Nella fotografia
naturalistica si distinguono 4 principali discipline
elencate qua di seguito. Ciò che distingue queste
discipline sono i soggetti naturali ripresi e di
conseguenza, generalmente, anche il tipo di attrezzature
utilizzate, soprattutto gli obiettivi.
La fotografia
paesaggistica (Landscape photography) ha come soggetto
principale, appunto, il paesaggio e generalmente
richiede l'uso di obiettivi grandangolari che sono in
grado di riprendere la scena con angoli di campo uguali
o anche maggiori rispetto all'occhio umano; in alcune
tipologie di foto paesaggistiche si possono usare anche
obiettivi di altro genere, per esempio teleobiettivi non
molto spinti. Generalmente si riprendono paesaggi
totalmente naturali senza la presenza di elementi
artificiali di origine umana anche se ormai è
particolarmente difficile trovare posti completamente
disabitati.
La fotografia
paesaggistica include non solo i vasti
paesaggi ma anche i così detti “scorci” come
in questa foto: uno scorcio di bosco
autunnale
In questa tipologia di
fotografia naturalistica i soggetti principali sono di
piccole dimensioni, principalmente invertebrati in
generale e Insetti in particolare, piante e fiori. Per
definizione si parla di fotografia macro quando il
soggetto si trova ad una distanza inferiore a 20 volte
la lunghezza focale dell'obiettivo usato oppure secondo
una definizione più diffusa si parla di fotografia macro
quando il rapporto di riproduzione del soggetto è uguale
o superiore a 1 cioè quando le dimensioni dell'immagine
sul sensore sono le stesse o superiori alle dimensioni
del soggetto su scala reale. Gli obiettivi che
caratterizzano questa tipologia di tecnica fotografica
naturalistica sono detti appunto "macro" perchè hanno la
possibilità di mettere a fuoco a distanze più
ravvicinate rispetto a obiettivi con la stessa lunghezza
focale ma non "macro"; per esempio un obiettivo 100 mm
macro generalmente ha una distanza minima di messa a
fuoco (MDF) di circa 1 metro o più mentre un 100 mm
macro ha una MDF di circa 30 cm.
Tipica
fotografia macro ad una farfalla (Vanessa
Io)
I soggetti principali
della fotografia di animali (Wildlife photography) sono
Mammiferi e Uccelli; negli ultimi anni però stanno
riscuotendo molto successo anche altri soggetti
appartenenti a quella che nelle precedenti
classificazioni era chiamata "Fauna minore" cioè
rettili, anfibi, micromammiferi, chirotteri e diversi
gruppi di invertebrati come i crostacei, molluschi etc.
La fotografia di animali, soprattutto per quanto
riguarda i Mammiferi e gli Uccelli, è caratterizzata
dall'uso di teleobiettivi che consentono di "ingrandire"
soggetti distanti.
In questo caso i
soggetti fotografati, come è facile intuire, sono
rappresentati da ambienti, fauna e flora subacquei
(acqua marina o dolce); possono essere usati diversi
tipi di obiettivi, dai grandangoli agli obiettivi macro
e anche teleobiettivi non molto spinti, ciò che
caratterizza questa tipologia di fotografia
naturalistica è appunto la possibilità di immergere
tutta l'attrezzatura fino a profondità anche notevoli (olte
i 40 metri).
Le meduse sono
ottimi soggetti per la fotografia subacquea,
alcuni esemplari hanno colori sgargianti e
molto piacevoli.
Questa disciplina è nata a cavallo del 2000 con
l'avvento delle prime fotocamere compatte digitali; i
piccoli sensori delle fotocamere compatte sono spesso in
grado (dipende dal modello) di cogliere tutta la luce in
uscita dall'oculare di un cannocchiale permettendo così
di scattare attraverso le sue lenti ottenendo
ingrandimenti spesso molto spinti. L'attacco tra la
fotocamera compatta ed il cannocchiale avviene
attraverso appositi adattatori, a volte molto semplici
(di tipo meccanico) e spesso costruiti in casa dagli
appassionati, ma sono disponibili anche numerosi modelli
prodotti da grandi aziende, spesso le stesse aziende che
producono anche i cannocchiali. Oggi nel Digiscoping si
usano sia fotocamere compatte moderne, più o meno
evolute, sia le Mirrorless e in alcuni casi le Reflex.
Soggetti principali di questa tecnica sono gli Uccelli e
i Mammiferi grazie ai forti ingrandimenti che si riesce
ad ottenere riducendo così il pericolo di fuga degli
animali scattando da lunga distanza ma la tecnica non è
adatta a foto d’azione di nessun tipo sia a causa della
difficoltà di movimento del sistema
cannocchiale/fotocamera sia a causa delle forti
vibrazioni provocate dai potenti ingrandimenti. Oltre
che con fotocamere compatte è possibile abbinare i
cannocchiali anche a delle videocamere e in questo caso
si parla di “video-scoping”.
Lupo
fotografato in digiscoping da una distanza
di circa 500 metri. A questa distanza il
lupo non è minimamente disturbato dalla
presenza del fotografo pur avendolo già
“percepito” rimane tranquillo grazie
all’elevata distanza.
Videocamera
collegata al cannocchiale per la tecnica del
“videoscoping”, anche se oggi ormai le
moderne fotocamere compatte sono in grado di
registrare video con una qualità di tutto
rispetto.
Tipico esempio
degli ingrandimenti ottenibili con la
tecnica del Digiscoping: nella foto grande
la distanza reale del soggetto, nel riquadro
invece si vede l’ingrandimento ottenibile
abbinando la fotocamera compatta al
cannocchiale.
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