Manuale di fotografia naturalistica
Basi della fotografia
Nella gestione
dell'esposizione si fa spesso uso del termine "stop" che
abbiamo già precedentemente visto parlando ad esempio
del diaframma e del numero f: uno stop corrisponde ad
una qualsiasi regolazione (del tempo, degli iso o del
diaframma) che provoca il raddoppiamento o il
dimezzamento della luce.
PIU’ LUCE |
ISO |
TEMPI |
DIAFRAMMI |
STOP |
102400 |
1’’ |
1 |
STOP |
51200 |
1/2 |
1,4 |
STOP |
25600 |
1/4
|
2 |
STOP |
12800 |
1/8 |
2,8 |
STOP |
6400 |
1/15 |
4 |
STOP |
3200 |
1/30 |
5,6 |
STOP |
1600 |
1/60 |
8 |
STOP |
800 |
1/125 |
11 |
STOP |
400 |
1/250 |
16 |
STOP |
200 |
1/500 |
22 |
STOP |
100 |
1/1000 |
32 |
STOP |
50 |
1/2000 |
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MENO LUCE |
|
|
|
Come già detto nei
precedenti paragrafi di questo manuale, l'esposizione di
una foto durante lo scatto dipende da tre parametri (la
così detta Triade): il tempo di scatto, il diaframma e
gli Iso. Tutti questi parametri però non influenzano
solo la luce ma possono avere delle altre conseguenze
che bisognerà tenere in considerazione. Il segreto per
ottenere ottime foto è quello di conoscere i parametri e
come essi influenzano la foto oltre che la luminosità e
bilanciarli di volta in volta in base alle esigenze; se
per esempio abbiamo bisogno di congelare dei movimenti
ma la luce ambientale non è abbastanza dovremo operare
sugli Iso e tenere il diaframma all'apertura massima,
mentre i tempi dovranno rimanere sufficientemente veloci
così da congelare il movimento del soggetto ma
ovviamente alzando gli Iso si abbasserà la gamma
dinamica e soprattutto potrebbe apparire del disturbo
nelle foto. Se invece un soggetto è statico e possiamo
permetterci di tenere tempi più lunghi, ma nei limiti di
sicurezza per evitare il mosso/micromosso ed eviteremo
di alzare troppo gli Iso così da non creare disturbo
elettronico e migliorare anche la gamma dinamica delle
foto. Se vogliamo fare uno scatto mantenendo una buona
profondità di campo per esempio per assicurarci di avere
tutto il soggetto a fuoco chiuderemo il diaframma ma in
questo modo entrerà meno luce e dovremo compensare
questo parametro usando tempi più lenti; ma se il
soggetto è in movimento non potremo usare neanche i
tempi lenti altrimenti potremmo avere del mosso o
micromosso e saremo quindi costretti ad alzare gli Iso
stando attendi alle conseguenze (disturbo) .
Riassumendo:
Parametro |
Per avere
più luce |
Conseguenze |
Per avere
meno luce |
Conseguenze |
Tempo di
otturazione |
Tempi lunghi |
Mosso/Micromosso |
Tempi veloci |
Evitare il
mosso/micromosso, congelare movimenti veloci |
Diaframma |
Aperto |
Minore
profondità di campo, maggiore sfocatura
dello sfondo |
Chiuso |
Maggiore
profondità di campo, meno sfocatura (se la
chiusura è eccessiva: diffrazione che rovina
la qualità della foto) |
Iso |
Alti |
Se si supera
il limite della fotocamera appare il
disturbo elettronico (rovina la qualità
della foto) |
Bassi |
Nessuna |
Riassunto
degli effetti dei diversi parametri sulle
foto, dall’alto: diaframma, tempi e iso.
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Tutte le fotocamere
digitali Reflex e Mirrorless e molte fotocamere compatte
o Bridge hanno la possibilità di impostare in maniera
completamente manuale (M) gli scatti; oltre alla
modalità completamente manuale sono presenti altre
modalità automatiche o parzialmente automatiche, che
possono avere nomi diversi nei vari modelli di
fotocamere; inoltre sono presenti altre modalità
particolari diverse da un modello all'altro oltre che
alcune preimpostazioni per alcune situazioni classiche
(dette Scene); vediamo qui le principali modalità di
scatto:
P (o Auto):
modalità completamente automatica in cui la fotocamera
regola automaticamente tutti i parametri (tempi,
diaframma, iso e anche il flash) usando il suo
esposimetro integrato per misurare la luce e decidere le
impostazioni di scatto. In alcuni modelli di fotocamera
la modalità P e Auto sono separate perchè anche la P è
automatica ma consente all'utente di variare la coppia
diaframma/tempi.
M (Manuale):
modalità completamente Manuale; in questo caso è compito
del fotografo gestire i vari parametri in modo manuale,
decidere tempi, diaframmi Iso etc.
T (o Tv):
priorità di tempi. Questa è una modalità parzialmente
automatica, il fotografo imposta il tempo di scatto e la
fotocamera deciderà l'apertura di diaframma corretta in
base all'esposimetro per la quantità di luce presente al
momento sulla scena.
