in questo caso, visto che il soggetto arriva
su un posatoio ben preciso, è sempre preferibile usare
lo scatto remoto), per i rapaci notturni l’appostamento
può risultare più difficoltoso anche perché non si
riuscirebbe, col buio, a vedere l’arrivo del rapace; la
fotografia remota con l’utilizzo di un telecomando e una
microtelecamera all’infrarosso con relativo monitor è la
soluzione ideale; il fotografo infatti si posizionerà a
distanza di sicurezza, pronto a scattare con il
telecomando in mano, e osservando sul monitor vedrà in
diretta, anche nel buio, ciò che verrà inquadrato dalla
telecamera remota (in infrarosso) potendo così scattare
nel momento che ritiene più opportuno all’arrivo del
rapace notturno e quando sarà nella posizione migliore
per lo scatto.
Esistono due principali
tipologie di fotografia remota, quella diretta e quella
indiretta, vediamone le differenze:
Fotografia remota diretta
Si parla di fotografia
remota diretta quando il fotografo guarda in modo
diretto la scena e non attraverso un monitor. Questo
consente molta più reattività ed è la tecnica più
utilizzata, se la visuale verso il soggetto è libera e
se si sta scattando di giorno.
Fotografia remota
indiretta
Esistono circostanze in
cui non è possibile vedere direttamente il soggetto a
causa di ostacoli interposti, distanza o del buio;
questo capita frequentemente quando si utilizzano
sistemi di scatto remoto tramite telecomandi wireless.
Per capire qual è il giusto momento per lo scatto dunque
si usano telecamere wireless o con cavo e monitor
portatili che consentono di vedere in diretta la scena e
decidere quand'è il miglior momento per scattare o
filmare. Attenzione alla scelta della telecamera, vanno
bene i modelli analogici via cavo (generalmente si
trovano con cavi da 20-30 metri) oppure quelli analogici
wireless a 2,5 GHz, mentre vi sconsiglio di usare i
modelli che trasmettono le immagini via WiFi perchè
nella maggioranza dei casi l'immagine arriverà con un
ritardo, più o meno lungo e, come è facile immaginare,
nella fotografia remota d'azione, il ritardo anche se
breve può creare conseguenze disastrose per le foto.
Oltre a fotocamere,
obiettivi, supporti e tutta l'altra attrezzatura
standard che si usa per fare foto, la fotografia remota
richiede assolutamente un telecomando wireless e, nel
caso della fotografia remota indiretta anche una
telecamera con monitor; se si scatta di notte è bene che
la telecamera sia dotata anche di visione notturna
all'infrarosso.
Abbiamo detto che la
condizione fondamentale per la fotografia remota è avere
un punto preciso dove arriverà l’animale o un passaggio
preciso.
La messa a fuoco sarà
fatta in manuale sulla traiettoria di entrata verso il
buco del nido, l’esposizione può essere fatta sia
manualmente sia in priorità di apertura, assicurandoci
di tenere gli iso abbastanza alti così da avere tempi di
scatto veloci. L’utilizzo della priorità di apertura
darà il vantaggio di non dover tornare alla fotocamera,
spaventando così i soggetti, tutte le volte che cambia
la luce (per esempio per il passaggio di nuvole). È
anche molto utile chiudere un po’ il diaframma, per es a
F9 o F11 così da aumentare la profondità di campo e
avere più probabilità di avere tutto il soggetto a
fuoco.
Usare treppiedi non
troppo grandi e poco appariscenti, e mimetizzare bene
l’attrezzatura con una rete mimetica è molto utile per
spaventare il meno possibile i soggetti.
L’inquadratura sarà
diversa a seconda della scena da riprendere: se si
riprende un soggetto fisso, cioè fermo sul posatoio
inquadreremo seguendo la regola dei terzi e cercando
sempre di posizionare la fotocamera alla stessa altezza
del posatoio così da evitare inquadrature troppo
dall’alto o troppo dal basso. Se invece l’intenzione è
di fotografare una scena d’azione per esempio l’arrivo
in volo o la partenza in volo di un soggetto è bene
tenere un’inquadratura larga così da massimizzare la
probabilità di avere il soggetto all’interno
dell’inquadratura.
