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Manuale di fotografia agli animali: avvicinare/attirare gli animali: 10) Fotografia remota

 

Upupa, Upupa epops, hoopoe, abubilla, Wiedehopf, Huppe fasciée,

 

Introduzione

Si parla di fotografia remota quando è il fotografo ad attivare lo scatto della fotocamera ma a distanza, dunque il fotografo non è presente sul posto. Generalmente questo tipo di fotografia naturalistica si pratica con l’uso di telecomandi remoti.

La condizione necessaria affinché si possa praticare la fotografia remota è simile a quella della fotografia automatica: bisogna avere un punto preciso dove può passare o posarsi un animale o una traiettoria precisa, proprio perché il fotografo non è presente dietro alla fotocamera e non può quindi spostare l’inquadratura. Questo tipo di fotografia è ideale quando si usano dei posatoi per gli Uccelli oppure dei punti di pastura ben precisi, come ad esempio un posatoio per rapaci notturni o diurni su un campo, o il posatoio vicino ad una mangiatoia oppure un ceppo di legno a terra dove abbiamo pasturato la faina.

Che differenza c’è quindi tra fotografia automatica e fotografia remota? A differenza della fotografia automatica nella fotografia remota è il fotografo che sceglie e decide il momento preciso in cui scattare mentre le fototrappole scattano in modo casuale riprendendo spesso i soggetti in posizioni poco piacevoli per esempio girati di spalle o col muso a terra. Il vantaggio invece della fotografia automatica è dovuto al fatto che i sistemi di fototrappolaggio lavorano 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 quindi sono adatti a soggetti a bassa frequenza o che frequentano un determinato posto in orari molto variabili o solo di notte, rendendo dunque più comodo lasciare un sistema automatico piuttosto che stare appostati tutta la notte. I sistemi automatici, inoltre, sono molto validi per scene d’azione (fotografia naturalistica hi-speed) dove il fotografo non potrà mai avere un tempo di reazione così veloce da cogliere l’animale nel momento giusto per esempio una rondine in volo o un pipistrello in volo e così via. Le tecniche dettagliate, le attrezzature, i trucchi e i segreti della fotografia Hi-Speed sono spiegati nel manuale avanzato sulla fotografia degli animali

 

 

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Perché è utile

I vantaggi dei sistemi remoti per la fotografia di animali sono principalmente 3:

a) Maggiore reattività:

In alcuni casi è preferibile scattare con un telecomando invece che direttamente con la fotocamera perché si ottiene una maggiore reattività nelle foto d’azione ed è anche possibile tenere gli occhi ben attenti alla scena piuttosto che nel mirino della fotocamera. L’uso del telecomando inoltre evita di creare vibrazioni che possono provocare foto mosse o micromosse. Facciamo un esempio: abbiamo collocato nel nostro giardino un nido artificiale, questo nido viene occupato da una coppia di codirossi; durante il periodo di allevamento dei piccoli decidiamo di fare delle foto ai codirossi in volo quando arrivano al nido con l’imbeccata. Piuttosto che montare un capanno vicino al nido e puntare la traiettoria di volo dei codirossi verso l’entra del nido con un tele posizioniamo un semplice treppiedi con un obiettivo (anche corto) e usiamo un telecomando; ci poniamo a distanza di sicurezza così da non allarmare o spaventare i codirossi e teniamo in mano il telecomando; se scattiamo col telecomando avremo una maggiore reattività nello scatto e avremo anche la possibilità di tenere ben in vista tutta la scena e quindi vedere in anticipo quando un adulto sta per arrivare al nido con l’imbeccata; questo all’interno di un capanno e con gli occhi sull’oculare della fotocamera sarebbe impossibile e rischieremmo di perdere moltissime possibilità di scatto. Inoltre, il semplice posizionamento di un treppiedi risulta molto meno invasivo di un capanno.

 

b) Uso di obiettivi corti:

Se si vuole scattare delle foto ad animali con obiettivi grandangolari o con obiettivi macro l’uso della fotografia remota è una delle soluzioni migliori; infatti difficilmente un soggetto ci consentirebbe di avvicinarci o si avvicinerebbe così tanto a tiro di un obiettivo grandangolare. Possiamo ad esempio posizionare una fotocamera con obiettivo grandangolare a pochi cm dal posatoio dove abbiamo attirato un pettirosso con una mangiatoia e scattare a distanza tramite telecomando; come già detto, a differenza della fotografia automatica, in questo caso è il fotografo a decidere quando premere il pulsante del telecomando per fare la foto e cogliere così il soggetto nella posa migliore.

