Cosa vuol dire mettere a
fuoco? Dal punto di vista fotografico un soggetto "a
fuoco" appare nitido e ricco di dettagli; le aree fuori
fuoco o sfuocate appaiono invece prive di dettagli e
sempre più "morbide" man mano che aumenta la sfocatura.
Obiettivo principale di una buona foto è quindi quello
di avere il soggetto principale a fuoco ed eventualmente
tutto il contorno sfuocato così da far risultare
maggiormente il soggetto; a volte si desidera invece
avere tutto a fuoco, come per esempio nella foto di
paesaggio.
La messa a fuoco avviene
attraverso movimenti meccanici delle lenti interne
all'obiettivo. Oggi è possibile avere una messa a fuoco
automatica e basta puntare la fotocamera su un soggetto
perchè essa muova automaticamente le lenti
dell'obiettivo per mettere a fuoco l'oggetto su cui
stiamo puntando. La messa a fuoco automatica avviene
attraverso un sistema autofocus integrato nel corpo
macchina e un "motore" autofocus che muove le lenti;
maggiori dettagli su questi aspetti saranno dati
successivamente quando analizzeremo le caratteristiche
delle fotocamere e degli obiettivi.
a) focali lunghe (un 300
mm, per esempio)
b) soggetto vicino al fotografo
c) sfondo lontano dal soggetto
d) diaframma aperto (f2.8 per esempio o anche di più)
Si ha meno sfuocato con
a) focali corte (15mm, per esempio)
c) soggetto lontano dal fotografo
c) sfondo vicino al soggetto
d) diaframma chiuso (f8, per esempio, ma anche di più)
La profondità di campo è
un concetto fondamentale nella fotografia perché saperla
gestire vuol dire riuscire ad ottenere l'immagine
desiderata.
La profondità di campo
dipende da vari fattori tra cui il diaframma (F): tanto
è maggiore l'apertura del diaframma tanto minore sarà la
profondità di campo e viceversa; quindi con un diaframma
molto chiuso (che corrisponde ad un piccolo foro) si
avrà a fuoco un'area più profonda rispetto ad una
apertura di diaframma maggiore. Il termine Profondità di
Campo (PdC) è facile da comprendere, ma spieghiamolo
meglio: quando con un obiettivo mettiamo a fuoco un
punto che si trova ad una certa distanza, se il
diaframma è molto aperto sarà a fuoco solo quel punto
mentre davanti e dietro sarà fuori fuoco; man mano che
agiamo sui parametri che influenzano la profondità di
campo per aumentarla, per esempio chiudendo il
diaframma, oltre al punto dove abbiamo messo a fuoco
anche lo spazio davanti e dietro quel punto sarà a
fuoco, tutta l'area a fuoco è la profondità di campo.
Esempio di PDC (profondità di
campo) molto bassa, con 600 mm
F4 + moltiplicatore 1,4x (840
mm) e reflex apsc (1,6x) alla
distanza minima di messa a fuoco
(circa 5,5 metri)
Come già detto prima uno
dei parametri che influenza la profondità di campo è il
diaframma (F), gli altri parametri sono la lunghezza
focale e la distanza di ripresa
1) Diaframma: come si è
già detto, maggiore è l'apertura (quindi numero F più
piccolo) maggiore sarà la profondità di campo, a parità
di tutti gli altri parametri, e viceversa, ad un numero
F più grande corrisponde una maggiore apertura del
diaframma e quindi una minore profondità di campo.
2) Lunghezza focale: più
è elevata la lunghezza focale (il numero di mm di un
obiettivo) e minore sarà la profondità di campo; quindi
un obiettivo da 100 mm darà una profondità di campo
minore rispetto ad un grandangolo da 20 mm.
3) Distanza: a parità
degli altri parametri la profondità di campo aumenta
quanto maggiore è la distanza del soggetto dalla
fotocamera.
Sotto certi punti di
vista la profondità di campo dipende anche dal sensore
della fotocamera che utilizziamo, mantenendo fissi gli
altri parametri, un sensore più piccolo presenta una
maggiore profondità di campo; questo è il motivo per cui
una fotocamera FullFrame avrà una profondità di campo
più ridotta rispetto a una compattina che invece ha un
sensore molto più piccolo.
Diaframma più aperto (F 2.8)
Diaframma più chiuso (F 5.6)
In sintesi dunque, se si
vuole staccare il soggetto dallo sfondo è meglio avere
la profondità di campo minore possibile aprendo il
diaframma, usando un obiettivo tele e tenendo la giusta
distanza sia tra la fotocamera e il soggetto sia tra il
soggetto e lo sfondo (quanto più lontano sarà lo sfondo
tanto maggiore sarà la sfocatura).
Quando invece si vuole
avere tutto a fuoco (sia il soggetto che lo sfondo) per
esempio nella fotografia di paesaggio è meglio usare
focali più corte e chiudere il diaframma (numero F
grande per es F 8 oppure F 11 o oltre). Nella fotografia
macro per esempio, a causa della ridottissima distanza
tra il sensore e il soggetto si ha generalmente una
profondità di campo molto bassa, il che richiede l'uso
di diaframmi molto chiusi.
Attenzione nell'uso dei
fotogrammi troppo chiusi (per es F22) perchè subentra la
diffrazione di cui si è già parlato a proposito del
diaframma, che peggiora la qualità della foto.
