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Manuale di fotografia naturalistica:

Scelta e acquisto dell'attrezzatura

 

Indice

             
Moltiplicatori   Tubi di prolunga   Lenti addizionali   Filtri
             
Filtri UV   Filtro polarizzatore   Filtri ND e GND   Cover mimetiche
             

 

Accessori per gli obiettivi

 

Moltiplicatori di focale

Si tratta di sistemi ottici montati tra l'obiettivo e la fotocamera che permettono di allungare (ma nel caso di alcuni adattatori, anche di accorciare) la lunghezza focale moltiplicandola per un fattore che può variare da 1,4 a 2 solitamente. Un moltiplicatore di focale 1,4x causerà anche un riduzione dell'apertura massima dell'obiettivo di mezzo stop mentre un moltiplicatore 2x causerà un dimezzamento dell'apertura massima di 2 stop; per esempio su un 300 mm f 2.8: applicando un moltiplicatore di focale 1,4x si otterranno 420 mm e f 5.6 mentre applicando un moltiplicatore di focale 2x si otterranno 600 mm con f 8; arrivando a f 8 inoltre, con la maggioranza dei corpi macchina l'autofocus non riuscirà più a funzionare, sono pochi i corpi (soprattutto di fascia alta) che possiedono punti autofocus funzionanti a f 8  (di solito solo il punto centrale); l'autofocus in Live View invece continuerà a funzionare anche a f8 perchè lavora a contrasto e non a fase, ma è molto più lento. 

 

 

Tubi di prolunga

Sono dei tubi completamente vuoti, senza lenti, che vengono anch'essi montati tra la fotocamera e l'obiettivo. La loro funzione è quella di ridurre la distanza minima di messa a fuoco; tanto più il tubo di prolunga è lungo tanto più verrà ridotta la distanza minima di messa a fuoco. Sono particolarmente utili nella fotografia macro e consentono in maniera economica di trasformare un normale obiettivo in un obiettivo macro senza perdita di qualità (perchè non hanno lenti); applicando per esempio un tubo di prolunga ad un normale obiettivo da 50 mm si può riuscire a mettere a fuoco a pochi centimetri di distanza piuttosto che alla distanza minima di messa a fuoco che solitamente è di qualche decina di cm in un 50 mm. I tubi di prolunga più costosi possiedono anche dei contatti che consentono mantenere la comunicazione tra la fotocamera e l'obiettivo quindi mantengono l'autofocus e la regolazione dei diaframmi.

 

 

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Lenti addizionali 

Le lenti addizionali si avvitano alla filettatura che tutti gli obiettivi hanno intorno alla lente frontale; sono delle lenti che modificano le caratteristiche ottiche degli obiettivi. Trattandosi di lenti, se non di ottima qualità, possono interferire sulla qualità di immagine a differenza dei tubi di prolunga.

Si dividono in tre tipologie principali:

1) Macro

Trasformano normali obiettivi in obiettivi macro o, se l'obiettivo è già macro, consentendo di ottenere fattori di moltiplicazione più spinti. Le lenti aggiuntive macro si misurano in diottrie (per es +1, +2, +3), a numeri maggiori corrispondono ingrandimenti maggiori. 

2) Tele

Offrono un fattore di moltiplicazione come i moltiplicatori di focale, ma le lenti aggiuntive si avvitano alla filettatura anteriore piuttosto che interporsi tra il corpo macchina e l'obiettivo. Generalmente offrono fattori di moltiplicazione fino a di 2x ma si possono trovare lenti aggiuntive che arrivano anche a 3x. Sono più comunemente usate sulle fotocamere Bridge. Ovviamente maggiore è il fattore di moltiplicazione maggiore sarà la perdita di luce e dettaglio dello scatto.

3) Grandangolari

Consentono di modificare l'angolo di campo di un obiettivo ampliandolo, fino anche a ricreare un effetto grandangolare spinto (Fish-Eye). 

 

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Filtri

Sono anche questi dei "vetri" da applicare all'obiettivo solitamente avvitandoli alla filettatura intorno alla lente frontale; non sono delle lenti, quindi non variano l'angolo di campo ne' influenzano il diaframma. Generalmente si avvitano sulla filettatura intorno alla lente anteriore dell'obiettivo ma alcuni tipi di filtri (per esempio i Filtri a Lastra) richiedono appositi portafiltri per poter essere fissati. Esistono diverse tipologie di filtri, quelli più usati nella fotografia naturalistica sono i seguenti:

 

-Filtro UV

Serve a bloccare i raggi Ultravioletti (UV) che possono alterare altrimenti i colori soprattutto in località come la montagna o il mare dove sono più intensi. Inoltre poichè i filtri UV sono praticamente neutri e non influenzano minimamente gli scatti sotto alcun punto di vista (dominanti, luce etc) essi vengono spesso usati semplicemente come ulteriore lente protettiva davanti alla lente dell'obiettivo; un eventuale caduta o graffi danneggerebbe solo il filtro UV anteriore senza intaccare la lente vera e propria dell'obiettivo che è molto più costosa.