 

 Codirosso, Phoenicurus phoenicurus, common redstart, Gartenrotschwanz, Rougequeue à front blanc

 

c) Minimizzazione del disturbo:

Questo è il motivo principale per cui spesso preferisco utilizzare la fotografia remota piuttosto che i classici appostamenti, a patto, come già detto, di avere un punto preciso dove arriverà o passerà il soggetto. Posizionare infatti un semplice treppiedi, magari non troppo grande e ben mimetizzato, con la fotocamera sopra è molto meno impattante che posizionare un intero capanno fotografico. Inoltre il fotografo non sarà presente dietro il treppiedi ma starà ben distante (in base alla portata del telecomando) e dunque la sua presenza non infastidirà per niente i soggetti. Quando si opera in situazioni delicate come per esempio in prossimità di nidi la tecnica della fotografia remota è fondamentale.

 

d) Scatti notturni

Un’ultima situazione in cui la fotografia remota è molto d’aiuto è la fotografia notturna; in questo caso si parla di fotografia notturna statica e non vagante, dunque facendo uso di set appositamente preparati. Il caso più semplice è la tecnica del posatoio: posizionare un posatoio nel bel mezzo di un campo incolto sicuramente attirerà dei rapaci sia diurni che notturni. Mentre per i rapaci diurni si potrebbe utilizzare il classico appostamento (ma anche in questo caso, visto che il soggetto arriva su un posatoio ben preciso, è sempre preferibile usare lo scatto remoto), per i rapaci notturni l’appostamento può risultare più difficoltoso anche perché non si riuscirebbe, col buio, a vedere l’arrivo del rapace; la fotografia remota con l’utilizzo di un telecomando e una microtelecamera all’infrarosso con relativo monitor è la soluzione ideale; il fotografo infatti si posizionerà a distanza di sicurezza, pronto a scattare con il telecomando in mano, e osservando sul monitor vedrà in diretta, anche nel buio, ciò che verrà inquadrato dalla telecamera remota (in infrarosso) potendo così scattare nel momento che ritiene più opportuno all’arrivo del rapace notturno e quando sarà nella posizione migliore per lo scatto.

 

civetta_comune_athene_noctua_little_owl_steinkauz_mochuelo_europeo_cheveche_

 

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Tipologie di fotografia remota 

Esistono due principali tipologie di fotografia remota, quella diretta e quella indiretta, vediamone le differenze:

 

Fotografia remota diretta

Si parla di fotografia remota diretta quando il fotografo guarda in modo diretto la scena e non attraverso un monitor. Questo consente molta più reattività ed è la tecnica più utilizzata, se la visuale verso il soggetto è libera e se si sta scattando di giorno.

 

Fotografia remota indiretta

Esistono circostanze in cui non è possibile vedere direttamente il soggetto a causa di ostacoli interposti, distanza o del buio; questo capita frequentemente quando si utilizzano sistemi di scatto remoto tramite telecomandi wireless. Per capire qual è il giusto momento per lo scatto dunque si usano telecamere wireless o con cavo e monitor portatili che consentono di vedere in diretta la scena e decidere quand'è il miglior momento per scattare o filmare. Attenzione alla scelta della telecamera, vanno bene i modelli analogici via cavo (generalmente si trovano con cavi da 20-30 metri) oppure quelli analogici wireless a 2,5 GHz, mentre vi sconsiglio di usare i modelli che trasmettono le immagini via WiFi perchè nella maggioranza dei casi l'immagine arriverà con un ritardo, più o meno lungo e, come è facile immaginare, nella fotografia remota d'azione, il ritardo anche se breve può creare conseguenze disastrose per le foto.

 

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Attrezzature

Oltre a fotocamere, obiettivi, supporti e tutta l'altra attrezzatura standard che si usa per fare foto, la fotografia remota richiede assolutamente un telecomando wireless e, nel caso della fotografia remota indiretta anche una telecamera con monitor; se si scatta di notte è bene che la telecamera sia dotata anche di visione notturna all'infrarosso.

 

 

 

Tecnica

Abbiamo detto che la condizione fondamentale per la fotografia remota è avere un punto preciso dove arriverà l’animale o un passaggio preciso.

La messa a fuoco sarà fatta in manuale sulla traiettoria di entrata verso il buco del nido, l’esposizione può essere fatta sia manualmente sia in priorità di apertura, assicurandoci di tenere gli iso abbastanza alti così da avere tempi di scatto veloci. L’utilizzo della priorità di apertura darà il vantaggio di non dover tornare alla fotocamera, spaventando così i soggetti, tutte le volte che cambia la luce (per esempio per il passaggio di nuvole). È anche molto utile chiudere un po’ il diaframma, per es a F9 o F11 così da aumentare la profondità di campo e avere più probabilità di avere tutto il soggetto a fuoco.