Nella foto ad animali è
importante mettere a fuoco sempre sugli occhi e
chiudendo il diaframma quanto basta per avere maggiore o
minore profondità di campo sul corpo dell'animale e/o
maggiore o minore sfuocato sullo sfondo. Man mano che si
riduce la distanza, per esempio fotografando soggetti
piccoli o nella fotografia macro, la profondità di campo
si riduce drasticamente ed è dunque fondamentale
chiudere sempre il diaframma anche oltre f/11. Nella
fotografia di paesaggio, dove generalmente si usano
obiettivi grandangolari, si tende ad avere tutto a
fuoco, dagli elementi in primo piano fino all'infinito,
in questo caso con un grandangolo basterà chiudere il
diaframma a f/16 fino al massimo ad f/22 per avere tutto
a fuoco da 1,5-2 metri all'infinito.
La massima estensione
possibile della profondità di campo a una data focale e
per un particolare diaframma si ha a una ben precisa
distanza che è chiamata distanza iperfocale. Più è corta
la focale usata e maggiore sarà la profondità di campo e
quindi la distanza iperfocale sarà più vicina. Mettendo
a fuoco con un determinato obiettivo e con un
determinato diaframma F alla distanza iperfocale, tutto
ciò che si troverà da metà di questa distanza fino
all'infinito sarà a fuoco. La distanza focale cambia
anche in funzione del sensore: sensori più piccoli del
Full-Frame hanno un fattore di moltiplicazione dunque
aumenta la lunghezza focale dell'obiettivo usato
riducendo così la profondità di campo; la distanza
iperfocale è massima su sensori Full-frame e aumenta su
un sensori più piccoli come ad esempio un APS-C.
Per esempio
Su Full-frame, con un 50
mm a F4 avremo la distanza iperfocale a 24,1 metri, il
che vuol dire che da 12,5 metri all'infinito sarà tutto
a fuoco mentre con 15 mm a F 8 avremo l'iperfocale a 1,1
metri dall'obiettivo quindi qualsiasi cosa da 0,55 metri
all'infinito sarà a fuoco; invece con un 300 mm, e F 4
si avrà la distanza iperfocale a 865,7 metri di distanza
dunque saranno a fuoco tutti i soggetti da 432 metri
all'infinito.
Su un sensore APS-C
invece, con un 50 mm a F4 avremo la distanza iperfocale
a 41,67 metri dunque tutto ciò che si trova dai 20,7
metri all'infinito sarà a fuoco.
Conoscere l'iperfocale è
molto utile perchè consente quando lo si vuole di avere
la massima profondità di campo possibile, questo può
essere utile nella fotografia paesaggistica o nella
fotografia con fototrappole.
Per esempio nella
fotografia di paesaggio è inutile fuocheggiare
all'infinito e chiudere troppo il diaframma, è invece
molto meglio sfruttare l'iperfocale mettendo a fuoco su
un piano intermedio così da avere tutto a fuoco fino
all'infinito e ottenere la migliore nitidezza.
Diaframma
1,4
1,8
2
2,8
4
5,6
8
11
16
22
32
Lunghezza focale (mm)
15
6,2
4,8
4,3
3,1
2,2
1,6
1,1
0,8
0,6
0,4
0,3
18
8,9
6,9
6,2
4,5
3,1
2,2
1,6
1,2
0,8
0,6
0,4
20
11,0
8,6
7,7
5,5
3,9
2,8
1,9
1,4
1,0
0,7
0,5
24
15,8
12,3
11,1
7,9
5,6
4,0
2,8
2,0
1,4
1,0
0,7
28
21,6
16,8
15,1
10,8
7,6
5,4
3,8
2,8
1,9
1,4
1,0
35
33,7
26,2
23,6
16,9
11,8
8,4
5,9
4,3
3,0
2,2
1,5
50
68,7
53,5
48,1
34,4
24,1
17,2
12,1
8,8
6,1
4,4
3,1
55
83,2
64,7
58,2
41,6
29,1
20,8
14,6
10,6
7,3
5,3
3,7
70
134,7
104,8
94,3
67,4
47,2
33,7
23,6
17,2
11,8
8,6
6,0
85
198,6
154,5
139,0
99,3
69,6
49,7
34,8
25,3
17,5
12,7
8,8
90
222,6
173,2
155,9
111,4
78,0
55,7
39,0
28,4
19,6
14,3
9,8
105
303,0
235,7
212,1
151,5
106,1
75,8
53,1
38,7
26,6
19,4
13,4
135
500,8
389,6
350,6
250,5
175,4
125,3
87,8
63,9
43,9
32,0
22,0
200
1099,1
854.9
769,4
549,7
384,8
274,9
192,5
140.1
96,4
70,1
48,3
300
2472,8
1923,4
1731,1
1236,6
865,7
618,4
433,0
315,0
216,6
157,6
108,5
Tabella delle distanze iperfocali in funzione
dell’obiettivo usato (lunghezza focale, espressa in mm)
e del diaframma utilizzato. Per esempio se si usa un
obiettivo da 28 mm impostato a F11 avremo tutto a fuoco
a partire da 2,8 metri di distanza fino all’infinito
Esiste una apposita
formula per calcolare la distanza iperfocale ma richiede
la conoscenza di un valore, il "circolo di confusione"
che spesso è difficile da ricavare soprattutto quando si
è sul campo. Per fortuna esistono apposite tabelle o
meglio ancora delle app gratuite per Smartphone che si
occupano di calcolare questo valore per noi. Inoltre su
alcuni obiettivi viene riportata la scala della distanza
di messa a fuoco con dei riferimenti utili che
consentono di impostare facilmente la distanza
iperfocale.
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