 

-Filtro polarizzatore

Svolge diverse importanti funzioni, difficilmente simulabili via software: migliora il contrasto e la saturazione dei colori, rendendoli più vivi ed esaltandoli ma soprattutto elimina i riflessi indesiderati (per esempio sull'acqua).

 

-Filtri ND

La sigla ND deriva dall'inglese Neutral Density e indica che questi filtri sono neutri, cioè non modificano i colori di una foto anzi li rendono più omogenei eliminando le dominanti di colore. Ma la vera funzione dei filtri ND è quella di ridurre la luce in entrata nell'obiettivo; vi chiederete con quale scopo si voglia ridurre la luce in entrata, eccolo spiegato in poche parole: per ottenere certi effetti come ad esempio l'effetto vellutato sull'acqua di un ruscello che scorre o sul mare o sulle nuvole mosse dal vento è necessario tenere dei tempi lenti anche in pieno giorno, con la fotocamera sul treppiedi, ma con la luce diurna anche abbassando gli iso al minimo e chiudendo molto il diaframma non è spesso facile riuscire ad avere tempi sufficientemente lenti, per questo motivo si usano i filtri ND; esistono vari livelli nella capacità di oscuramento di questi filtri e sono misurati in stop per esempio un ND2 ridurrà l'esposizione di 1 stop mentre un filtro ND8 ridurrà l'esposizione di 3 stop. Se per esempio senza il filtro la fotocamera impostata a 100 iso (generalmente il valore più basso), f16 (meglio non chiudere troppo il diaframma per evitare l'effetto diffrazione che rovinerebbe la qualità dell'immagine) darebbe come tempo 1/4 di secondo, usando un filtro ND2 avremmo 1 stop di luce in meno dunque il tempo diventerebbe di 1/2 di secondo, se questo tempo non è ancora sufficiente ad ottenere l'effetto vellutato che vorremmo sull'acqua possiamo provare ad usare un filtro più oscurante per esempio un ND4 che fornisce 2 stop di luce in meno e in questo caso il tempo di scatto diventerebbe di 1 secondo.

 

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-Filtri GND

Questo tipo di filtri è simile al precedente (ND) ma sono graduati (GND: Graduated Neutral Density): essi riducono uniformemente l'intensità della luce in modo costante in modo degradante in senso verticale (dunque la parte più alta del filtro è più scura e diventa via via più chiara andando verso il basso o viceversa). Sono usati nella foto di paesaggio per migliorare la gamma dinamica delle foto; nelle foto di paesaggio, che sono generalmente scattate usando obiettivi grandangolari, si verifica un tipico problema: il paesaggio è di solito più scuro rispetto al cielo (per esempio un bosco o delle montagne), dunque se si espone correttamente per il paesaggio avremo un cielo troppo illuminato, a volte addirittura bianco mentre se esponiamo correttamente per il cielo rendendo più scura l'esposizione il paesaggio verrà molto buio, a volte completamente nero. Un filtro graduato aiuta a risolvere questo problema: posizionandolo in modo tale che la parte più scura del filtro copra il cielo mentre la parte più chiara si trova sul paesaggio avremmo una foto in cui sia il paesaggio che il cielo avranno la corretta esposizione. Anche i filtri graduati vengono classificati in base alla quantità di luce che essi tolgono nella parte scura; per questi filtri non si usano però gli stop come unità di misura ma vengono raggruppati in Hard (parte scura del filtro molto oscurante), Medium (parte scura del filtro intermedia), Soft (parte scura del filtro che degrada morbidamente verso la parte trasparente). 

 

Esempio di filtro GND (graduato) a lastra

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/File:GND_demo-with-fake-GND.jpg

 

 

Cover mimetiche

Si tratta di coperture mimetiche, solitamente realizzate in neoprene, utilizzate principalmente per i tele-obiettivi e i supertele; la loro funzione è quella di proteggere l'obiettivo da graffi e piccoli urti ma anche quella di renderlo meno visibile alla fauna, soprattutto nel caso degli obiettivi Canon che sono di colore bianco e dunque estremamente visibili agli animali. Possono essere acquistate o realizzate in casa.

 

 

 

 
 

 

 
 

 

 

 

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