Usare treppiedi non troppo grandi e poco appariscenti, e mimetizzare bene l’attrezzatura con una rete mimetica è molto utile per spaventare il meno possibile i soggetti.

L’inquadratura sarà diversa a seconda della scena da riprendere: se si riprende un soggetto fisso, cioè fermo sul posatoio inquadreremo seguendo la regola dei terzi e cercando sempre di posizionare la fotocamera alla stessa altezza del posatoio così da evitare inquadrature troppo dall’alto o troppo dal basso.  Se invece l’intenzione è di fotografare una scena d’azione per esempio l’arrivo in volo o la partenza in volo di un soggetto è bene tenere un’inquadratura larga così da massimizzare la probabilità di avere il soggetto all’interno dell’inquadratura.

Attenzione: controllare sempre che il telecomando stia funzionando correttamente e costantemente! Questo è un problema tipico che ha fatto perdere molte foto ai fotografi; quando si è a distanza infatti è difficile sentire il rumore dello scatto della fotocamera e questo può portare a ingannare, si è convinti di scattare ma invece la fotocamera non sta scattando e solitamente questo accade quando ci si posiziona a distanza eccessiva fuori dalla portata del  segnale radio del telecomando. Se si è in due è facile fare un test ma se si è da soli l’unico buon sistema per testare se la fotocamera scatta correttamente e costantemente è quello di collegare un flash alla fotocamera posizionarsi quindi alla distanza necessaria e testare lo scatto, il lampo del flash confermerà se la fotocamera sta scattando oppure no; ovviamente il flash deve essere rivolto verso il fotografo e può essere tolto dopo aver fatto il test di scatto.

 

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Esempi applicativi:

 

1) Foto d’azione

Per molti tipi di foto d’azione, quando la traiettoria del soggetto è prevedibile, è preferibile usare lo scatto remoto per i motivi già spiegati (maggiore reattività e maggiore possibilità di prevedere i movimenti del soggetto osservando la scena direttamente). Un classico esempio è la foto a uccelli in volo presso i nidi: la fotografia remota consente di minimizzare il disturbo e allo stesso tempo di essere più reattivi nello scatto. Prendiamo il caso di un nido artificiale occupato da upupa o da codirossi o da cince o altre specie; quando i pulli sono nati e hanno già 1 settimana di vita l’attività dei genitori per imbeccarli è frenetica e, se il nido è stato costruito e posizionato correttamente  è possibile fotografare gli adulti in volo quando entrano nel nido in volo con l’imbeccata. Come già detto la fotocamera va fissata su un treppiedi non troppo grande e va coperto il tutto con una rete mimetica così da insospettire il meno possibile i soggetti. Per disturbare il meno possibile è meglio montare un teleobiettivo, per es un 300 o 400 mm così da posizionare la fotocamera a una certa distanza dal nido, circa 4-5 metri o più. Si posiziona la fotocamera perpendicolarmente rispetto alla traiettoria di arrivo degli adulti al nido, si prende come punto di riferimento il foro d’entrata del nido e si fa un’inquadratura larga, includendo circa 100 cm dall’apertura del nido così da massimizzare la probabilità di cogliere il soggetto nel fotogramma; si fa la messa a fuoco manuale sul foro d’entrata e si chiude il diaframma a F9 o F11 per avere più profondità di campo; si lavora in priorità di apertura spingendo un po’ sugli iso così da mantenere tempi veloci (almeno 1/2000); a questo punto possiamo posizionarci ben lontani e a distanza di sicurezza così da non spaventare gli adulti, mano pronta sul telecomando, fotocamera impostata in raffica veloce, e quando vediamo l’adulto avvicinarsi a pochi metri dal nido possiamo iniziare a far partire la raffica tramite il telecomando. Nel caso di passeriformi o upupa una distanza di 20-30 metri dal nido è più che sufficiente per non allarmare i soggetti e ovviamente testate la costanza e funzionalità del telecomando prima di iniziare la sessione.