Attenzione: controllare
sempre che il telecomando stia funzionando correttamente
e costantemente! Questo è un problema tipico che ha
fatto perdere molte foto ai fotografi; quando si è a
distanza infatti è difficile sentire il rumore dello
scatto della fotocamera e questo può portare a
ingannare, si è convinti di scattare ma invece la
fotocamera non sta scattando e solitamente questo accade
quando ci si posiziona a distanza eccessiva fuori dalla
portata del segnale radio del telecomando. Se si è in
due è facile fare un test ma se si è da soli l’unico
buon sistema per testare se la fotocamera scatta
correttamente e costantemente è quello di collegare un
flash alla fotocamera posizionarsi quindi alla distanza
necessaria e testare lo scatto, il lampo del flash
confermerà se la fotocamera sta scattando oppure no;
ovviamente il flash deve essere rivolto verso il
fotografo e può essere tolto dopo aver fatto il test di
scatto.
Per molti tipi di foto
d’azione, quando la traiettoria del soggetto è
prevedibile, è preferibile usare lo scatto remoto per i
motivi già spiegati (maggiore reattività e maggiore
possibilità di prevedere i movimenti del soggetto
osservando la scena direttamente). Un classico esempio è
la foto a uccelli in volo presso i nidi: la fotografia
remota consente di minimizzare il disturbo e allo stesso
tempo di essere più reattivi nello scatto. Prendiamo il
caso di un nido artificiale occupato da upupa o da
codirossi o da cince o altre specie; quando i pulli sono
nati e hanno già 1 settimana di vita l’attività dei
genitori per imbeccarli è frenetica e, se il nido è
stato costruito e posizionato correttamente è possibile
fotografare gli adulti in volo quando entrano nel nido
in volo con l’imbeccata. Come già detto la fotocamera va
fissata su un treppiedi non troppo grande e va coperto
il tutto con una rete mimetica così da insospettire il
meno possibile i soggetti. Per disturbare il meno
possibile è meglio montare un teleobiettivo, per es un
300 o 400 mm così da posizionare la fotocamera a una
certa distanza dal nido, circa 4-5 metri o più. Si
posiziona la fotocamera perpendicolarmente rispetto alla
traiettoria di arrivo degli adulti al nido, si prende
come punto di riferimento il foro d’entrata del nido e
si fa un’inquadratura larga, includendo circa 100 cm
dall’apertura del nido così da massimizzare la
probabilità di cogliere il soggetto nel fotogramma; si
fa la messa a fuoco manuale sul foro d’entrata e si
chiude il diaframma a F9 o F11 per avere più profondità
di campo; si lavora in priorità di apertura spingendo un
po’ sugli iso così da mantenere tempi veloci (almeno
1/2000); a questo punto possiamo posizionarci ben
lontani e a distanza di sicurezza così da non spaventare
gli adulti, mano pronta sul telecomando, fotocamera
impostata in raffica veloce, e quando vediamo l’adulto
avvicinarsi a pochi metri dal nido possiamo iniziare a
far partire la raffica tramite il telecomando. Nel caso
di passeriformi o upupa una distanza di 20-30 metri dal
nido è più che sufficiente per non allarmare i soggetti
e ovviamente testate la costanza e funzionalità del
telecomando prima di iniziare la sessione.
A volte può essere utile
documentare l’attività dentro i nidi; in linea generale
si sconsiglia di eseguire questa tipologia di foto, se
non per particolari progetti di documentazione della
biologia della specie, i
rischi sono elevati e il progetto fotografico va
programmato nei minimi dettagli per evitare di
interferire negativamente con la riproduzione. Si usano
nidi artificiali appositamente modificati per poter
scattare all’interno del nido. L’interno del nido
artificiale dovrebbe essere reso più naturale possibile,
simulando una cavità su roccia o su tronco; il nido deve
avere già un’apertura e un supporto preinstallato per
fissare la fotocamera, con un obiettivo grandangolare
macro e un’altra apertura per posizionare la microcamera
che consentirà di vedere cosa accade all’interno e
decidere il momento di scatto migliore. Nel nido
artificiale posizionato in inverno andrà collocata già
una finta fotocamera per abituare i soggetti. Quando i pulli saranno abbastanza cresciuti si sostituisce la
finta telecamera con quella vera, si compone
l’inquadratura usando il live-view e cercando di
lavorare nel tempo più veloce possibile per minimizzare
il disturbo; a questo punto ci si posiziona lontani dal
nido a distanza di sicurezza, attraverso il monitor che
riceve il segnale dalla microcamera si riesce a vedere
cosa succede dentro il nido e si può scattare nel
momento giusto usando il telecomando remoto.