A (o Av): priorità di diaframmi.
Anche questa è una modalità parzialmente automatica,
simile alla precedente ma in questo caso il fotografo
imposta un'apertura del diaframma e la macchina deciderà
i tempi di scatto in base alla luce misurata
dall'esposimetro. E' la modalità più usata generalmente.
B: bulb.
Questa
modalità serve per esposizioni molto lunghe oltre i 30
secondi (in manuale non si possono impostare esposizioni
oltre i 30’’ di lunghezza infatti); il bulb generalmente
funziona tenendo premuto il pulsante di scatto per tutto
il tempo dell’esposizione, essa dunque durerà quanto
dura la pressione sul tasto; di solito, però, per
ottenere questo, si usano i telecomandi, così da evitare
vibrazioni e inoltre molti telecomandi hanno anche un
“blocco” del pulsante di scatto che una volta premuto ci
eviterà di dover tenere il dito premuto per tutta
l’esposizione.
Scene
Come si diceva in
precedenza spesso le fotocamere soprattutto le compatte
e le Bridge, includono una serie di pre-impostazioni per
adattarsi alle diverse circostanze o scene in modo
automatico. Tra le scene più comuni adatte alla
fotografia naturalistica ci sono le seguenti:
Paesaggio:
la fotocamera imposterà un diaframma più chiuso per
avere tutto a fuoco.
Macro:
la fotocamera adatta l'autofocus a cercare e mettere a
fuoco un soggetto a distanza molto breve fino alla
distanza minima di messa a fuoco raggiungibile.
Paesaggio notturno:
la fotocamera cercherà di illuminare al massimo la scena
usando tempi relativamente lenti, diaframma aperto e iso
alti.
Neve:
in questo caso la fotocamera imposterà soprattutto un
bilanciamento del bianco adatto a paesaggi innevati e
dominati dal colore bianco.
Sport:
la fotocamera imposta tempi molto veloci, da 1/500 a
1/1000 e oltre per congelare soggetti in movimento, di
conseguenza aprirà maggiormente il diaframma e/o alzerà
gli iso in funzione dell'esigenza di luce.
Ritratto:
usando questa modalità comunichiamo alla fotocamera che
stiamo fotografando un soggetto vicino e dunque essa
imposterà un diaframma molto aperto per aumentare lo
sfuocato dietro e intorno al soggetto.
Come già detto le scene
sono degli automatismi, quindi se siete all'inizio va
pure bene usarle ma successivamente preferirete
impostare voi stessi manualmente la fotocamera per ogni
genere di scena piuttosto che usare le pre-impostazioni,
così da avere dei risultati più precisi e più
rispondenti alle vostre aspettative.
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A parte la modalità
completamente automatica, dove il fotografo non può
intervenire modificando alcun parametro e la modalità
completamente manuale in cui tutti i parametri devono
essere modificati dal fotografo, le altre modalità
(priorità di tempi e priorità di apertura) sono dette
quasi automatiche perchè il fotografo imposta un
parametro (tempo o apertura del diaframma) e la
macchina, usando il suo esposimetro, regola gli altri
parametri per adattarsi alla luce. Come abbiamo detto in
precedenza ci sono diverse modalità di misurazione della
luce nell'esposimetro delle fotocamere per adattarsi
alle varie situazioni ma resta il fatto che spesso può
capitare che il fotografo voglia una esposizione diversa
da quella scelta dalla fotocamera o che la fotocamera
abbia impostato dei parametri di esposizione errati
perchè l'esposimetro non ha letto correttamente la luce;
in questi casi si può intervenire attraverso un'apposita
regolazione, di solito una rotellina nelle Reflex, che è
detta Compensazione dell'esposizione; in pratica con
questo comando indichiamo alla fotocamera che vogliamo
più luce e quanta ne vogliamo rispetto a quella che la
fotocamera ha deciso usando il suo esposimetro. La
compensazione dell'esposizione viene mostrata sul
display come una linea con delle tacche, nel centro si
trova il valore 0 che corrisponde all'esposizione che ha
deciso la macchina, e in corrispondenza di questo valore
zero si trova un cursore; operando sull'apposita rotella
o pulsanti di compensazione dell'esposizione possiamo
spostare il cursore in avanti (valori positivi) o
indietro (valori negativi) per indicare se vogliamo più
o meno luce.
Le tacche presenti sulla
linea della compensazione dell'esposizione misurano gli
stop, le tacche più grandi sono gli stop interi (1 stop,
2 stop, 3 stop) le tacche più piccole sono i terzi di
stop, dunque la progressione è: +1/3 di stop, + 2/3 di
stop, +1 stop, + 1,3 stop e così via, andando in senso
positivo verso la destra dello 0, stessa cosa ma
all'inverso (-1/3 di stop, -2/3 e così via) andando alla
sinistra dello zero verso i valori negativi. Dunque se
la fotocamera ha esposto in maniera errata la foto
sottoesponendola troppo o se noi stessi vogliamo
sovraesporre la foto per esempio per illuminare meglio
le ombre, imposteremo il cursore della compensazione
dell'esposizione su valori positivi, alla destra dello
0, per esempio a +2/3 oppure a +1 cioè richiediamo alla
fotocamera variare i parametri di illuminazione per
ottenere 2/3 di stop in più o 1 stop in più di luce;
quindi se la fotocamera aveva impostato, per esempio, un
tempo di 1/500, spostando il cursore della compensazione
su +1 chiederemo di avere 1 stop di luce in più e la
fotocamera porterà il tempo di scatto da 1/500 a 1/250.