 

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2) Foto dentro i nidi

A volte può essere utile documentare l’attività dentro i nidi; in linea generale si sconsiglia di eseguire questa tipologia di foto, se non per particolari progetti di documentazione della biologia della specie, i rischi sono elevati e il progetto fotografico va programmato nei minimi dettagli per evitare di interferire negativamente con la riproduzione. Si usano nidi artificiali appositamente modificati per poter scattare all’interno del nido. L’interno del nido artificiale dovrebbe essere reso più naturale possibile, simulando una cavità su roccia o su tronco; il nido deve avere già un’apertura e un supporto preinstallato per fissare la fotocamera, con un obiettivo grandangolare macro e un’altra apertura per posizionare la microcamera che consentirà di vedere cosa accade all’interno e decidere il momento di scatto migliore. Nel nido artificiale posizionato in inverno andrà collocata già una finta fotocamera per abituare i soggetti. Quando i pulli saranno abbastanza cresciuti si sostituisce la finta telecamera con quella vera, si compone l’inquadratura usando il live-view e cercando di lavorare nel tempo più veloce possibile per minimizzare il disturbo; a questo punto ci si posiziona lontani dal nido a distanza di sicurezza, attraverso il monitor che riceve il segnale dalla microcamera si riesce a vedere cosa succede dentro il nido e si può scattare nel momento giusto usando il telecomando remoto.  

 

3) Foto su posatoio diurno e notturno

La tecnica del posatoio funziona molto bene con i rapaci; posizionando un posatoio della giusta dimensione e altezza nel bel mezzo di un campo incolto attirerà sicuramente dei rapaci, sia diurni che notturni, senza bisogno di usare altri attrattivi come i richiami o l’alimentazione artificiale.  Il modo migliore e più semplice per scattare delle buone foto in questa situazione è la fotografia remota, che presenta numerosi vantaggi rispetto al classico appostamento con capanno. Una volta posizionata e impostata la fotocamera nelle vicinanze del posatoio, con un piccolo tele da 300-400 mm, mimetizzando il tutto con una rete mimetica, ci si allontana a distanza di sicurezza sempre controllando che il telecomando lavori con costanza e il gioco è fatto, non resterà che attendere l’arrivo di un rapace sul posatoio e decidere il momento migliore per lo scatto. La tecnica rimane uguale anche per i rapaci notturni ma in questo caso bisogna, come già detto, utilizzare una microcamera all’infrarosso e relativo monitor da cui potremo vedere in diretta, anche nel buio, l’arrivo e i comportamenti del rapace, al fine di decidere il momento migliore per lo scatto. Ovviamente lavorando di notte sarà necessario anche l’uso di uno o più flash per illuminare la scena. L’uso di un capanno mobile fornirebbe gli stessi risultati in termini fotografici ma rischierebbe di spaventare molto di più il rapace, soprattutto se non si dispone di un super-teleobiettivo; il rapace, diurno o notturno, infatti si vedrebbe comparire all’improvviso un qualcosa (il capanno) che prima non c’era e potrebbe dunque essere impaurito ad avvicinarsi almeno per le prime ore; se si posiziona un capanno fisso si risolve in parte questo problema ma rimane il fatto che la presenza del fotografo dentro il capanno verrebbe comunque notata dai rapaci, basta infatti un piccolo movimento dell’obiettivo, un piccolo rumore per spaventare certi soggetti, ancora peggio se nel capanno si è in due, e senza considerare che la realizzazione di un capanno fisso richiede lavoro, spese e permessi se non si è nel proprio terreno.

 

Astòre, Accipiter gentilis, Goshawk, Habicht, Azòr comun, Autour des palombes,

 

4) Foto con grandangolo

Sui posatoi dove abbiamo attirato determinate specie è possibile, con la fotografia remota, scattare foto con obiettivi molto corti come ad esempio il grandangolo. Questo tipo di foto è principalmente adatto ai passeriformi attirati nelle mangiatoie per esempio ma anche per un martin pescatore o un rapace su un posatoio che abbiamo collocato appositamente. L’uso della fotografia remota anche in questo caso risulta la scelta migliore (ricordiamo che si potrebbe usare anche un sistema automatizzato di fototrappolaggio ma in questo caso il sistema scatterebbe in modo casuale e non è detto che si ottengano foto del soggetto nella posizione migliore). Quando si usano obiettivi molto corti o grandangoli si presenta un problema, quello del rumore dello scatto, che può spaventare i soggetti molto vicini. Per fortuna oggi questo problema può essere facilmente risolto grazie alle moderne mirrorless che sono prive di parti meccaniche in movimento (non hanno lo specchio e usano l’otturatore elettronico) e sono quindi in grado di scattare in modo totalmente silenzioso. La tecnica è la stessa già descritta nei paragrafi precedenti.

 

Le tecniche dettagliate, le attrezzature, i trucchi e i segreti della fotografia Hi-Speed sono spiegati nel manuale avanzato sulla fotografia degli animali

 

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