La tecnica del posatoio
funziona molto bene con i rapaci; posizionando un
posatoio della giusta dimensione e altezza nel bel mezzo
di un campo incolto attirerà sicuramente dei rapaci, sia
diurni che notturni, senza bisogno di usare altri
attrattivi come i richiami o l’alimentazione
artificiale. Il modo migliore e più semplice per
scattare delle buone foto in questa situazione è la
fotografia remota, che presenta numerosi vantaggi
rispetto al classico appostamento con capanno. Una volta
posizionata e impostata la fotocamera nelle vicinanze
del posatoio, con un piccolo tele da 300-400 mm,
mimetizzando il tutto con una rete mimetica, ci si
allontana a distanza di sicurezza sempre controllando
che il telecomando lavori con costanza e il gioco è
fatto, non resterà che attendere l’arrivo di un rapace
sul posatoio e decidere il momento migliore per lo
scatto. La tecnica rimane uguale anche per i rapaci
notturni ma in questo caso bisogna, come già detto,
utilizzare una microcamera all’infrarosso e relativo
monitor da cui potremo vedere in diretta, anche nel
buio, l’arrivo e i comportamenti del rapace, al fine di
decidere il momento migliore per lo scatto. Ovviamente
lavorando di notte sarà necessario anche l’uso di uno o
più flash per illuminare la scena. L’uso di un capanno
mobile fornirebbe gli stessi risultati in termini
fotografici ma rischierebbe di spaventare molto di più
il rapace, soprattutto se non si dispone di un
super-teleobiettivo; il rapace, diurno o notturno,
infatti si vedrebbe comparire all’improvviso un qualcosa
(il capanno) che prima non c’era e potrebbe dunque
essere impaurito ad avvicinarsi almeno per le prime ore;
se si posiziona un capanno fisso si risolve in parte
questo problema ma rimane il fatto che la presenza del
fotografo dentro il capanno verrebbe comunque notata dai
rapaci, basta infatti un piccolo movimento
dell’obiettivo, un piccolo rumore per spaventare certi
soggetti, ancora peggio se nel capanno si è in due, e
senza considerare che la realizzazione di un capanno
fisso richiede lavoro, spese e permessi se non si è nel
proprio terreno.
Sui posatoi dove abbiamo
attirato determinate specie è possibile, con la
fotografia remota, scattare foto con obiettivi molto
corti come ad esempio il grandangolo. Questo tipo di
foto è principalmente adatto ai passeriformi attirati
nelle mangiatoie per esempio ma anche per un martin
pescatore o un rapace su un posatoio che abbiamo
collocato appositamente. L’uso della fotografia remota
anche in questo caso risulta la scelta migliore
(ricordiamo che si potrebbe usare anche un sistema
automatizzato di fototrappolaggio ma in questo caso il
sistema scatterebbe in modo casuale e non è detto che si
ottengano foto del soggetto nella posizione migliore).
Quando si usano obiettivi molto corti o grandangoli si
presenta un problema, quello del rumore dello scatto,
che può spaventare i soggetti molto vicini. Per fortuna
oggi questo problema può essere facilmente risolto
grazie alle moderne mirrorless che sono prive di parti
meccaniche in movimento (non hanno lo specchio e usano
l’otturatore elettronico) e sono quindi in grado di
scattare in modo totalmente silenzioso. La tecnica è la
stessa già descritta nei paragrafi precedenti.
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