La compensazione
dell'esposizione può agire su diversi parametri, in
funzione di come è impostata la fotocamera: per esempio
se si è in priorità di apertura (A o Av) essa agisce
sui tempi, se si è in priorità di tempi essa invece
agisce sul diaframma.
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In una scena si possono
distinguere diversi tipi di luce ed è fondamentale
conoscerli per poter ottenere foto correttamente esposte
o facilmente modificabili in postproduzione. Le
tipologie principali sono:
Bianchi:
sono i pixel che corrispondono al colore bianco
Alte luci:
sono tutti i pixel o le zone della foto di luminosità
elevata fino al grigio.
Mezzi toni:
sono i pixel corrispondenti a gradazioni di grigio
intermedie tra le alte luci e le ombre, o tra gli
estremi cioè tra il bianco e il nero
Ombre:
corrispondono ai pixel o le zone della foto più scure
Neri:
sono i pixel più scuri in assoluto, di colore appunto
totalmente nero.
Una foto scattata in Raw
permette una regolazione più o meno ampia di questi
valori (in funzione della gamma dinamica del sensore e
quindi dei bit di informazione contenuti nel file) con
margini più o meno ampi (che si misurano in stop o loro
frazioni). E' dunque possibile, ad esempio, schiarire le
ombre (o "aprire" le ombre) per portare più luce nelle
zone scure della foto, oppure abbassare le alte luci
("chiudere") per scurire le zone troppo chiare.
"Bruciare" una tipologia di luce vuol dire, durante
la fase di scatto, avere le zone chiare (alte luci)
troppo sovraesposte così da farle diventare
completamente bianche o le zone scure (ombre) troppo
sottoesposte così da farle diventare completamente nere;
in questo caso durante lo sviluppo del Raw non sarà
possibile recuperare i dettagli corrispondenti a quelle
zone che quindi appariranno completamente bianche o nere
senza possibilità, pur avendo scattato in Raw, di
scurire o schiarire quelle zone per fare apparire i
dettagli.
Tutte le fotocamere
digitali sono in grado di mostrare un grafico, detto
istogramma, sia sulle foto già scattate sia in diretta
durante l'inquadratura di una scena. L'istogramma è un
grafico della lumiosità dei pixel; esso mostra come sono
distribuiti i pixel della foto in funzione della luce.
Nell'asse orizzontale sono presenti i diversi tipi di
luminosità, mentre l'asse verticale indica quanti pixel
hanno quel valore di luminosità. Dunque sull'asse
orizzontale avremo sulla sinistra i pixel più scuri (le
ombre), a partire dal nero, spostandosi via via verso
destra sono presenti i pixel più chiari (le alte luci)
fino al bianco e nel centro si trovano i mezzi toni; a
ogni valore di luminosità sull'asse orizzontale
corrisponde una linea verticale più o meno alta che
indica quanti pixel della nostra foto hanno quel valore
di luminosità.
Per esempio una immagine
molto buia avrà un istogramma con molte linee alte nella
parte sinistra e linee via via più basse andando verso
destra, quindi un istogramma spostato sulla sinistra;
viceversa una immagine molto chiara avrà un istogramma
spostato sulla destra.
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Istogramma
tutto spostato a sinistra: immagine troppo
scura o sottoesposta |
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Istogramma
spostato tutto a destra: immagine troppo
chiara o sovraesposta |
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Istogramma
corretto: immagine bilanciata e con
esposizione corretta.
In che cosa ci è utile
l'istogramma? Esso ci permette a uno sguardo anche
veloce di capire se la nostra foto o la scena inquadrata
sul display è correttamente esposta oppure no, se
l'esposizione è ben bilanciata o meno. Generalmente una
foto perfettamente esposta e ben bilanciata ha un
istogramma con una forma a campana mentre una
foto sovraesposta come si è già detto ha un istogramma
spostato a destra e una foto sottoesposta avrà un
istogramma spostato a sinistra. Inoltre se ci sono molte
linee verticali che toccano il vertice del riquadro
dell'istogramma nel lato sinistro o destro ciò indica
che ci sono molti pixel su valori di luminosità estremi
verso il bianco (nella parte destra dell'asse
orizzontale) o verso il nero (nella parte sinistra
dell'asse orizzontale) e probabilmente avremo "bruciato"
queste luci (i bianchi o i neri) e non saranno più
correggibili in postproduzione; dunque per una perfetta
esposizione bisogna evitare che la curva dell'istogramma
non superi il limite destro o sinistro dei valori di
luminosità.
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